FACEBOOK  LA DITTATURA DEI SISTEMI NUMERICI

LA DITTATURA DEI SUSTEMI NUMERICI

 

Internet non è solo quello che sembra è anche molto altro che non appare. Di sicuro non è un luogo dove si può esplicare la democrazia, anzi, da questo punto di vista è la dittatura assoluta e l’esaltazione del arbitrio personale senza possibilità di appello. Seppure si è portati a ritenere di essere delle persone quando navighiamo in rete, in realtà non è cosi, siamo delle sequenze numeriche e rispondiamo a quelle regole matematiche che governano i numeri. Facebook, la parte di internet più conosciuta e utilizzata, pur apparendo anch’essa come un luogo di libertà è una piattaforma privata dove la vessazione e le decisioni senza appello sono la sua stessa ragione di essere ma non perché la rete sia buona o cattiva in se, soltanto perché sono numeri a prendere, per cosi dire, decisioni e non esseri umani.

Vi sarà capitato di vedere su Facebook della pornografia, l’esaltazione della violenza e ogni altra forma di brutalità compresa la pedofilia. Vi sarà anche capitato di segnalare questi contenuti e di sentirvi rispondere che non offendono in alcun modo gli “standard della comunità”. zazzaroni-facebookSarete rimasti basiti come qualsiasi essere umano degno di questo nome. In realtà vi ha risposto un logaritmo, un numero complesso che è in grado di svolgere una serie di funzioni, compresa quella di rispondervi. Nessuno ha in realtà esaminato la vostra segnalazione, il sistema si basa su numero di segnalazioni per unità di tempo. Un sistema che non è in grado di rilevare se in quel contenuto che avete segnalato ci siano o meno offese , violenza o quant’altro. Il sistema rileva anche se avete in un commento scritto tutto in maiuscolo, oppure abbiate citato il nome di chi vi segnala usando la prima lettera maiuscola. I numeri non ragionano e quindi non sono in grado di distinguere i vostri sentimenti, le vostre emozioni ma se li mandate “affanculo” ricordate che se quella parola è tra quelle da non utilizzare… vi comprenderà perfettamente sanzionandovi ulteriormente. Si tratta in definitiva di un sistema abbastanza idiota ma altamente sofisticato, tanto che molti di voi non si rendono neppure conto di parlare con numeri.

Non c’è un manuale di utilizzo della piattaforma, quindi di volta in volta l’utente scopre a proprie spese come funziona e le possibilità di appello sono pressoché inesistenti non essendoci realmente la possibilità di interloquire con un essere umano ma soltanto con un’altra sequenza numerica (ovviamente le cose leggermente più complicate ma cerchiamo di essere il più semplici possibili) che prevede un numero limitato di situazioni, quasi mai quella che vi riguarda. Per quanto vi possa sembrare ridicolo quando vi si aprirà l’icona con le faccine che esprimono o meno il vostro gradimento per essere stati trattati come delle nullità, cliccate sempre su quella infelice. Il sistema numerico non gradisce la vostra insoddisfazione e mette in moto altre sequenze numeriche che cercheranno di catturare un vostro smile di grande soddisfazione.

Quando sono apparsi i grillini sulla scena politica si è creata l’illusione e l’aspettativa di una possibile “democrazia digitale”, illusione nella quale sono caduti anche alcuni partiti con la creazione di “circoli virtuali” in rete. Circoli che sono la negazione di ogni minima forma di democrazia per forza di cose…. Internet è dittatoriale e ogni forma di democrazia solo una illusione. Anche in quei circoli vigono le stesse regole matematiche che inevitabilmente governano tutta la rete.

Qualsiasi situazione o “sito” che troverete su internet funziona esattamente nello stesso modo, sia che ci si muova su Facebook, la piattaforma britannica Meetup,logo_tilt_2 quella usata dai grillini che per inciso è a pagamento o qualsiasi Blog al di fuori di queste e ce ne sono una infinità. Alla base c’è sempre lo stesso identico sistema, come dicevo dittatoriale. Anche qui in questo Blog dove il pensiero cerca di rimanere sveglio posso escludervi in ogni momento e fare ciò che mi piace e pare, il non farlo dipende soltanto da me, il che al massimo mi pone sul piano di “dittatore buono”.

