ARFIO CALCE E MARTELLO

ARFIO CALCE E MARTELLO DEFINITIVORoma ne ha viste tante nella sua storia di capitale del mondo quante forse nessun’altra città. Imperatori l’hanno bruciata al suono della cetra, altri si sono intestati l’onore dei cessi pubblici, uno arrivò a nominare senatore il suo cavallo, forse non sbagliando affatto.  Roma ha visto perfino una donna salire al Soglio Pontificio, tale Papessa Giovanna, tanto che Santa Madre Chiesa nella sua eucaristica lungimiranza fece un buco nella sedia papale chiamandola gestatoria affinchè si potesse toccare con mano…il santo pacco e non avere dubbi.

Siamo talmente abituati all’incredibile ai limiti del surreale che da noi perfino le statue si erano messe a  parlare, che quella del Pasquino, tra tutte,  era solo la più nota. Parlavano e sfottevano il potere costituito fosse quello del Papa Re o dell’imperatore di turno che poi in fin dei conti, diciamola tutta,  nessuno poteva essere tanto grande quanto era imponente, vasta e grande  la storia di Roma.

Tra “cazzabubboli” vari Roma è sopravissuta ai bombardamenti e ai pessimi film di Veltroni, alla aitante piacioneria d’un Rutelli come al sacco di Alemanno e perfino agli scontrini di Marino,l’ultimo Allegro Chirurgo che ha provato a governarla. Con molta probabilità passerà anche quasi indenne le prossime elezioni amministrative così come resistette alle nordiche invasioni barbariche, con buona pace di Salvini e della sua novella orda, sbeffeggiata ed insultata in ogni mercato rionale che possiamo essere pigri ma non dimentichi.

Dal canto mio sono altrettanto certo che Roma riuscirà a sopravvivere anche al suo nuovo pretendente, tale Arfio detto Calce e Martello, il quale, non si spaventino certi sinistri personaggi, punta niente popo’ di meno che al voto del Leader Maximo o in via subordinata ma non secondaria a quello di sua moglie Linda Giuva, passando dalla nazionale di polo alla politica in men che non si dica.

Lo so, immagino ch’avete avuto un sussulto, un brivido vi ha attraversato la schiena ma, le possibilità ci sono. Eccome se ci sono. Lo Skipper per Caso, archiviato il suo Icaro ha già bocciato Giachetti, “non è adatto” ha sentenziato senza alcuna possibilità di appello e se lo dice lui padre “sputativo” di una sinistra che non c’è si tratta di verità apodittica e non contestabile.6 Per Giorgia Meloni ci sembra alquanto ovvio che D’Alema non può di certo votare. Lei è troppo di sinistra per uno che solo nel 2007 riteneva che solo l’esistenza della destra potesse rendere sopportabile il male rappresentato dalla sinistra e poi sebbene si senta leader, non c’è proprio nessuno che glielo voglia riconoscere, tanto meno lui che, in questo, è Maximo.

Ha poche possibilità anche la Raggi che agli occhi dello spocchioso baffo,  può avere al massimo il fascino di una malattia esantematica e poi non è amica sua, condizione essenziale per essere ammessi alla sua infinita benevolenza. Capirete che, andando per esclusione, non rimane che lui (essendo gli altri solo comparse), il costruttore e nipote dell’omonimo  partigiano gappista….Alfio Marchini, che guidò la resistenza romana. Mica micio micio bau bau!

figliol prodigoMemore di quella nobile parentela,quando ancora corteggiava la sinistra qualche anno addietro.  Arfio Calce e Martello (devo necessariamente distinguere dallo zio se non altro per una questione di dignità) ebbe a dire del Puttaniere d’Italia: “Se Berlusconi è il padre della Patria, preferisco essere  orfano”. Un’ovazione nei salotti radical chic della zona Parioli e dintorni. Facebook mi è testimone.

Ne è passata di acqua sotto i ponti di Roma da quel tempo, tanto che oggi nemmeno a farlo a posta, è proprio lui il candidato di quel padre della Patria unto dal Signore e bisunto dal popolo,  sotto le vesti nemmeno tanto strette di figliol prodigo che se pecunia non olet figuriamoci se possono fetere i voti.

 

Che ci “azzecca” però il nostro Arfio con D’Alema e famiglia direte voi distratti lettori? Ci “azzecca” eccome, essendo i due amici da tempi assai più sospetti di quelli di oggi, sebbene alcuni irriducibili nostalgici si ostinino per oscuri motivi a considerare lo Skipper per Caso… di sinistra, cosa che, visto che siamo all’ombra del “Cuppolone” potremmo denominare come “mistero della fede”.

