LA VITA PUO’ SOLTANTO ESSERE VISSUTA, NON RACCONTATA

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“Ho scritto quando non conoscevo la vita. Ora che so il senso della vita non ho più niente da scrivere. La vita non può essere scritta, può soltanto essere vissuta”. Sir Thomas Henry Hall Caine, scrittore e drammaturgo commentò così la condanna a due anni ai lavori forzati di Oscar Wilde per sodomia: “La tragedia più orribile di tutta la storia della letteratura”.

Uscito di prigione il 9 maggio del 1897, poverissimo e dimagrito di 10 chili, Wilde morirà a Parigi tre anni dopo soli 46 anni. In agonia, sul letto di uno squallido albergo di Parigi si dice che abbia aperto gli occhi per dire: “O se ne va questa tappezzeria o me ne vado io”.

Se ne andò lui, purtroppo. Il pubblico ministero durante il processo gli chiese conto di un suo scritto domandandogli cosa fosse l’amore che non osa pronunciare il suo nome.

“L’amore che non osa dire il suo nome in questo secolo, è il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane, lo stesso che esisteva tra Davide e Gionata e che Platone mise alla base della sua stessa filosofia. Lo stesso che si può trovare nei sonetti di Michelangelo o di Shakespeare”.

Ora il popolo irlandese rende giustizia a uno dei suoi geni letterari. Era ora!

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