LE CAMPIDOGLIE

1-LE CAMPIDOGLIEManca solo una mezza giornata, una mezza giornata di fuoco ai gazebi romani dove il popolo delle libertà è chiamato a scegliere tra Guido e Bertolaso.

“Presidente, purtroppo non riesco più a tenere i miei sulla candidatura di Guido Bertolaso. Di conseguenza per tenere insieme la coalizione di Roma ho bisogno che ci sia dentro non solo Matteo Salvini ma anche Francesco Storace”

Caspita è la riedizione casareccia della Marcia su Roma questa telefonata che lascia interdetto il povero Silvio Berlusconi. Ingrati avrà pensato, proprio a me che ho sdoganato i fascisti e li ho portati perfino al governo.

Poche ore prima, nei lidi siculi, un “ruspante” Matteo Salvini aveva appena ribadito alle masse che: “Bertolaso non è il mio candidato”, riuscendo perfino a fare una rima baciata, il che per uno che sa a mala pena leggere e scrivere è già un successo personale.

“Presidente (…) se vado separata da Salvini e Storace, per Fratelli d’Italia è il tracollo.” Non solo per i fratelli, aggiungo io di mio, ma anche per le sorelle, i cugini e gli zii, tutta la piccola famiglia che alle passate elezioni ha racimolato un incredibile 5,3%.

“Ho bisogno che lei tenga tutti insieme, altrimenti le nostre strade si dividono”. Visto e considerato che una coltellata già l’ha sferrata al povero ex Cavaliere, nonché ex Puttaniere d’Italia per sopraggiunti motivi d’età, la Meloni ci aggiunge un’altra pugnalata che, trattandosi di Roma è storicamente risaputo che fino a trentatré siamo nel minimo sindacale. Chiede anche un rinvio dei gazebo a poche ore dalla loro apertura.

“Cara Giorgia, siete stati voi a chiedermi di anticiparle di una settimana e io l’ho fatto. Per mandare a monte tutto, francamente, mi sembra tardi…”. Sarà pure anziano il nostro ma ancora non è del tutto rincoglionito, certe cose se le ricorda e non solo quelle.

“Se lei non ce la fa a tenere tutti insieme, io non posso sostenere Bertolaso, e anche se in questo momento non è la priorità della mia vita, sarei costretta a correre per il Campidoglio…”.  Povera creatura! Non la Meloni, ma quella che porta in grembo, già figlia del peccato, non essendo la signora sposata nonostante sia fervente cattolica sostenitrice della famiglia, quella tradizionale ovviamente.la meloni pronta a correre per il campidoglio

Antonio Tajani non ci pensa nemmeno: “Noi rimaniamo con Bertolaso. I gazebo sono già pronti.” Insomma o Roma o morte! Vacilla la presenza del Silvio nazionale ai gazebo, abituato ai bagni di folla non può rischiare una doccia fredda, a queste temperature poi e considerata la sua età.

Bertolaso dal canto suo e anche Guido, hanno ambedue fissato a 10 mila il numero di romani minimo per non gettare la spugna, il che su una città di 3 milioni di abitanti non è male. Peggio di cosi solo le condominarie del Movimento 5 Stelle, dove devi fare soltanto un clik sul pc di casa ma è risaputo i grillini non si sprecano nemmeno per votare on line i loro. Sono furbi i grillini, perché votare quando sanno che tanto decide Casaleggio?

Raffaele Fitto dal canto suo chiede a gran voce “primarie vere”, incredibilmente si è accorto che farle con un candidato solo rischiano di essere  una emerita “presa per il culo” e perdonatemi il francesismo. A Berlusconi non resta che paventare una riedizione del Nazareno ma temo si tratti non già di nuovo accordo, ma della sua crocefissione, magari proprio in Campidoglio e a reti Mediaset unificate. Sono lontani in tempi dell’Unto dal Signore quando era in grado di risorgere dopo tre giorni e fra vibrare di soddisfazione il buon Bruno Vespa.

One thought on “LE CAMPIDOGLIE

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