I numeri sono solo dei numeri e che due più due faccia quattro, non mettetevi a ridere, è una decisione arbitraria universalmente accettata dalla quale scaturisce la matematica che siamo abituati a conoscere e la conseguente geometria euclidea. Forse vi sorprenderà sapere che esistono geometrie non euclidee dove due rette parallele si incontrano ma questa è un’altra storia e io non sono un matematico ma un utente di internet esattamente come voi che state leggendo.

In ogni caso se perfino la certezza della matematica viene messa in discussione, figuriamoci se su internet voi siete persone reali. Assolutamente no, non solo non siete reali ma una semplice e solita sequenza numerica.  Potete perfino benissimo non essere nemmeno voi…ma un altro o addirittura nessuno. La stessa Facebook quando vi chiede di postare il vostro documento, non vi  chiede di postarne uno vero ma uno appena credibile realizzato anche con programmi molto al di sotto del più noto Photo shop e che contenga un nome e cognome previsto dai suoi logaritmi.  Molti utenti con nomi particolari si sono dovuti registrare con nomi fittizi perché il sistema non accettava quelli veri. Provare per credere. Del resto creare un “account” falso è la cosa più semplice di questo di mondo e ci sono buone probabilità che su Facebook siano molti di più quelli falsi che quelli veri. Il fatto che voi che state leggendo in questo momento vi sentiate “veri” non deve trarvi in inganno, non è assolutamente cosi.

Sappiate inoltre che in ogni momento e per qualsiasi motivo Facebook può chiudere il vostro account sia a causa di segnalazioni, siano queste vere o false il sistema non le distingue (solo in questo è democratico per lui siamo tutti sequenze numeriche e valiamo la stessa cosa, cioè nulla) o per qualsiasi altro motivo che non è nemmeno tenuto a dirvi. Tutto questo lo avete accettato quando vi siete iscritti cliccando su “accetto” e, ovviamente, nessuno ha mai letto cosa accettava.

Tutta internet e lo stesso PC che sia io che voi stiamo adoperando in questo momento si basa su un sistema matematico molto più semplice e primitivo di quanto voi possiate anche soltanto immaginare, quello binario dove in realtà la vostra tastiera, le immagini che state vedendo, altro non sono che il prodotto di due semplici segnali combinati tra loro…. Passa la corrente oppure non passa la corrente. Il vostro pc è un meraviglioso e “arzichecolato” interruttore come quello dell’abajour che tenete sul comodino. Questo però non significa che potete usare l’abajour per “chattare”.

Detto questo in modo assolutamente empirico e semplificato, dovrebbe essere semplice comprendere che il vostro pc è in realtà una macchina “stupida” solo che lo è a una velocità impressionate tanto che questi passaggi di corrente creano attrito e di conseguenza lo riscaldano. Il rumore che sentite quando lo accendete è quello di una banalissima ventola di raffreddamento. Non apriote mai il vostro Pc, rimarreste delusi, è vuoto.

Vi manca ancora un elemento e poi possiamo procedere, il vostro pc non è in grado di fare operazioni complicate come divisioni o moltiplicazioni, in realtà lui sa fare solo la somma, che non me ne vogliate è l’unica operazione esistente in matematica, le altre tre sono solo dei cloni per semplificarci la vita a noi esseri umani ma, per un pc sarebbero incomprensibili, lui non dimenticatelo è solo un interruttore… si accende la luce si spegne la luce. La sottrazione quindi è in realtà la somma di quanto manca per arrivare a…, 5 per 5 è 5 più 5 più 5 e cosi via, divisione compresa che è una somma camuffata.

Tutto questo polpettone per cercare di rendere comprensibile che Facebook, funziona in un modo piuttosto semplice, sebbene non conosciamo ( nessuno lo sa) le regole che lo determinano, regole che comunque sarebbe inutile conoscere, tanto chi decide non sarete mai comunque voi.

Non spaventatevi, questa era solo la premessa, il meglio è passato come diceva Flaiano. Quello su cui volevo intrattenervi è quanto sta accadendo in Facebook in relazione ai gruppi, gruppi nei quali molti di voi sono iscritti, commentano e postano. Dalla parte opposta ai gruppi ci sono le pagine ma che sono situazioni completamente diverse e che siamo costretti a tralasciare per non annoiarvi oltremodo che, se siete arrivati fin qui a leggere, già siete degli stacanovisti meritevoli di un oscar. Invece, siccome siamo in rete non vincete nulla.

