FACCIAMO NOI LA STORIA, SERENISSIMAMENTE SERENISSIMI…

Trasformano una vecchia pala meccanica Fiat Allis mezza arrugginita del 1980 in un carro armato. Una joint venture tra un ingegnere moldavo che progetta il cannone e un tornitore del bresciano che lo realizza. Sono talmente contenti e soddisfatti che questo ibrido a metà strada tra un carro di carnevale e un diversamente cingolato, che  lo battezzano Tanko.  Non si tratta dell’ultimo film della Walt Disney sulla solita banda di ragazzini tremendi e combina guai ma dell’ultima frontiera del secessionismo veneto, non pago della figuraccia rimediata con il referendum farlocco che li ha visti comprare pacchetti di voti in Cile, Serbia ecc. come si trattasse di Canzonissima o dei nominati della Casa del Grande Fratello.

Dalle intercettazioni risulta che l’Alleanza, santa o meno non ci è dato di sapere, si è costituita in un ristorante di Erbusco nel bresciano tra piatti di casonsèi e fiumi di buon vino che saldano tra loro i novelli “terroristi” di Brescia Patria e Veneto Stato. “Giurate fedeltà al Serenissimo governo della serenissima repubblica di Venezia?”. “Lo giuro!” rispondono in coro gli avvinazzati secessionisti registrati dalle serenissime cimici del Ros dei Carabinieri che a stento devono essersi trattenute dallo sbottare a ridere. “Più che tagliare il salame noi abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite”, continuano e sembra di essere in un film di Lina Wertmuller.

Ambasciatore del Nuovo Stato Veneto era stato designato Franco Rocchetta, ex militante di Lotta Continua che nel 68 già cambiata idea va nella Grecia dei Colonnelli con alcuni leader post fascisti, finché nel 70 diventerà l’ideologo della Liga Veneta che però creerà solo dieci anni più tardi. Siccome al peggio non c’è mai fine, sarà anche sottosegretario agli Esteri con il governo Berlusconi, sottosegretariato che giustifica pienamente la sua nomina ad ambasciatore.

“Via tutti gli stranieri e tutti i forestieri”. Puristi di una fantomatica razza veneta e un po’ xenofobi nei confronti degli immigrati, per procurarsi le armi leggere necessarie all’insurrezione si affidano, ovviamente, ai clandestini albanesi perché ancor prima degli ideali viene, logicamente la coerenza. Non manca neppure un fantomatico killer siciliano che qualcuno avrebbe voluto ingaggiare, ma alla fine non se farà nulla. Sogno nel cassetto dei nostri secessionisti è una oceanica manifestazione in Piazza San Marco, centinaia di persone armate inneggianti serenissimamente alla serenissima e poi lui, solenne e sferragliante che entra nella piazza tra ovazioni festanti, lui…Tanko! Il cingolato de noartri veneti era custodito in un capannone della zona industriale del casalese, in Via Veneto…e come poteva essere diversamente? Pensante diversi quintali i carabinieri hanno dovuto faticare non poco per sequestralo e portarlo via. Il Tanko che doveva conquistare l’indipendenza del Veneto, non ne voleva sapere di mettersi in moto. “Siamo in un momento fragile” dice 133 rappresentante di Brescia Patria, sempre intercettato dalle serenissime cimici “perché arriva una squadra di carabinieri, vabbè…ci arrestano tutti”. Profetico, di fatti cosi è andata.

Ora questo gruppo di demenziali secessionisti nostrani deve rispondere di associazione terroristica, fabbricazione e detenzione di armi da guerra e eversione dell’ordine democratico.

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