Forse non tutti sanno, alcuni fanno solo finta di non saperlo, ma fu proprio a casa Marchini che D’alema incontrò il picconatore Francesco Cossiga per organizzare il dopo Prodi con il suo via libera e sempre nella stessa casa incontrò poco Enrico Cuccia, il vero e incontrastato padrone dell’Italia che, tutta l’economia passava per quelle mani. Se non lo ricordate, quel via libera fu per il suo premierato. Un altro non eletto dirà qualcuno di voi, ma del resto mai nessun Primo Ministro dal 48 ad oggi è mai passato per il giudizio popolare, essendo la nostra un Repubblica Parlamentare.

Se poi credete al caso, Arfio Calce e Martello era anche tra gli azionisti dell’Unità quando proprio D’Alema era a capo degli allora DS e la Mondadori di Berlusconi aveva l’esclusiva per i libri del Leader Maximo e Roma veniva sommersa sotto una colata di calce e cemento dai vari costruttori maestri nel trasformare le aree agricole attorno alla capitale in novelle aree vergine e edificabili. Il caso a volte è imperscutabile nei suoi oscuri percorsi.

Del resto quasi nel silenzio generale di quella sinistra salottiera, pariolina e abbiente, sempre pronta ad indignarsi per un non nulla,  noti  “intellettuali” tra i quali, Duccio Trombadori pittore e figlio del ben più noto comandante della resistenza romana, hanno dichiarato di non avere nessun problema a stare con Alfio,  la nipote del Duce capo lista di Forza Italia e, di conseguenza il Puttaniere d’Italia, che i tempi di don Camillo e Peppone sono finiti da un pezzo.  Dal profondo nord gli fa eco Piero Fassino, sottile esponente del PD, secondo il quale “Marchini è l’unico nella Capitale a poter battere la Raggi al ballottaggio”. Di Stefano Fassina invece, nessuno parla, come se non esistesse affatto in questa competizione, la qual cosa è in vero, assai probabile.

Messa così sembra una sorta di mini bicamerale affacciata sul Campidoglio che, sempre casualmente è a un tiro di schioppo dallo storico balcone di Piazza Venezia. Va anche ricordato che tutte le bicameraliarfio pe roma nel nostro paese sono miseramente fallite, così, solo perché mi piace mettere il dito nella piaga. Ora se il dichiarato intento di questa estemporanea armata è quello di battere la grillina che nel frattempo ha anche ricevuto la benedizione apostolica del Segretario di Stato Vaticano Piero Parolin che gli ha augurato “ogni successo e di diventare quello che vuole”, è fin troppo ovvio che il reale nemico da battere non sia lei ma  quel Matteo Renzi che si è “impossessato” del PD vincendo le primarie. Quel Renzi che nell’immaginario collettivo di una sinistra che nel paese non esiste, ha sostituito come origine di tutti i mali Berlusconi che ora sembra essere perfino più simpatico avendo dismesso i panni anticomunisti per vestire quelli antirenziani. Un Berlusconi che si deve divertire come un bambino visto che sono sempre tutti pronti a rimetterlo in sella ogni volta che viene dato per spacciato, senza che lui debba nemmeno muovere un dito.

Se tutto ciò non bastasse al nostro Arfio Calce e Martello, dobbiamo dire che dalla sua ha anche tutti sagrestani di Roma, come racconta lui stesso essendo tornato, guarda caso, a frequentare le parrocchie. Lo so, inguaribili atei e agnostici tutti, state storcendo il naso ma, dimenticate che a Roma  le chiese sono perfino più numerose dei postriboli, che, credetemi sulla parola senza indagare troppo, sono veramente tante. Se le alte sfere vaticane guardano con misericordiosa benevolenza alla Raggi, il cuore del “popolo” dei retro bottega delle chiese,  la Roma vera e verace come “du spaghi alle vongole” e le perpetue tutte, amano Roma e votano per lui, Arfio.  Chissà se i laziali sono anch’essi  inclusi in questa kermesse.

Va detto, solo per dovere di cronaca che pur’anche la figlia di Igor, all’anagrafe Maurizio Gasparri è assolutamente intenzionata a votare Marchini. Lo ha scritto in rete, il che oggi come oggi equivale a una dichiarazione davanti a notaio e testimoni.

Il quadro mi sembra completo, che poi sia un’opera d’arte, bhé questo è tutto da dimostrare. Se poi il Leader Maximo arriverà fino al punto di dare la sua magnanima benedizione alla lista Core de Roma… questo lo escluderei conoscendo bene la sua propensione all’intrigo dietro le quinte che ha sempre contraddistinto il suo operato politico, piuttosto che l’esposizione sotto la luce dei riflettori. Del resto da mandare avanti c’è sempre un Speranza, almeno finché c’è vita, che poi, per rimanere in tema, sarà l’ultimo a morire.

Comunque la pensiate sempre che almeno facciate lo sforzo di pensare….buona vita a tutti voi.

 

2 thoughts on “ARFIO CALCE E MARTELLO

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