IL FASCINO DISCRETO DEL SESSISMO GRILLINO

il fascino discreto del sessismo grillino

 

I buonisti, quelli sempre disposti a mettere sullo stesso piano vittime e carnefici hanno la memoria corta, forse perché amano mettersi in mostra come quelle comari che non potendo più dare il cattivo esempio danno a tutti il consiglio giusto.

Era il lontano 2001 quando Beppe Grillo già dimostrava il suo rispetto verso il gentil sesso apostrofando il premio Nobel Rita Levi Montalcini di “vecchia puttana” durante un suo spettacolo a Fossano. La Montalcini non si scompose più di tanto e citò Grillo in tribunale. Quello che ancora non era il Masaniello della politica nostrana patteggiò la pena davanti al giudici Luca Solerio, una multa di 4000 euro che Grillo pagò facendo poi ricorso in Cassazione per le spese legali. Alla fine dare della vecchia puttana al premio Nobel costò a Beppe Grillo in totale poco più di 8000 euro, non molto in definitiva, ma era la base su cui costruire il suo futuro movimento fascisteggiante e sessista che avrebbe fatto dell’offesa alle donne il suo punto di forza e cardine dell’azione politica tesa a insultare e offendere chi non la pensava come lui.

Infatti era solo l’inizio per il vecchio sessista. Nasce il Movimento 5 Stelle e una sua consigliera comunale di Bologna si permette di andare in televisione senza prima chiedere il permesso del padre padrone. Beppe Grillo non può perdersi l’occasione di infierire su una donna “sputtanandola” sul suo Blog. La consigliera è Federica Salsi. Grillo parla del suo punto G solleticato dal partecipare al talk show di Floris. Da brava donna grillina la Salsi incassò senza replicare l’offesa ma a quel tempo era la probabile candidata sindaco del M5S a Bologna. Nemmeno l’espulsione di Tavolazzi incrinò la sua fede grillina dichiarando anche in quell’occasione di essere senza se e senza ma con Beppe Grillo. Il fatto che il sindaco di Bologna guadagni poco più di 9 mila euro al mese è solo un dettaglio.

Solo con l’espulsione di Favia la Salsi si accorge che dentro il M5S c’è “un reale problema di democrazia interna”. Il 10 dicembre del 2012 Beppe Grillo la espelle dal M5S, senza se e senza ma. E’ forse questo il momento in cui i militanti del M5S si rendono conto di poter anche loro di poter dire quello che vogliono sulla moralità delle donne seguendo l’esempio del loro capo perché come si dice il pesce puzza sempre dalla testa.

E’ il 2014, Massimo Felice de Rosa deputato pentastellato in commissione Giustizia si rivolge alle colleghe del PD comunicando loro che sono in quel luogo solo perché sono brave a fare i pompini. Per la cronaca era il 29 gennaio ed erano le 21 di sera. Al contrario della Salsi le parlamentari del PD Micaela Campana, Fabrizia Giuliani, Maria Marzano, Assunta Tartaglione, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini e Alessandra Moretti lo querelano.

Ovviamente il deputato grillino nemmeno si scusa con le donne che ha offeso, al suo posto si scusa il capo della comunicazione grillina di allora Nicola Biondo, che maschi si nasce mentre Uomini lo si diventa e a tutt’oggi nessun maschio grillino ci risulta lo sia diventato.

Altrettanto ovviamente nessuna donna grillina sente la necessità di solidarizzare con le donne del PD, tanto meno la consigliera romana del M5S Virginia Raggi.

Sempre nel 2014, a febbraio, il vecchio sessista Beppe Grillo pubblica sulla sua pagina Facebook un post, “Cosa faresti se ti trovassi la Boldrini in macchina”. Vi lascio immaginare i commenti dei militanti grillini ai quali non pare vero di poter offendere in piena libertà una donna seguendo l’esempio del loro padre padrone,  riuscendo perfino a superarlo in volgarità.

Se pensate che la consigliera penta stellata Virginia Raggi o qualsiasi altro esponente del M5S abbia sentito l’irrefrenabile bisogno di esprimere solidarietà alla Boldrini per l’accaduto siete, ancora una volta, assolutamente fuori strada.

E’ il 2016 quando quello che a ragione può essere considerato l’organo di stampa del M5S, il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio pubblica una vignetta sessista sulla ministra Maria Elena Boschi che, in prima pagina la raffigura seduta scosciata con la didascalia “Riforme. Lo stato delle cos(c)e”.

Anche in questo caso nessuna solidarietà da parte di nessun esponente del M5S, del resto è il loro giornale a pubblicarla e, anche in questo caso, la consigliera Virginia Raggi non si sente offesa come donna e di conseguenza non ritiene di dovere dire nulla.

Sembrerebbe che al M5S e a tutti i suoi esponenti maschi o femmine che siano (non uso volutamente i lessemi uomini e donne che nel caso specifico mi sembrano impropri) non siano sensibili alle offese sessiste nei confronti delle donne e non sentano mai il bisogno di esprimere solidarietà o dire anche una sola parola, invece non è così.

E’ di questi giorni un articolo su un “giornale” molto discutibile come del resto è il Fatto Quotidiano. Si tratta di Libero il “giornale” di Vittorio Feltri e del suo editoriale su Virginia Raggi dal titolo “La Patata Bollente” allusione fin troppo evidente alla sua presuntta storia adulterina con Salvatore Romeo.

Bene voi non ci crederete ma dopo tutto questo silenzio dove mai nessun grillino si è mai sentito in dovere di difendere nessuna donna, si è levato un coro di proteste da parte di tutto il M5S. Beppe Grillo insorge: “Libero! Ecco l’informazione italiana!” e perfino Di Maio sempre cosi silenzioso in altri casi trova le parole per indignarsi: ”Non so se sia sessismo o semplice idiozia, in ogni caso mi fa schifo. La mia solidarietà a Virginia Raggi. La stampa ha superato ogni limite!”. Strano vero? Quella stessa stampa che aveva offeso la Boschi ma si vede che lui non legge il Fatto Quotidiano. Il fatto che sia indeciso tra sessismo e idiozia deriva solo dal fatto che Beppe Grillo si era dimenticato di scrivergli quello che doveva dire e si è trovato in un momento di difficoltà.

Lo so già che molti di voi mi diranno che sono diversi e che non intendono scendere allo stesso livello dei grillini, sebbene per farlo necessiterebbero di una pala per poter scavare. Avete ragione e anche io concordo con Topo Gigio di Maio che questa volta la stampa ha veramente esagerato.

Nel mo piccolo e per quanto possa contare nel grande mare di internet, nel caso che riguarda Virginia Raggi voglio esprimere tutta la mia solidarietà nei confronti delle patate, così meschinamente offese da Feltri nel paragonarle, seppur bollenti alla sindaca grillina della nostra capitale.

Già furono discriminate quando arrivarono dalle americhe, ritenute velenose furono usate solo come piante ornamentali e ora ricevono questo nuovo e ben peggiore affronto che non meritano nel modo più assoluto essendo uno degli alimenti più gustosi che la natura ci ha regalato. Anche i tuberi hanno una loro dignità, i grillini invece… non so e mi taccio come loro hanno fatto per anni.

 

 

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