L’EDUCATO DISPREZZO DI MONTEROTONDO

Image00002Non per nulla il nostro è detto il Bel Paese, tanto che un noto caseificio gli ha dedicato perfino un formaggio, e all’estero siamo conosciuti come quelli della pizza e del mandolino, anche se ormai i “pizzettari” sono egiziani e vi sfido a trovare qualcuno in grado di suonare il mandolino con buona pace del  deputato  deLuigi Gallo del Movimento 5 Stelle che vorrebbe introdurlo come strumento nella scuola dell’obbligo. Noi siamo l’unico paese dell’occidente che aspetta dal 1948 di poter applicare la propria Costituzione e dove chi dovrebbe essere preposto a far rispettare le leggi è il primo a non rispettarle, siamo cittadini senza diritti perché se proprio davanti allo Stato siamo costretti a far valere un diritto che lo stesso Stato ha sancito, significa molto semplicemente che non ne abbiamo.

Per amare questo paese c’è un solo modo, non andare mai all’estero, soprattutto nella comunità europea, “l’estero” che dovrebbe essere più simile a noi. Un altro pianeta per tutto quello che riguarda Stato, Pubblica Amministrazione e quisquilie collegate. Se poi sei un disabile che ha qualche problema motorio, allora ti rendi conto che la cicogna, nel suo volo assai poco pindarico è stata particolarmente carogna a portarti proprio fin qui. Voi obietterete che nel mio caso quando mi ha sbolognato nel Bel Paese, ero sano come un pesce, ciò non toglie che, giacché partiva dall’Africa,  abbia avuto lo stesso quanto meno una certa dose di sarcastica ironia.

Ora accade che per motivi che non sto qui a raccontarvi, ma imprescindibili, mi sono dovuto recare presso l’Ospedale di Monterotondo, un ridente paesino del Lazio nei pressi di Roma. Non equivocate, i suoi abitanti soprattutto se disabili non ridono per niente, sono le forze dell’ordine locali che ridono di voi, soprattutto e a maggior ragione se siete disabili. Nel loro piccolo vi disprezzano ma con grande gentilezza. Ovviamente i posti per disabili sono occupati da grandi macchinoni privi del contrassegno che li autorizzerebbe a usarli. Mi trovo pertanto costretto a parcheggiare lungo il muro della strada in modo da non intralciare in alcun modo la carreggiata. Possono tranquillamente e senza nessun problema di manovra passare agevolmente perfino articolati con rimorchio sebbene sia in divieto di sosta con rimozione, ma non ho altre alternative.

Al mio ritorno, nemmeno un’ora trovo la sorpresa, una contravvenzione. Non solo, per quanto il parabrezza della mia C3 è ampio e ci sia larga e agevole possibilità di apporre la multa lungo tutta l’estensione dei tergi cristalli, questa è stata apposta in modo da coprire del tutto il mio tagliando al di la del vetro. Il messaggio è molto chiaro. Lo abbiamo visto e non ci frega nulla dei tuoi problemi! Le vetture che occupavano i posti riservati agli invalidi erano ancora al loro posto. Almeno le avranno multate considerato che sarebbe previsto da quel codice della strada che invece devono rispettare solo gli invalidi.Image00001

Se pensate che io sia un ingenuo, avete perfettamente ragione difatti i solerti pizzardoni, perdonatemi  questo francesismo tutto romano si erano ben guardati dal multarli, figurati ai loro occhi devono perfino essere sembrati degli autentici eroi alla luce di quanto poi accadrà.

Dopo qualche centinai di metri noto una targa della Polizia Locale con i numeri di telefono. Mi accosto con l’auto e telefono domandando lumi sull’accaduto. Una gentilissima voce di donna mi dice di passare presso di loro, in via Adige. Ovviamente gli uffici non sono in Via Adige, ma in un una traversa e alla fine quello che li identifica per chi non è di Monterotondo è il supermercato della Coop, se non erro ma sempre spaccio alimentare in ogni caso. Non ci sono posti per disabili davanti a questi uffici pubblici e  già solo da questo avrei dovuto comprendere il motivo di tale assenza, ma al peggio non c’è mai fine.

