ANCHE L’ACQUA SPORCA MENTANA

Image00001Una serie di interessi, tutt’altro che pubblici, sembrano essere stati ben nascosti per anni dietro il contratto di appalto per la gestione del servizio di lettura dei contatori, emissione delle bollette e riscossione dei canoni sull’acqua. L’intreccio, tra affari privati e politici eccellenti, venne posto all’attenzione dei cittadini e della magistratura da un’inchiesta condotta dalla sezione mentanese di Rifondazione Comunista. La convinzione che tutto non sia filato per il verso giusto nell’assegnazione dell’appalto, svoltosi attraverso una licitazione privata, sembrerebbe emergere nel dossier inviato alla Procura della Repubblica.
Nel 1987 vennero presentati al Comune sei preventivi delle seguenti ditte: la Gta, la Ser.Com srl, la Studio 5 sas, la Gebilli srl, la Elda srl e la Iapsto. L’appalto venne affidato alla Studio 5 di Palestrina, una società in accomandita semplice che aveva quali soci al momento della costituzione, avvenuta nel 1981, Luciano Fornari, Sergio Taddesa Olivotto, Giancarlo Flavi, Aldo Rossi ed Adriano De Mase. Nell’85 però gli ultimi due cedettero la loro quota ad Angelo Carpineta e Angelo Fornari. La Studio 5, da agenzia di pubblicità (come riportato nell’atto costitutivo), ampliò ben presto l’oggetto delle proprie attività comprendendo quella editoriale e quella dell’accertamento e della riscossione sui canoni dell’acqua potabile. Proprio con tale ragione sociale la ditta si vide assegnare l’appalto idrico per Mentana il 31 dicembre dell’87 “battendo” le cinque società “concorrenti”.
Il collegamento diretto tra almeno quattro delle sei ditte che parteciparono all’appalto appare però evidente. la sigla di una delle ditte che partecipò all’appalto, la Iapsto, sta per Impresa Appalti Pubblici Sergio Tadessa Olivotto che guarda caso è anche uno dei due soci accomandatari della Studio 5. Lo stesso Olivotto risulta essere anche amministratore unico della Gebilli srl. Come se tutto ciò non bastasse, il numero telefonico stampato sulle bollette della Studio 5 è intestato alla Elda srl, la cui sede, in via Bravetta 512, è la medesima della Gebilli e della Iapsto.
Comunque nella delibera adottata dalla Giunta mentanese (composta da Calisto Egidi, Ennio Grasselli, e Gugliemo Sabatini del PSI, Alessandro Donati e Giulio Pioli Indipendeti di Sinistra e Francesco Marchese del PCI) veniva rimarcata la necessità di privatizzare il servizio, si sosteneva che lo stesso era carente per mancanza di personale da parte dell’Amministrazione e che tale carenza impediva la lettura dei contatori in tempi ravvicinati e incoraggiava le evasioni. Fatto sta che la Studio 5 si aggiudicò quell’appalto perché aveva offerto “le condizioni più vantaggiose con il 19% di aggio sul lordo dei ruoli emittenti ” (come scritto in delibera). Se si tiene presente che nella vicina Monterotondo l’aggio consentito alle ditte appaltatrici s’aggira attorno al 3-5 per cento degli introiti, si può comprendere l’anomalia dell’affidamento del servizio alla ditta di Palestrina.

Successivamente la giunta presieduta da Donati e con il repubblicano Giorgio Raffaelli subentrato a Marchese, modificò, il 12 aprile ’88, la precedente delibera. La Giunta precisava all’unanimità che il servizio non era più urgente e che quindi la gestione sarebbe partita dalla data che si “stabilirà alla stipula del contratto stesso”. Contemporaneamente la società Studio 5 subiva un rimescolamento interno: Carpineta, Angelo Fornari e Flavi cedettero le loro quote. Cosicché restarono soci soltanto Luciano Fornari ed Olivotto. Nel frattempo la società assunse appieno le proprie funzioni, aprendo una sede ufficiale nel centro storico di Mentana, in via delle Mura 7 e iniziando il servizio di lettura dei contatori e di riscossione dei tributi mediante bolletta.
Nel 1989 si verificò un nuovo rimescolamento all’interno della Studio 5. Di fronte al notaio Silvio Garroni di Roma due nuovi soci entrano nella ditta: Giuseppe Spada e Francesco Strangio. Il secondo è un personaggio ben noto della politica mentanese. Proviene dalle fila socialdemocratiche, è stato molto vicino a Guglielmo Sabatini, uno dei componenti della Giunta che assegnò l’appalto dell’acqua. Strangio ricoprì anche la carica di segretario cittadino del Partito Socialista dal maggio al dicembre del ’90. Attualmente è presidente del Centro di Iniziativa Politica economica e Sociale (Cipes) e dirige il periodico Il Giornale di Mentana. Fa parte oggi di quell’area riformista attorno alla quale gravitano o hanno gravitato in passato noti esponenti della politica mentanese quali Elio Carbonara, Santino Lodi, Salvatore Carollo e lo stesso Guglielmo Sabatini. Di recente è stato chiamato come testimone davanti ai giudici nel processo per la mazzetta da 18o milioni versati dall’imprenditore Antonio Filippini ad alcuni politici locali. Strangio ha dovuto spiegare ai giudici come mai avesse cambiato alcuni assegni incriminati e questi ha precisato di aver avuto due assegni in prestito da Filippo Corte e di averli regolarmente restituiti

Con un nuovo atto registrato dallo studio notarile Sbardella di Roma il 14 gennaio ’92, la società Studio 5 si trasformò in srl ed il capitale passa da 5 a 20 milioni di lire, così suddivisi: Luciano Fornari 5 milioni, Olivotto 5 milioni e duecentomila lire, Spada 5 milioni, Strangio 4 milioni e ottocentomila lire. ma nel frattempo la Giulio Pioli, insediatosi nella carica di Sindaco nel luglio del ’90, firmò una nuova delibera, il 29 novembre dello stesso anno con la quale venivano ancora modificati i termini del contratto con la Studio 5. Il deposito cauzionale versato dalla ditta di Palestrina passò dai 5 milioni e mezzo originari a 500 milioni. Anche quest’atto venne approvato all’unanimità dalla Giunta così composta: Franco di Fabio, Giuseppe Corte e Attilio Lodi della DC, Enrico Silenzi e Gianni Vittori del PCI, Altiero Lodi del Psdi, oltre naturalmente allo stesso sindaco comunista Pioli.

Fatto sta che nessuna di queste tre delibere relative all’affidamento dell’appalto dell’acqua venne mai portata in Consiglio Comunale, bastarono a ratificarle semplici sedute di Giunta. La vicenda, pur se chiaccherata, sembrava essere finita nel dimenticatoio senonchè l’esposto del segretario di Rifondazione Comunista, Massimo Mariani Parmeggiani ha fatto sì che venisse aperta un’indagine. Pochi mesi fa la Guardia di Finanza ha fatto irruzione in Comune per sequestrare tutta la documentazione relativa al discusso affare.

dal libro Mentana 1985/1993 Cronaca di un saccheggio
di Umberto Calamita e Giuseppe Zanlungo

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