LA NOTTE DEI CORTI CERVELLI

 

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Sembra passata un’eternità’ da quando abbiamo votato ed è venuto alla ribalta il M5S, invece è successo solo ieri. In pochi mesi nove milioni di elettori sono passati da un passionale innamoramento che poi altro non era che speranza alla disillusione. Gli amori ai tempi dell’Ebola, sia quelli politici come quelli di cuore, sono labili e cedevoli non avendo solide fondamenta su cui poggiare. Tra l’apparire e l’essere l’indicibile leggerezza di un tempo sospeso nel suo presente senza un passato e, tanto meno, un futuro.

 

Le ultime espulsioni mettono in luce, se mai ce n’era ancora bisogno, l’inconsistenza politica, morale e sociale di quanti avevano pensato di cambiare il paese non facendo assolutamente nulla. L’ennesimo psicodramma sempre meno collettivo dall’esito scontato e già scritto come lo fu a suo tempo quello ben più noto tra il Cristo e Barabba. Da questo punto di vista, nessuna novità sul panorama scheletrico di questo nostro bel paese che, storicamente parlando, ci ha abituato a ben altri fasti.

 

E’ altro quello che invece sorprende, sono le “miracolose guarigioni” di quanti appena espulsi, come uscendo da un coma, si rendano immediatamente conto di cosa in realtà fosse quel movimento di cui, fino al giorno prima, ne erano alfieri. Ognuno di loro lo vive come si trattasse del primo espulso: loro. Neppure si rendono conto del loro precedente complice silenzio. Mai nemmeno una parola di solidarietà con i colleghi epurati, nemmeno l’ombra di un dissenso come se tutto fosse l’assoluta normalità che, perfino la giurisprudenza condanna sia il “palo” che il rapinatore.

 

Fa sorridere a noi che apparteniamo a un’altra era, non potendo far altro che vederli come quelle “vergini dai candidi manti” sane solo nel davanti lasciando alla vostra fervida immaginazione, per chi non conoscesse il goliardico poemetto, come possan essere ridotte nel loro dietro.

 

Non si rendono conto questi deputati e senatori, di essere stati dei miracolati vincitori di una lotteria di cui nemmeno avevano comprato il biglietto, passando in un baleno dalla situazione di disoccupati cronici o piccoli impiegati a guadagnare una fortuna senza dover fare nulla. Nei meandri della loro mente, molto probabilmente pensano perfino di rappresentare qualcosa, perfino di essere rieletti la prossima volta come se la politica fosse ro i Twitter, le pagine di Facebook e i “like”. Se oggi i nomi di due di loro sono sulle pagine dei giornali, domani già saranno nel totale dimenticatoio come tutti gli altri che li hanno preceduti.

 

Una meteora questi grillini come l’era stato il Fronte dell’Uomo Qualunque (che almeno ci ha lasciato il neologismo “qualunquista”) o quel Mario Segni portato in auge dalla stagione dei referendum e poi dissoltosi nel nulla. La stessa sorte toccata a quel Di Pietro che volendo arrestare mezza Italia candidava poi il fior fiore della politica come gli Scilipoti e i De Gregorio che se solo il Lombroso avesse avuto ragione, il solo guardarli avrebbe fatto tremare i polsi a qualsiasi persona onesta.

 

Mai prim’ora si era visto un partito, pardon movimento, che prendeva i suoi voti e invece di fare qualcosa, se non per se, almeno per il paese, li buttava nel cesso (mi perdonerete il termine che però in italiano è l’unico che abbiamo per indicare quel posto essendo gli altri derivati dal francese o dall’inglese). Un suicidio che di certo non è piaciuto agli elettori, si sa che come popolo noi amiamo i finali lieti.

 

In una cosa sono riusciti i grillini, quella di portarci a rimpiangere gli Andreotti e i Craxi che i Di Battista o la Taverna sembrano macchiette di se stessi usciti da Zelig o da un altro programma comico. Come già avvenne per l’inimitabile Fede, essendo gli originali molto più comici delle parodie.

 

Oggi la politica corre veloce per quanto corra spesso verso il nulla ed è già corsa ai ripari. Per il ben noto principio dei cessi comunicanti, ora i voti da Grillo si travaseranno a Salvini, rimanendo inalterato l’ordine delle tazze che come risaputo seppur invertite non cambiano il risultato. Che tutto cambi perché nulla cambi, quanto fu profetico quel romanzo che più d’ogni altro seppe interpretare quello che realmente, come popolo, siamo.

 

foto di Ruggero Ruggy

 

2 thoughts on “LA NOTTE DEI CORTI CERVELLI

  1. I didn’t expect that Abhishek kaoopr eey cinemani intha baga teesthadani..Though I read novel,but still naku intensifying ga anipinchindi after watching the movie because of wonderful cast and also superb screenplay..Heights of awesomeness…Tnq Sujatha garu for u r review on this movie…:) 🙂

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