Faccio la fila che non dovrei fare ma siccome ancora non sono in sedia a rotelle non ho piacere di farmi compiangere dalla gente. Del resto non dovrò attendere molto. Ho in mano il mio bel tagliando della comunità europea, per inciso, esclusa l’Italia quel tagliando funziona perfettamente in tutti gli altri paesi e in caso di bisogno rivolgetevi pure alle forze dell’ordine, si metteranno al vostro servizio. Vorrei sapere come mai hanno multato l’auto di un disabile nei pressi dell’ospedale. La gentile signorina in divisa che credo sia la stessa che mi ha risposto al telefono e che in seguito sul verbale potrò identificare come Carolina S qualcosa non essendo il cognome leggibile, mi dice che quello che ho in mano è solo il preavviso e che se i suoi colleghi hanno ritenuto opportuno di multarmi ciò è cosa buona e giusta, anche se le sue parole sono state altre, il senso era esattamente questo. Le faccio notare che i miei posti erano occupati da non aventi diritto, la qual cosa, non solo non la sorprende ma le disinteressa del tutto cosi come il tagliando che ho in mano che per lei potrebbe essere la pubblicità del Circo Orfei o altro. Siccome quel foglietto non è firmato allora chiedo se si può conoscere il nome del solerte vigile urbano, anche a mio modesto parere, urbano mi sembra leggermente fuori luogo. E qui comincia il vero divertimento, anche se, ovviamente non per me.

Assolutamente no, i nomi sono coperti da segreto di Stato e qui hanno ragione quelli che criticano Renzi, mica è vero che i documenti sono stati de secretati e se lo sono stati la cosa non vale per Monterotondo. Siccome parlare con la gentilissima signora o signorina Carolina sembra un gioco a premi e le cose bisogna tirargliele fuori con le pinze. Riformulo la domanda che devo aver mal posto e finalmente scopro che c’è un modo e uno solo per conoscere il nome del solerte vigile urbano, anzi due mi dice sorridendo come a dire, te lo credevi che era una solo ma no, vanno a coppia, che se il codice penale punisse anche i pensieri, lascio a voi immaginare il mio. Attesa di suspense, ora mi dice come si fa a sapere quei due nomi. Bisogna farsi notificare il verbale.

Non vorrei tediarvi troppo, anzi spero che vi stiate divertendo ma in tutto questo tempo, la gentile signora o signorina che sia, del fatto che davanti a lei c’era un invalido con seri problemi, non gliene è interessato il benché minimo tubo. Che noi non amiamo le parole scatologiche che in questo caso ci starebbero tutte.

Mi faccio notificare il verbale, la qual cosa avviene seduta stante, me lo consegna e io lo leggo, non so per quale motivo ma non fidavo molto della Polizia locale di Monterotondo forse per una di quelle sensazioni a pelle che sono difficili da spiegare. Mi rendo conto che non solo mi si contestava il fatto di aver parcheggiato in divieto di sosta in zona rimozione senza minimamente menzionare che la vettura esponeva regolarmente il tagliando per invalidi, ma mi si contestava pure che non erano riusciti a leggere l’anno di scadenza dell’assicurazione. Certo se non avevano visto il tagliando degli invalidi grosso, cosi figuriamoci un anno stampato in piccolo. Non lo firmo gli dico, questo verbale dice il falso, il tagliando era regolarmente esposto e lo faccio presente alla gentile signora o signorina Carolina. Manco a dirlo  per la gentile signora o signorina si tratta di un dettaglio non solo insignificante ma che non rientra minimamente nel suo interesse. Devo dire a onor del vero, che la signora o signorina Carolina per tutto il tempo che è durata questa farsa è sempre stata gentilissima nel suo totale disprezzo per la mia condizione.

Mi dice che anzi lo devo portare in visione. Le faccio notare che la mia auto sta proprio qui fuori, fuori anche delle strisce che per legge dovrebbero delimitare il parcheggio per disabili fuori dagli uffici pubblici aperti al pubblico, non essendoci. Volendo può verificare lei stessa. A quel punto ho compreso perché in Italia uno spesso strato di cristallo separa tutti noi dagli addetti al pubblico, cosa che all’estero non solo non troverete mai neppure in banca ma addirittura tutti gli operatori se non hanno il cartellino con il nome ne hanno uno con un numero identificativo. Quel vetro consente agli operatori italiani di rimanere in vita qualsiasi cosa dicano o facciano. Le chiedo se mi sta dicendo che devo nuovamente uscire, recarmi fino all’auto prendere il tagliando regolarmente esposto e portarglielo a far vedere? Non solo è esattamente quello che devo fare, dal che se ne deduce che comprendo perfettamente la lingua italiana, ma che se voglio posso anche tornare un altro giorno oppure in qualsiasi altro ufficio di Polizia Locale. Sono momenti come questi che ti ritorna alla mente quando hai fatto il militare, nel mio caso come Ufficiale di complemento e ti dispiace di non aver riscattato la tua Beretta e convertito il porto d’armi. Quei vetri non mi sembravano a prova di proiettile. In ogni caso quell’arma non l’avevo riscattata e il foro nel vetro era troppo stretto per infilarci una mano e strangolare lentamente la gentile signora e a quel punto speravo per l’eventuale consorte,  meglio signorina.

