COSI ALLA FINE E’ IL BAMBINO CHE SI E’ MANGIATO I COMUNISTI

Cosi alla fine è il bambino che si è mangiato i comunisti. Matteo Renzi è il nuovo segretario del PD e a onor del vero, fa una certa impressione con quella sua faccetta da Giamburrasca, abituati come siamo a vedere al suo posto anziani signori compassati. Non credo che riuscirà veramente a rottamare antipatiche cariatidi come possono essere D’Alema al quale, tra l’altro, proprio io ho fatto la sua barca, Icaro o un’inutile Finocchiaro ma non credo nemmeno che alla gente che non arriva alla fine del mese, interessi più di tanto. Se Renzi è un cambiamento, cosa tutta da dimostrare, è come spesso avviene nella sinistrata italiana, in ritardo. Nelle piazze che da sempre sono state terreno della sinistra, esplode la protesta, capitanata però dall’estrema destra. Quella stessa destra che anche quando si chiamava Alleanza Nazionale, riusciva a prendere voti e farsi maggioranza, in quei quartieri popolari abbandonati da una sinistra che invece diventava radical chic. Io che, se non per nascita, per tradizione familiare, appartengo a quella Roma che fu di Papi ed Imperatori, ha sempre fatto una certa impressione vedere la destra avanzare nel Tufello mentre la sinistra conquistava i Parioli. Perfino a un’analisi superficiale si vedeva che c’era qualche cosa che non andava per il verso giusto.

 

Ora, leggendo i giornali e vedendo i filmati in rete, vediamo i poliziotti solidarizzare con i manifestanti, quei poliziotti che già nel 68 Pasolini difendeva come figli di quel popolo povero. Povertà che li rendeva ai suoi schiavi e a quelli di noi ribelli di quegli anni, servi.

 

Non so quanti di voi che leggerete, abbiano mai partecipato a degli scontri, quanti abbiano sentito le pallottole sfiorarti e pensare che quel giorno non saresti tornato a casa che i miei tempi erano diversi da quelli di oggi. Normale che vedendo la rivolta dei forconi, rivenga alla mente il giovane rabbioso che in piazza affronta il poliziotto che era suo padre e gli urla in faccia “Porco!” Quel padre che poi pianse in silenzio confortato dai suoi colleghi. Potevo io quasi bambino essere dalla parte di quel padre? E Mario Capanna che alla prima della Scala dal megafono che contro i celerini urla: ”Quattro giorni fa vi hanno fatto sparare su una folla di braccianti ad Avola, dove magari c’era tuo padre, tuo fratello…”. E, davanti a quel ragazzo con il megafono un celerino, un celerino che ha la  sua stessa età, con le lacrime agli occhi. Capanna lo abbraccerà’ e lui gli confesserà, sussurandogli in un orecchio,di essere di Lentini. Poco distante da Avola. Che un tempo non c’era internet e la gente si riuniva parlava, discuteva e, a modo suo, cercava di capire cosa stesse succedendo.

 

Oggi non sono più un ragazzino e ho avuto modo di vedere, non so se per sorte o sfortuna, le persone sbagliate nel luogo errato, dove proprio non dovevano esserci, rendendomi conto in un lampo di come a quei tempi ci avessero preso in giro e usato. E’ facile semplificare, dire che Renzi non è la “sinistra” e che i forconi in piazza sono fascisti ma la realtà di oggi mi appare più complessa di quella di allora dove, tutto sommato era più semplice sapere da che parte stare. Da una parte c’erano i buoni, dall’altra i cattivi, salvo poi scoprire che i buoni non c’erano proprio.

                                                                                     

Allora scopri anche che non sei il solo a porti delle domande con la solita testardaggine del rompi scatole a cui lo scontato non piace mai e che alcuni militanti di quella cosi detta “sinistra antagonista”, incuriositi, si aggiravano anche loro in quel panorama di umanità che non poteva appartenergli. ”Siamo andati a vedere”, ammette Lele Rizzo, portavoce dello storico centro sociale Askatasuna (libertà in basco) e poi hanno scelto con chi stare ed hanno manifestato anche loro davanti a Comune di Torino. Del resto, rossi e neri si erano diretti insieme lungo via Alfieri verso il Consiglio Regionale. 13594_545980855480078_821665823_nSu un marciapiede intonavano “‘bella ciao”, sull’altro decine di mani tese. “‘Siamo tutti operai”‘ dice Federico Bellomo segretario generale delle tute blu, ma è Maurizi Marrone ad essere considerato il referente politico della rivolta. Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia.  

 

Ed io, vi chiederete voi, da che parte sto io? Non mi sono mai nascosto dietro un dito, nemmeno potrei, vista la mia mole tutt’altro che esile. Mi verrebbe da dire che sto allo stesso tempo dalla parte di quei commercianti che volevano restare aperti e hanno dovuto per forza chiudere, dalla parte di ambulanti e trasportatori strozzati da uno Stato assassino e da quella dei poliziotti che prendono 1.300 euro al mese e gli pagano gli straordinari dopo un anno a meno di un’ora regolare. Lo so, non è possibile, nel bene e nel male bisogna sempre scegliere una parte o l’altra e allora non mi rimane che continuare a osservare con mal celato orrore il panorama scheletrico di un mondo che non riconosco o fino a quando del tempo non sarà fermato il corso che, tutto sommato, forse, la mia parte, l’ho già fatta.

 

 

2 thoughts on “COSI ALLA FINE E’ IL BAMBINO CHE SI E’ MANGIATO I COMUNISTI

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