Sono loro che stanno sconfiggendo l’ISIS e sono donne. “posso confermare che Barak Obama ha detto il vero nel suo ultimo discorso: l’ISIS è in difficoltà, non solo in Iraq ma sopatutto sul fronte siriano. Senza dubbio non è sconfitto. Gode ancora di sostegni e risorse. Però sono ormai diverse settimane che ha cessato di lanciare offensive”. E’ la trentaquattrenne Ranghin Renas che rilascia l’intervista Comandante dello Ypg (Unità di Protezione Popolare) che comanda sia le unità maschili che femminili.
Si ispirano al socialismo di Apo, mitico leader turco del grande partito dei lavoratori curdo che è in carcere in Turchia. “Siamo socialisti. La religione è un fatto personale. Non vogliamo uno stato confessionale: Crediamo nella massima eguaglianza dei sessi e nella democrazia.”
Le donne curde combattono a fianco degli uomini contro il Califfato, donne comandanti che parlano da superiori agli uomini e impartiscono ordini come qualsiasi ufficiale al mondo. Una grande e reale risposta all’oscurantismo che non viene dal mondo occidentale, perso nei salotti bene o disteso tra le folgoranti luci dei talk-show. La lampante dimostrazione se mai ce ne fosse bisogno di quanto torto potesse avere una Oriana Fallaci, di quanto potessero essere errate le sue previsioni.
Tutto questo mentre l’Europa è latitante e il leader della sinistra paiono piagnucolosi lattanti in confronto a queste donne che imbracciano le armi, oltretutto belle come quel sole dell’avvenire che nel mondo occidentale si è spento da tempo.
E’ la più grande e bella affermazione femminile della storia. Felicissima la sintesi delineata nell’articolo, purtroppo questa affermazione della donna passa attraverso l’uso delle armi, perchè altrimenti non avrebbero potuto fare . . . ma quando prima o poi verrà il tempo della pace in quella martoriata regione, ci saranno sempre le donne curde a scandire il tempo della democrazia . . .
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