I gruppi sono “gestiti”, le virgolette sono d’obbligo, da “admin” o amministratori. Va da se, se avete seguito fin qui che l’amministratore è il proprietario assoluto e indiscusso del gruppo, la vostra iscrizione è lui a deciderla, cosi come se farvi scrivere oppure no e, a suo indiscutibile giudizio se espellervi dal gruppo o addirittura “bannarvi” imagestermine con il quale si intende che il gruppo viene oscurato e voi non potete più nemmeno vederlo, in tempi antichi si chiamava ostracismo ma, anche questa è un’altra storia. Si comprenderà come in tutto questo la democrazia non c’entri nulla, meno che mai una qualsiasi forma di partito o movimento che sia e badate bene che in questo non c’è alcuna differenza se siete su Facebook, sulla piattaforma Meetup del M5S oppure su questo mio personale Blog, il meccanismo è sempre lo stesso e assolutamente identico. I numeri in questo sono assolutamente ecumenici.

In passato i gruppi si potevano facilmente hakerare e molti lo sono stati, sia gruppi del M5S che del Partito Democratico ma anche di destra, ovvero personaggi se ne sono impossessati spesso cambiando completamente “impostazione politica”, anche per solo puro divertimento.

In questo Blog ne ho parlato spiegando per grandi linee come si fa, oggi le impostazioni dei nuovi gruppi sono cambiate ma tutti i vecchi gruppi, soprattutto quelli che sono su Facebook fin dall’inizio del sistema possono essere facili prede.  In genere chi li gestisce è abbastanza sprovveduto relativamente ai meccanismi di Facebook, mentre chi se ne impossessa al contrario è molto addentro al sistema.

Anche se ultimamente Facebook ha reso più difficile impossessarsi di un gruppo (oggi c’è la funzione socio fondatore che prima non c’era) è però abbastanza semplice riuscire a fare in modo che il gruppo possa rimanere senza amministratore in una sorta di limbo e preda di quanti si sono preventivamente iscritti per compiere questa operazione. Non descrivo come si possa fare per non alimentare ulteriormente questa pratica abbastanza diffusa su Facebook che sta provocando non pochi disappunti tra gli utenti. Uno degli ultimi gruppi “hackerati” è “Sfida: cerchiamo tutti gli italiani che non voteranno Berlusconi”, preso da un noto gruppo di estrema destra che ha estromesso tutti i vecchi amministratori.

Facebook non si è mai eccessivamente preoccupato dei gruppi, mentre ha fornito tutta una serie di protezioni per le pagine che sono un “prodotto” completamente diverso. Il motivo è semplice, i gruppi sono dei luoghi “chiusi”, la negazione di internet che invece nasce per far circolare i “post” e di conseguenza le idee. Quanto viene immesso in un gruppo circola essenzialmente all’interno del gruppo stesso  tra i suoi iscritti. Infatti per poter partecipare, commentare e postare bisogna essere iscritti ed essere ammessi dal suoi o dai suoi amministratori che lo faranno se mai ancora non lo avete capito a loro insindacabile e inappellabile giudizio. Una cosa che in alcuni casi ha portato questi personaggi a farsi tutta una serie di illusioni sul loro ruolo. Le regole che generalmente vi trovate scritte come messaggio di benvenuto sono soltanto una finzione, dispiacete in qualsiasi modo a un amministratore (anche soltanto non mettendo il mi piace ai suoi post) e sarete fuori dal gruppo in un batti baleno.

Se il gruppo è sulla funzione “aperto” anche da “fuori” si possono leggere i contenuti anche se non si può commentare (potete però mettere mi piace sia al post che ai commenti, il mi piace in rete ha una sua intoccabile sacralità, diciamo che è un algoritmo dorato). Se il gruppo ha la funzione “chiuso” è l’assoluta negazione di internet nulla di quello che viene prodotto circola in rete, rimane sepolto la dentro ad uso esclusivo degli iscritti.

Viene da se che tutti i gruppi porno su Facebook sono sulla funzione “chiuso”. Un tempo questa funzione poteva essere cambiata a piacere dell’amministratore poi Facebook l’ha limitata e oltre un certo numero di iscritti non si può più mutare. Anche qui il motivo è semplice e legato sempre ai gruppi porno. Alcuni amministratori burloni lo aprivano a loro discrezione e molte signore piuttosto libertine si sono viste all’improvviso messe per cosi dire a nudo davanti a tutti. Una cosa che se è piaciuta a molti non è stata di gusto delle signore in questione.

