HO AVUTO UN CANE…

HO AVUTO UN CANEHo avuto un cane, non potevo chiamarlo Sandokan perché a quei tempi non potevo essere banale, lo chiamai Yanez, Yanez de Gomera il suo braccio destro. Era un bastardo, nel senso buono, di pastore tedesco incrociato con un maremmano a pelo lungo, molto lungo e, un bastardo, nel senso vero del termine, lo doveva aver abbandonato.

Aveva deciso di adottarmi, mi aspettava ogni giorno fuori della villetta lungo i bordi della grande città dove abitavo, tutti i giorni, per più di un mese, senza fare nulla. Io arrivavo con la macchina e lui era li fuori del cancello. Io entravo con la macchina e lui restava fuori senza nemmeno tentare di entrare nel giardino. Alla fine vinse lui, mi bastò fare il gesto di indicargli di seguirmi e mi sembrò sorridesse soddisfatto, mentre entrava trionfante.

Avevo una specie di famiglia non mia, ne ho avute parecchie di famiglie non mie, io che non ne ho mai avuta una, prima che nascesse mia figlia e Yanez divenne una presenza costante. Era l’unico che quando tornavo a casa sembrava fosse contento di questo avvenimento e continuava ad aspettarmi per quanto, da quel giorno, da dentro il cancello. La sua vita in realtà non cambiò molto, praticamente vivevamo in campagna, era solo in cerca di un affetto e l’aveva trovato, aveva bisogno di amare che, il mangiare se lo era sempre trovato e non era per nulla patito.

Non amava i gatti e questo era un aspetto comune dei nostri caratteri, credo che nella sua vita randagia se li fosse mangiati anche se su questo aspetto non posso metterci la mano sul fuoco. Quando rivoleva la sua libertà grattava leggermente il cancello, io glielo aprivo e lui correva fuori da solo. Era uno strano rapporto il nostro. Una volta si riempì completamente di zecche. Il veterinario dovette tosarlo. Yanez si sentì nudo senza il suo pelo e non uscì dal cancello fin quando non ricrebbe. Anche io ci tenevo molto ai miei peli e non lo biasimai affatto. A me la barba era cresciuta molto presto e molto presto m’ero sentito un uomo senza esserlo in alcun modo, ma le ragazze, le ragazze questo non potevano saperlo. In un tempo giovane, bello ed eroico i miei peli mi avevano dato la sicurezza che ancora dovevo conquistare e, gli anni di piombo erano sembrati quasi una splendida avventura.

Yanez mi capiva, bastava dirgli una cosa perché la facesse. Non ho mai compreso come facesse,  io invece, quando mi parlava, pardon mi abbaiava, non è capissi un granché, motivo per il quale, spesso mi sono trovato ad interrogarmi su chi dei due fosse l’animale. A quei tempi mi ponevo molte domande, anche se le risposte sarebbero arrivate molto dopo e quando meno me lo aspettavo.

Ricordo di avergli parlato spesso. Lui si accoccolava per terra, abbassava le orecchie e mi stava a sentire. Credo che nessuno degli esseri viventi che hanno incrociato la mia esistenza abbia mai fatto una cosa del genere nei miei confronti. Di solito le persone vogliono essere ascoltate, di quello che tu hai da dire non interessa praticamente a nessuno. E’ anche vero che non ho mai offerto molti spazi  ne ho mai consentito ad alcuno di entrare profondamente nel mio essere, ma Yanez, Yanez era diverso. In cambio non mi chiedeva praticamente nulla. Di quanti esseri umani si può dire la stessa cosa? Se non avete mai avuto un cane state pur sicuri che vi siete persi qualcosa.

Yanez se n’è andato come era venuto, poco prima che mia figlia nascesse, come avesse voluto lasciarle completamente libero il campo. Sapeva che nel mio intimo  non ci poteva essere spazio per troppe persone.

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