LASCIO IL PD

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Pippo Civati esce dal PD. Cosi a freddo verrebbe spontaneo un ingeneroso “chissenefrega” considerate le decine di “penultimatum” che il personaggio ha lanciato in questi ultimi tempi.

“Rischio scissione” 4 maggio 2014

“Ognuno prenderà le decisioni del caso” 6 ottobre 2014

“Noi dovremo scegliere una strada” 24 novembre 2014

“Se Renzi continua cosi nascerà un nuovo partito a sinistra” 13 dicembre 2014

“Ce ne andiamo in primavera” 19 gennaio 2015

“Costruiamo questa alternativa”  25 gennaio 2015

Solo per citare a memoria alcuni dei “lascio” più strepitosi. Del resto se a Matteo Renzi può senza ombra di dubbio essere imputato il “decisionismo” che non guarda in faccia nessuno, il nostro Civati, ancor prima di essere il paladino dell’anti renzianesimo (novella dottrina che sostituisce a sinistra il giurassico antiberlusconismo) è il fautore per antonomasia  del non decisionismo. Dante non avrebbe avuto dubbi e lo avrebbe relegato in quel limbo degli ignavi che non prendono mai decisioni su nulla. Né carne né pesce ma neppure vegano si potrebbe dire oggi, tanto che non sono in pochi a dubitare che veramente abbia lasciato il PD e che se magari l’ha fatto a giorni, ci ripensa.

Animale di quei salotti decadenti e borghesi splendidamente descritti nella “Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino,7GB Pippo Civati ha una credibilità politica tendente allo zero assoluto. Eppure, eppure tenetevi forte alle vostre poltrone, qualcuno crede in lui, tanto da affermare che “quella di Civati è una scelta di lucida consapevolezza (è scritto proprio cosi, lucida consapevolezza) che apre spazi a prospettive nuove”. Da smaliziati partigiani di questo Blog dove il pensiero seppur a fatica cerca di rimare sveglio, vi starete sicuramente domandando chi possano essere i temerari che scrivono codeste affermazioni in bilico tra pantomima della politica e surrealismo. Semmai nella vostra innata malizia aveste “supposto” si tratti dei genitori del pargolo devo deludervi. La nota è niente popo’ di meno che di sei ex 5 stelle, tali Bartolomeo Pepe, Campanella. Casaletto. De Pin, Molinari e dulcis in fundo ma non per questo ultimo, Bocchino. Insomma la crema dell’intellighenzia post grillina, quelli che dopo esser stati eletti si sono accorti che Grillo, forse era un po’ fascista e, appena di destra ma essendo la seconda considerazione soltanto una estrema conseguenza della prima. In pratica sono sette,download i Magnifici Sette, pochi per formare un gruppo autonomo e accedere ai finanziamenti che, ovviamente, di spendere del loro per l’idea politica nemmeno a parlarne.

E i “civatiani” direte voi? Che fine hanno fatto i peones Tocci, Minneo, Casson e Ricchiuti che periodicamente tornano alla ribalta televisiva, unico e solo luogo deputato alla pugna politica? E’ proprio il caso di dirlo, i civatiani hanno fatto “pippa”  e rimangono, ovviamente, dove sono che fuori dal PD la loro visibilità è pari alla già accennata credibilità politica di Civati. I bersaniani allora lo seguiranno sicuramente nella creazione di quel partito della “sinistra di governo” che ricorda molto vagamente il partito di lotta e di governo degli anni ’70 anche se ormai siamo nel 2015 direte voi ancora una volta. Macché avete “supposto” male di nuovo. I bersaniani continuano la lotta ma dentro il partito che “ ‘cca nisciuno è fesso”, anonimo proverbio napoletano che ben sintetizza l’azione politica in questione.

D’altronde non potete pretendere che se gli stessi civatiani non seguono Civati lo facciano i bersaniani, un minimo di coerenza in questa fase politica ci vuole. Non rimane che lui, Lo Sterminatore di Armeni, il mitico ed intramontabile Stefano Fassina Chi, giovani-turchila cui corrente politica è riuscita nella titanica impresa di  far imbestialire l’Associazione Italia – Armenia che ancora si chiede con quale coraggio possa aver denominato la sua corrente con l’appellativo di Giovani Turchi.

Manco a farlo apposta avete ancora una volta “supposto” malissimo. Fassina non conoscerà la Storia ma certamente come i bersaniani non è fesso: “Capisco Pippo ma lasciare non deve essere una scelta solitaria”. Insomma vai pure avanti tu che a me vien da ridere.

A questo punto Pippo è solo e come un cane abbandonato sull’autostrada prima delle vacanze di agosto. Un’immagine tristissima e sconfortante per questo paese che segue con il fiato sospeso da circa un anno la vicenda del lascio o non lascio, altro che “Il Segreto”, la tormentata storia d’amore tra Pepa e Tristan.

C’è bisogno di un segnale, un segnale forte perché nessuno deve essere lasciato solo quando fa una scelta coraggiosa come quella di lasciare il PD.l43-letta-130623195607_medium Salvate il Soldato Pippa! E’ Nichi, Nichi Vendola che risponde all’appello, pronto a sciogliere SEL per creare un partito anti-Renzi. Bella forza direte voi, bastava aspettare le prossime elezioni e si sarebbe sciolto da solo come accadde a Rifondazione Comunista di cui SEL era una costola.

Se pensate che un combattente come Pippo Civati si possa arrendere per cosi poco siete fuori strada come lo fu Beppe Grillo quando lasciò precipitare nel burrone la sua auto. Pippo Civati guarda a Maurizio Landini. Ora il problema è che Landini è diviso tra due faccende di non poca importanza che farebbero tremare le vene di chiunque. La prima quella di contare le 60 mila copie del suo libro comprate in blocco da una cooperativa, la seconda quella di riuscire a capire cosa sia questa “Coalizione Sociale” che si è inventata che non è un partito, non è un movimento, non è un sindacato, insomma che fondamentalmente, almeno per il momento, non è.download (5)

Ora se Pippo è solo non che noi siamo in buona compagnia tra bollette dell’Enel sempre più salate che è vero che dopo due mesi te l’abbassano, ma solo la  tensione che al massimo poi ci tieni acceso il lumicino perpetuo davanti alla foto di povera nonna e le multe di Equitalia che solo un paese come il nostro poteva chiamare “equo” lo strozzinaggio legalizzato.

A noi resta solo la satira, l’ironia o, a voi piacendo, la presa per il culo, di questi guitti della politica televisiva, dei partiti costruiti a tavolino tra un’intervista dalla Gruber e una comparsata da Santoro in attesa del plastico da Bruno Vespa la sera tardi come non fosse bastata l’esperienza di Rifondazione Comunista prima e di Ingroia dopo o della Tsipras italiana, dei pseudo marxisti che eleggono in Europa una liberale! Fosse vivo povero Vladimiro detto Lenin li avrebbe presi a calci nelle terga lungo tutta la transiberiana.

Ora, larga la foglia e stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia e comunque la pensiate…fateve na risata che a piagne c’è sempre tempo.

 

 

 

3 thoughts on “LASCIO IL PD

  1. Già! A piagne c’è sempre tempo! Il fatto è che come si dice dalle mie parti ” a tempu i cina tutt’i strunzi accianinu a galla”(quando il fiume è in piena il rimescolio dell’acqua fa venire a galla tutta la merda) infatti a chiagne,al solito,saremo noi mentre loro(tranquillo) torneranno a galla.

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