Le funzioni comunque cambiano di continuo e senza che gli utenti ne siano informati. Normalmente, non so per quale mistero, di solito peggiorano le situazioni. In rete si  procede per mazzate sui denti quando ti capita qualcosa scopri la funzione e la subisci, il metodo che Pavlov adoperava per addestrare i cani.

Per la cronaca esistono anche i gruppi segreti. Quelli non sono nemmeno visibili e non possono essere individuati nemmeno con la funzione “cerca”. Solo chi è iscritto può vederli, commentare e tutto il resto. Vi lascio immaginare cosa accade al loro interno. Di solito sono utilizzati da esaltati come quelli che hackerano gli altri gruppi per raccontare le loro gesta oppure per coordinamenti che si creano su Facebook per le cose più disparate che vanno da come organizzare le scie chimiche alla ricetta segretissima della torta della nonna e, non crediate che queste persone non si prendano sul serio.

Normalmente chi vuole stare tranquillo e ha pratica di Facebook, non gestisce un gruppo con il suo vero account (le pagine non sono mai gestite con un account vero) che come ho cercato di spiegare può essere in ogni momento sia chiuso arbitrariamente per una serie svariata di motivi. Se gestite un gruppo o una pagina con un account “vero” e questo vi viene chiuso perché segnalato anche solo per dispetto, oltre a perdere tutto quanto avevate in foto scritti o altro, perderete anche il gruppo o pagina che sia.

Per questi motivi molto probabilmente sia i partiti politici che i personaggi politici non si sono mai molto preoccupati dei gruppi che, al contrario delle pagine non sono difendibili in nessun modo. Va da se che se esistesse un gruppo realmente accreditato a un partito e questo venisse hackerato da gruppi che si rifanno alla parte avversa il danno di immagine in rete non solo sarebbe enorme ma non ci sarebbe modo di porvi rimedio.

Va da se che ogni giorno fioriscono nuovi gruppi su i più disparati argomenti compresa la politica che poi è l’ultima arrivata e la meno attrezzata essendoci giunta sulla scia del Movimento 5 Stelle. Politica che non ha ancora ben compreso ne le possibilità,ne le finalità e neppure cosa si possa e cosa non si possa ottenere su Facebook.  . Ogni amministratore o gruppo di amministratori che fanno riferimento a una fazione politica si sente un premier in pectore allo stesso modo in cui al bar dello sport siamo tutti allenatori della nostra squadra del cuore e spesso con gli stessi effetti piuttosto ridicoli che fanno più che altro danno alla parte che si vorrebbe cosi malamente rappresentare.

Pochi si sono resi conto in questi anni che proprio internet ha avuto un ruolo determinate nello smontare e soprattutto nel mettere in ridicolo proprio quel Movimento di Beppe Grillo che tanto affidamento aveva inizialmente fatto su questo strumento. Una serie di personaggi al limite del folclore hanno contribuito a creare quel sillogismo ormai inscindibile per cui un grillino viene identificato come una persona sostanzialmente ignorante e con poche capacità intellettuali ed estremamente volgare. Di fatto tutti questi “grillini” che negli anni passati hanno affollato la rete e di conseguenza Facebook hanno creato un enorme danno proprio a quel movimento che, a vario titolo, volevano sponsorizzare. Facebook, come tutta la rete ha delle potenzialità da non sottovalutare, per quanto comunque non illimitate.

Una cosa simile sta ora avvenendo attorno agli altri partiti, soprattutto attorno al Partito Democratico dove una serie impressionante di personaggi a dir poco equivoci, si attribuiscono le paternità più disparate. Senza necessariamente fare i nomi che chi frequenta questi gruppi sicuramente conosce, si va da chi si attribuisce il merito della vittoria di Matteo Renzi alle Regionali, salvo poi sponsorizzare la minoranza dem, a quello che cerca disperatamente attraverso le chat i mi piace per i suoi post non si sa a che titolo e per farci cosa. Si passa attraverso una illetterata che lascia regolarmente nella borsetta le “h” del verbo avere a quello che si è creato un movimento tutto suo sulla scia grillina che sponsorizza un Matteo Renzi fuori dal Partito Democratico come fosse la cosa più intelligente del momento e che poi riesce a farsi nominare amministratore di un altro gruppo con un account falso. Tra tutti spicca il finto emigrato in Germania che più che un gruppo sembra gestire la riunione degli alcolisti anonimi condendo i post di sproloqui, parolacce e deliri di ogni genere.

