DUE PAROLE SULLA GRECIA

DUE PAROLE SULLA GRECIA

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“La storia si ripete” teorizzava Giambattista Vico, non perché questa sia talmente sciocca da replicare gli stessi fatti già accaduti ma in quanto gli uomini e le donne che la attraversano sono sempre identici pur apparentemente diversi.

A proposito della Grecia, spesso e volentieri viene ricordata la Repubblica di Weimar, quando i tedeschi andavano a fare la spesa con carriole di marchi svalutati. Ancora si vedono sulle bancarelle dei mercatini francobolli da milioni di marchi 300px-20milmillonesche tanto serviva per affrancare una lettera. Agitare spettri spesso giova ai ragionamenti ma qui, come ben sapete il pensiero non dorme che, quando accade è solito generare mostri anche se non sono in molti a riferire questa frase all’acquaforte del Goya.

Quando gli alleati vinsero la guerra, Francia e Inghilterra cercarono, perfino con la forza, di costringere la Germania a pagare costosissime ed esagerate riparazioni di guerra. La Francia occupò con il suo esercito il centro nevralgico ed industriale della Ruhr nel tentativo di estorcere quelle riparazioni.

In realtà, se pure avesse voluto, la Germania devastata dal conflitto con un’economia in ginocchio non avrebbe mai potuto pagare quei “debiti”. La Storia ci racconta che alla fine i tedeschi  pagarono  una somma di molto inferiore ai tributi richiesti. Ora, per tornare alla nostra Repubblica di Weimar, possiamo ricordare  che negli anni dal 1913 al 1919 il PIL (Prodotto Interno Lordo) per ogni abitante, scese del 29% mentre dal 2007 al 2013, quello greco è sceso del 26%. Questo tanto per rendere l’idea delle dimensioni facendo un parallelo tra la devastazione subita dall’economia tedesca dovuta alla sua sconfitta militare e l’austerità che ha ristretto quella greca.7

Malgrado tutto la Grecia sta ripagando il suo debito con un avanzo primario (significa che le entrate superano le spese  senza considerare gli interessi dovuti) di circa l’1,5% del solito e stracitato PIL, che, in termini poveri, altro non è che la ricchezza che un paese è in grado di produrre in un anno. Tanto per rendere comprensibile la questione, l’avanzo primario italiano è stato azzerato negli anni tra il 2001 e il 2005 ed ora si attesta sul 4%. Tutto questo per dire che il problema di fondo di cui in realtà stiamo parlando non sono più le spese la gli interessi sul debito, una realtà comune, chi più, chi meno, a tutti i paesi. Affinché sia più chiaro, sia l’Italia che la Grecia hanno già da tempo restituito le somme prestate e ora stanno pagando gli interessi su quelle somme.

Cosa chiedono i creditori alla Grecia, che vi ricordiamo è un paese di soli 11 milioni di abitanti (circa tre città come Roma)? Com’è ovvio si chiede di tagliare ulteriormente la spesa pubblica, tagli che hanno portato il paese nella recessione economica. Ora qualsiasi studentello di economia a buon mercato sa perfettamente che questo porta inevitabilmente a una riduzione del gettito fiscale. E’ evidente che se le entrate si riducono, si riduce di conseguenza anche la possibilità di spesa e quindi di ripagare il debito.

Spesso nei ragionamenti che vengono posti in atto per difendere una tesi si dimenticano le proporzioni che invece sono fondamentali in economia dove sono proprio i numeri a fare la differenza. Per meglio comprendere cosa in realtà si sta chiedendo alla Grecia facciamo il classico ragionamento della serva che non guasta. L’Italia ha una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ora ammettiamo che avesse contratto un debito proprio di 60 milioni. Viene da se che per estinguerlo basterebbe chiedere ad ogni suo abitante la somma ininfluente di un solo euro pro capite ma, se la stessa somma l’avesse contratta la Grecia questa dovrebbe chiedere ad ogni suo abitante  la cifra di 5 euro e 45 centesimi. Lo stesso debito se dovesse essere pagato da Eurolandia che conta una popolazione di 330 milioni di anime costerebbe procapite solo 55 centesimi.

La Grecia in parole povere si trova nella stessa situazione della Germania del dopo guerra, non può pagare gli interessi sul suo debito e, considerato che si tratta della classica gallina dalle uova d’oro per i suoi creditori che, hanno già riavuto in dietro i capitali investiti, non credo che la uccideranno. E’ vero che al momento ha ottenuto solo una dilazione di 4 mesi, ma ne otterrà altre e poi altre ancora, consentendo quel fiume di denaro che se interrotto porterebbe non solo alla catastrofe della Grecia ma dell’intera economia europea.

In realtà alla fine si tratta di un gatto che si morde la coda e i due contendenti arriveranno a un accordo che potrà essere rivenduto da ognuna delle parti come una vittoria, la qual cosa poi, in definitiva, altro non è che…la Politica, con buona pace di quei duri e puri, salottieri e borghesi che ne discorrono al bar Casablanca fumando una Gauloise, la birra gelata…i titoli rossi dei nostri giornali che, Giorgio Gaber  è sempre attuale nelle sue fantastiche intuizioni.6

Comunque la pensiate, sperando di non avervi troppo annoiato, buona vita a tutti voi.

 

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