LAUREATI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI

 

 

Erano altri tempi i miei. L’Italia da poco uscita dalla guerra si avviava verso il Boom economico costruito su rate, cambiali e la prospettiva di un futuro possibile. Studiare a quei tempi era una forma di emancipazione, nel sentire comune quel “pezzo di carta” la via verso il successo e il potere economico. La “cultura” un valore in se quasi apodittico, indiscutibile che innalzava rispetto agli altri.  Un laureato che svolgeva il lavoro per cui aveva studiato tanti anni percepiva un salario di gran lunga superiore agli altri e quella che in quel tempo andato era chiamata la “classe operaia” sognava di far studiare i propri figli.

Da una ventina d’anni a questa parte abbiamo invece assistito all’avvento della “mignottocrazia” per, sia per uomini sia per donne, quel tanto agognato pezzo di carta è diventato un inutile orpello.  Sono ben altri gli atteggiamenti che la società tende a premiare. Denaro e carriera derivano unicamente dalla disponibilità a vendersi al miglior offerente, la cultura in definitiva meno se ne ha è meglio è. L’essere cortigiani viene riportato agli antichi fasti. Ruffiani, galoppini, adulatori e lacchè d’ogni genere e grado diventano le nuove categorie professionali che sostituiscono i vecchi e obsoleti titoli di studio. La carriera anche in questi ambiti legata al lecchinaggio.  Le prestazioni sessuali sono sdoganate, il vero e proprio prostituirsi assume il nome di un vecchio modello di auto americana degli anni 80, forse un ultimo brandello di quel pudore definitivamente perduto.

E’ cosi che oggi una figura professionale spesso pluri laureata come un archeologo può essere pagata tra i 5 e i 7 euro orari per sei ore di lavoro al giorno con buona pace delle avventure del leggendario Indiana Jones.  Questo è quanto percepiscono per contratto gli archeologhi che seguono gli scavi dell’Italgas al fine di evitare problemi con eventuali ritrovamenti. Gli operai che invece eseguono quegli scavi percepiscono quattro volte di più, dal che deriva che oggi il problema di chi studia sia la lotta per equiparare il proprio stipendio a chi non ha dovuto studiare per nulla. Non ci rimane altro che dire: laureati di tutto il mondo unitevi!

 

 

 

 

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