CINESERIE

Image00001Fassina resta, Civati non se ne parla nemmeno di andare via, Cuperlo medita la frase storica ma Cofferati ha deciso e per la prima volta nella sua vita fa un eclatante gesto di sinistra… lascia il PD. Il Cinese non è uno qualunque, insieme a quel Romano Prodi impallinato dall’ormai famosa carica dei 101 è tra i 45 soci fondatori del Partito Democratico e sembra deciso a portare le carte in procura, “per molto meno le primarie di Napoli sono state annullate”.

La sua candidatura in Liguria è andata a farsi benedire, nonostante i bene informati ritengano che abbia speso un capitale per foraggiarla.  Nonostante la crisi economica si faccia sentire a quanto pare, gli italiani non sono più disposti a fare certi lavori come andare a votare alle primarie del PD e il loro posto è stato preso da decine di extracomunitari, anche se non è ancora dato di sapere da chi siano stati pagati ma qui i complottasti avranno di che divertirsi. Ora trattandosi di lavoro in nero è facile capire come un ex sindacalista se la sia presa a cuore aggiungendo per condire il tutto delle infiltrazioni fasciste a favore della candidata renziana sua avversaria. A Roma direbbero “hai perso e non ce voi stà”, ma si sa che i romani sono dissacratori e non fanno testo ma chissà cose direbbero a proposito le numerose statue della città che non molto tempo addietro parlavano, che quella del Pasquino era solo una delle tante.

A SEL non sembra vero e si fa subito avanti a caccia dei soliti avanzi, “Sergio se vuole venga da noi”, mentre per la “non renziana” Sandra Zampa Cofferati ha confermato “le ottime ragioni per non sostenerlo”. Una cosa sembra evidente dal mio modesto punto di osservazione che è la “torre d’avorio” di questo blog, ogni giorno che passa, aumenta lo stuolo delle “prime donne” che vogliono essere punto di riferimento di una inesistente sinistra. Un esercito di generali senza nessuna truppa che al massimo appassiona quei salotti radical chic e decadenti, magistralmente descritti nella “Grande Bellezza”. La “gente” quello che una volta si soleva chiamare “il popolo” si arrabatta per arrivare al quindici del mese che la fine è una chimera, un orizzonte irraggiungibile.

Ovviamente seppure il Cinese lascerà il PD, rimarrà attaccato alla sua poltrona di Strasburgo che anche lui come tutti “tiene famiglia” e non sarebbe carino doversi mettere a lavorare alla sua età solo perché degli extracomunitari, forse, hanno votato per un altro… anzi, per un’altra!

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