Se si entra nel dettaglio di questi gruppi ci si rende immediatamente conto che in realtà non si tratta di gruppi diversi ma più o meno dello stesso gruppo. I loro componenti infatti sono sempre gli stessi e questo è dovuto ad un’altra funzione propria dei gruppi, quella di poterci riversare i propri amici (di Facebook ovviamente)  senza che questi lo sappiamo (i più non se ne accorgono nemmeno di farvi parte). Questo crea artificiosamente gruppi anche di migliaia di iscritti (anche più di 20 mila, quelli non politici arrivano anche al milione) ma che non sono assolutamente reali.

A mia volta quando mi iscrivo a un altro gruppo per cosi dire amico ci posso riversare gli amici che alla fine sono sempre gli stessi nei vari gruppi benché appaiano come gruppi diversi. Molti di questi gruppi sono amministrati dalle stesse persone. Al contrario delle pagine gli amministratori sono visibili e ognuno di voi può controllare.

In realtà un gruppo anche di 30 mila persone se lo si va ad analizzare si tratta mediamente di un gruppo al massimo di 500 persone che svolge una qualche attività come commentare o postare, gli altri sono al massimo ignari spettatori e nella migliore delle ipotesi aleggiano come fantasmi. Per determinare in modo empirico (ma abbastanza preciso) quanti sono gli iscritti reali, basterà andare sul post fissato in altro e vedere quanti “mi piace” ha. Vi renderete conto che anche in un gruppo di 20 o 30 mila persone quel numero è ridicolamente  piccolo rispetto alla potenziale platea.

Una domanda vi verrà spontanea, ma che riscontro hanno in rete questi gruppi? E’ presto detto,praticamente nessuno. Gli utenti attivi su Facebook Italia in un mese ammontano a 25 milioni, comprendete bene come un gruppo anche di 50 mila iscritti rispetto a quella cifra è assolutamente risibile e di nessun impatto da un punto di vista prettamente politico. Un gruppo anche di quelle dimensioni nella realtà della vita quotidiana non riuscirebbe neppure ad eleggere l’amministratore di un piccolo condominio.

La stragrande maggioranza di questi gruppi serve esclusivamente ad esaltare i propri amministratori che si sentono investiti da una missione auto referenziata, certamente non sono di nessun aiuto al partito che intendono sponsorizzare anzi spesso  ottengono il risultato opposto. La maggior parte degli utenti infatti se ne tiene alla larga e non li frequenta. Chi invece li ha frequentati e ne è rimasto scottato dai metodi a dir poco dittatoriali li evita come la peste.

La cosa interessante è che questi gruppi nella loro quasi totale maggioranza non producono nulla ne dal punto di vista della così detta propaganda politica (qualcuno di voi ricorda agit e prop?) ne dal punto di vista del dibattito assolutamente improponibile su internet che privilegia rapidità e semmai slogans piuttosto che approfondimenti. Oltre le dieci righe non vi leggerà nessuno mentre una battuta folgorante otterrà un numero impressionante di mi piace e di visualizzazioni e quindi veicolerà molto di più il messaggio. I gruppi si limitano a fare pubblicità ai siti più disparati, spesso della parte avversa in quanto gli utenti sono a digiuno delle più elementari regole del sistema.

E’ prassi normale per esempio in quelli che fanno riferimento al Partito Democratico condividere da siti o pagine del Foglio Quotidiano, da Libero o dal Giornale con lo scopo di far commentare contro quelle testate. Costoro non si rendono conto ovviamente che cosi facendo non solo contribuiscono alla visibilità in rete di quanto vorrebbero contrastare ma attraverso la lettura e quindi i “click” di apertura  contribuiscono agli introiti pubblicitari di queste testate. Insomma il “nemico” non solo se lo portano a casa ma lo pagano pure che non è la cosa più utile alla causa  che in politica si possa fare.

Una cosa è certa, pochi di voi arriveranno a leggere fin qui, internet è il luogo meno adatto anche per discorsi su internet stesso. Come al solito, a quei pochi ce l’hanno fatta non posso che augurare una buona vita.

 

 

 

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