ATTACCO ALLA LEOPOLDA

 

attacco alla leopolda

Anche l’immaginario vuole la sua parte perfino nel processo rivoluzionario, la “geometrica potenza” di una sinistra che non c’è che attacca la Leopolda, evoca immagini goderecce da film boccaccesco degli anni 70, il che potrebbe significare che si è completamente perso il senso del ridicolo. Io che non sono “leopoldino”, prima di sapere che si trattasse di una dismessa stazione ferroviaria mi immaginavo quel gran pezzo della Leopolda tutta nuda e tutta calda, che i nomi, non c’è nulla da fare hanno la loro importanza. Dovete convenire che una cosa è attaccare il Palazzo d’Inverno e tutt’altra cosa è attaccare la Leopolda.

Eppure, di battaglie per le quali varrebbe la pena di spendersi, in giro per il mondo ce ne sono. Francesco, il Papa, non l’attaccante della Roma solo poche ore prima aveva tuonato contro una delle vergogne di questo mondo globalizzato: “Si salvano le banche non gli uomini. Vergogna è la bancarotta dell’umanità”, tanto che sembra ormai toccato a lui lo scomodo ruolo di ultimo dei comunisti che, se la smettesse di credere in una entità superiore, sarebbe perfino possibile. Non c’è più religione.

Questi, invece, a Firenze, volevano portare il loro attacco non già al “cuore dello Stato”, non già ai luoghi dell’alta finanza, non già alle centrali del potere ma alla Leopolda, e poi ci si meraviglia se uno “si butta a destra”, se Berlusconi per vent’anni ha preso i voti, se il nuovo fascismo di Salvini e Grillo prende i voti e Sinistra Italiana del bocconiano Fassina invece no. Che poi uno che crea un partito la cui sigla è SI e poi gli tocca suonare ai citofoni per convincere la gente a votare No da anche il senso di dove siamo arrivati a furia di sbagliare.

Mi immagino i rappresentanti di questa sinistra che non c’è alla IV Internazionale  che cercano di far votare un documento congiunto contro la Leopolda, o Karl Marx e Friedrich Engels che invece di prendersela con la chiesa, lo zar, Metternich e Guizot, i soliti radicali francesi e i poliziotti tedeschi, scrivono il Manifesto del partito Comunista per individuare il loro nemico nella Leopolda.

Quando da giovane ero in piazza, poco distante da Giorgiana Masi, o quando i fascisti di Sommacampagna uscirono dalla loro sezione sparandoci addosso pensavo che ero anche disposto a morire per un’idea, un’idea che condividevo con altri milioni di compagni sparsi per il mondo. Eravamo giovani e belli come cantava Guccini sebbene alcuni più giovani che belli a dire il vero  ma, morire per la Leopolda no, non si può se non altro per una questione di dignità. Vi immaginate la targa ricordo? Pinco Pallo militante comunista morto durante l’assalto alla  Leopolda. Roba da pubblicità del Viagra.

Cari “compagni”, diciamocela tutta, avete fatto una cosa alla Corazzata Potemkin ma non quella del mitico Ejzenstejn, quella del Secondo Tragico Fantozzi, insomma una cagata pazzesca!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.