ERA LA BIRRERIA PERONI…

Lui aveva una nostalgia, era un po’ che non veniva a Roma, città di Papi, Imperatori e prostitute d’ogni sorta, quelle che Campana chiamava le antiche, forse per quel mestiere nato con l’uomo stesso. Lui ha qualche anno più di me, andavamo allo stesso liceo in quegli anni che poi sono passati come essere di piombo, di tutti i metalli il peggiore. Si dice che sia stato il motivo della decadenza dell’Impero Romano, avvelenato da quelle stesse condutture che ancora oggi sono meraviglia e svettano ruderi nelle campagne dell’agro pontino. Siamo tornati ad incontrarci dopo una vita, la mia, nomade e randagia, la sua stanziale ma lontano da quei natali che per un periodo avevamo condiviso e che a tratti varcano i cancelli argentei della memoria con il sapore di una nostalgia per certi versi, amara.  eravamo giovani ed ogni cosa sembrava alla portata del nostro braccio, perfino il passato che ancora lo potevamo toccare solo allungando la mano.

Era la Birreria Peroni uno di quei luoghi della nostra adolescenza, senza quattrini e alla perenne ricerca soprattutto d’inverno, di luoghi riscaldati dove con poche lire si poteva fare nottata tra pannelli di legno alle parete e un leggero odore di cera. Gli affreschi sui muri e la voglia di stare assieme. I primi tempi ti portavano perfino la mostarda in vasetti che alla fine andava via tutta con il pane e le chiacchere, infinite discussioni su tutto quello di cui si poteva parlare e, anche, di quello di cui non avevamo la più pallida idea. Un’opinione, la nostra l’avevamo sempre e non importava quale fosse l’argomento. Tra me e me, ero sicuro che di quello che avevamo lasciato non avremmo più trovato neppure le vestigia che la Roma di oggi non ci appartiene più se non nei monumenti d’un passato che di noi non poteva avere alcuna percezione. Un passato chiuso nei musei.

Siamo entrati. Di quello ch’era stata un tempo tracce sulle pannellature mal restaurate, le mura senza più affreschi. un po’ di legno qua e là. Una panineria tecno con tablet per ordinare, colma di giovani di una Roma che oggi, comunque sta meglio di come stavano noi. Una gioventù saldamente poggiata sulle spalle dei genitori, quei genitori che noi non vedevamo l’ora di lasciare per spiccare il nostro volo, orgoglioso e solo.

Amico mio, avrei voluto dirgli, resta poco di noi, figuriamoci di quello che è stato. A Piazza Navona i cingalesi vendono i mostaccioli e le statuine del presepio arrivano dalla Cina. Il Ristoro della Salute al Colosseo non c’è più, è morto Garibaldi con la sua tromba e hanno ammazzato il Gobbo che leggeva le carte. Possiamo ritenerci fortunati che nessuno sia 1mai riuscito a vendere Fontana di Trevi o le Statue Parlanti di Roma…quelle ci sono ancora.

Nonostante la Roma sparita abbiamo però passato una bella serata tra quelle cose che sono storia davvero e che, speriamo possano rimare ancora per molto a testimoniare quello che noi non saremo mai più, Birreria Peroni a parte.

 

2 thoughts on “ERA LA BIRRERIA PERONI…

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