IL LATO OSCURO DELLA RETE

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Seppure la parola è, in definitiva, l’unica cosa che ci distingue dalle bestie, è pur vero che questa distingue pure le bestie che cercano di passare per uomini. Ingiustificate offese, ingiurie, oltraggi di una lubrica sconcezza che danno il senso profondo della solitudine intellettuale, della frustrazione immorale e di quanto possa essere triviale ed inutile l’esistenza di chi li scrive, utilizzando il comodo paravento di una piattaforma virtuale, nel mentre chi li riceve è immobile in un letto di ospedale.

Quello che abbiamo letto in questi giorni in rete, non lo abbiamo sentito dire nemmeno ai pochi reduci dei campi di sterminio nei confronti dei loro aguzzini e, molto più di questi sciacalli del web, ne avrebbero avuto titolo. E’ evidente che nel panorama della rete, libera da quei freni inibitori propri delle società civilizzate che consentono ai suoi membri una vita sociale, non ci sono più spazi per l’etica o la morale e tanto meno per il dolore.

Le esternazioni di giubilo per la sofferenza altrui danno il senso del profondo squallore, della frustrazione e della solitudine in cui vivono questi ominidi, spinti ai margini di società complesse come possono essere quelle odierne. Internet consente di loro di avere una parvenza di socialità, seppure soltanto virtuale, irreale come possono essere pensieri che viaggiano su un sistema binario dove è possibile solo il si o il no, ubbidire o disubbidire, essere o non essere ai margini di un interruttore di corrente. Se questi sono uomini, verrebbe da dire, che “i vostri nati possano torcere il viso da voi” che non potete appartenere al nostro stesso genere umano.

Naturale che queste bestiali pulsioni tribali e primitive sono state sdoganate per cui oggi si ritiene possibile pronunciare, o meglio scrivere, ogni sorta di obbrobrio, di nefandezza o insulto, in uno squallore che sembra non avere confini, anzi in una gara a chi è in grado di dire il peggiore, il più sconcio, quello più lontano possibile da ogni umana dignità. Cosi come certi tardivi auguri di guarigione, dopo tanto osceno dire, suonano falsi come gli orgasmi delle prostitute.

Chi incoraggia queste bestie o, ancora peggio le giustifica, con quel buonismo tutto italiano che premia il peggiore a discapito del migliore, stia però attento che prima o poi gli si rivolteranno contro e azzaneranno pure lui, con la stessa identica ferocia e, magari, in quel momento non ci sarà nessuno che abbia voglia di difenderlo, nemmeno quelli che fino a un istante prima erano chini a leccar di lingua quanto per taluni è sacro ma solo per un banale errore.

 

 

 

2 thoughts on “IL LATO OSCURO DELLA RETE

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