UNA GEMMA DEL CINEMA ITALIANO

 

Un frontale con la macchina a Cerveteri e quel vigile del fuoco notato negli anni 60 da Duccio Tessari, ci ha lasciato. Una faccia da eterno bravo ragazzo e un sorriso da cinemascope, poi, nell’età della ragione, compassato ed educato signore d’altri tempi. Ho avuto modo di lavorare con lui nel ’90 sul set di Dagli Appenini alle Ande, una miniserie televisiva di canale 5, in parte girata a Venezia.

Di lui posso dire che non era un attore nel senso classico che siamo soliti dare a questo termine ma piuttosto un artigiano, come lo sono stati molti altri nomi di un cinema che oramai non esiste più. Semplice, educato e cortese sul set, tanto da non poterlo che essere anche nella vita. Come lui stesso aveva raccontato, era abile nella manipolazione delle pistole, una cosa che faceva assai meglio di tanti attori western americani. Una passione che poi si è rivelata la sua fortuna.  Cosi, quasi per caso nacque Ringo, in un’Italia talmente filoamericana  che nessun western sarebbe stato credibile con un attore che si chiamava Giuliano Gemma. Difatti prese il nome di Montgomery Wood e fu un successo miliardario per i botteghini, che il nostro paese, lo sappiamo è fatto cosi, l’erba del vicino è sempre la più verde.Image00001

Ora, come tutti gli attori nell’epoca di quell’arte riproducibile tecnicamente infinite volte, continuerà a sopravvivere  nei suoi film che per quelli della mia età,  hanno segnato un’epoca, quella dell’infanzia dove tutto, ancora, era possibile.

Ciao Giuliano.

2 thoughts on “UNA GEMMA DEL CINEMA ITALIANO

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