Mi reco di fuori, asporto il tagliando dell’assicurazione che devo dirvi non ho mai avuto in vita mia un tagliando cosi bello, nuovo, intonso come fosse appena uscito dall’ufficio e g in tutte sue parti comprese quelle future che un giorno ci scriveranno. Rientro. Davanti allo sportello un altro utente. Faccio notare alla signora o signorina che sono quello di prima e sempre disabile come prima non essendo possibile guarire e che proprio ad essere pignoli ma molto pignoli, come le donne in cinta avrei la precedenza.

Gentilissima nel suo totale e completo nonché assoluto disprezzo mi dice che posso tranquillamente aspettare che finisce con l’imbarazzatissimo signore prima di me, se voglio mi posso perfino accomodare su una di quelle sedie la in fondo. Se veramente un iddio qualsiasi esistesse e fosse buono e giusto come dicono le religioni, in quel momento un fulmine l’avrebbe tagliata in due. Attendo ma evidentemente la divinità era impegnate in cose assai più importati della mia vicenda kafkiana.

Ritocca a me e mi alzo, per fortuna ci sono solo io e nessuno di scatto può fregarmi il posto. Esibisco il mio tagliando dell’assicurazione nuovo e intonso chiedendo ironicamente se si legge. Ora, direte voi, ma allora sei un idiota se pensi che una persona del genere sia in grado di cogliere l’ironia. Avete perfettamente ragione, infatti la cosa non la interessa minimamente. Lo fotocopia, fa un verbale e me lo restituisce, insieme a quello che non ho firmato ma ritirato lo stesso come vi è diligentemente scritto sopra.

Prima di andarmene auguro alla gentile signora o signorina che sia, che il fato le possa concedere di avere un giorno la mia stessa malattia e che si possa trovare davanti una persona come lei. Balbetta un “speriamo di no” che non so dire se sia riferito alla malattia o a se stessa, sebbene io propenda di più per quest’ultima ipotesi. Ogni cosa ha, per fortuna un inizio e una fine e, di conseguenza, anche questa. Ho la soddisfazione di conoscere il nome dei due solerti pizzardoni del Comune di Monterotondo che, a futura memoria sono la signora o forse signorina Crescenzi Serena alla quale non posso che augurare ogni serenità possibile rendendomi conto che non so per nulla mentire e, giuro che non è uno scherzo, il signor Quaresima Marco, al quale non posso che simpaticamente augurare quaranta giorni se non di penitenza, d’intensa vergogna.

                                            Se non siete vigili urbani di Monterotondo, buona vita a tutti voi!

6 thoughts on “L’EDUCATO DISPREZZO DI MONTEROTONDO

  1. Serena Crescenzi è mia vicina di casa, senza contare che conosco sia lei che la sua famiglia da anni. Ti dico solo che una volta un mio amico l’ha vista mentre cercava di far “capire” ad un camionista che non poteva passare sotto il sottopassaggio di via Nomentana a Monterotondo Scalo, finché non è arrivata una pattuglia dei carabinieri a spiegarle che non c’era nessun divieto di quel tipo. Io stesso ho portato davanti al giudice di pace un suo verbale, l’anno scorso…
    Se hai tempo da impiegare, ti consiglio una querela per falso (per il tagliando erroneamente dichiarato illeggibile) e per omissione di atti di ufficio (per la mancata multa e rimozione dei mezzi parcheggiati irregolarmente nei posti riservati agli invalidi).

  2. non sta a me giudicare l’operato dei vigili di Monterotondo, ma in tutta questa storia posso ravvisare un estremo cinismo e un pizzico di disumanità, ma il tutto fatto nei limiti delle competenze di un vigile. non di più. la multa è giusta e sacrosanta. troppe volte ci infuriamo perchè i vigili sono pronti troppe volte a chiudere un occhio e quando tocca a noi invece ci aspettiamo il contrario da loro. poi addirittura parlare di disprezzo nei tuoi confronti….. io il disprezzo l’ho letto solo nei loro confronti. da loro ho ravvisato solo una cecità ad una richiesta di comprensione e semmai anche un po’ di menefreghismo. io non conosco la tua disabilità e non entro nel merito di questa cosa, ma troppo spesso ho a che fare con persone che sfruttano la loro condizione per trarne vantaggi personali. per molti la cosa che dico sembrerà esagerata e senza cuore, ma giuro che mi è capitato più di una volta. non è questo il caso. Anche a me sono capitate cose simili da semplice cittadino e mi è capitato di infuriarmi col mondo intero, salvo poi rendermi conto che chi mi ha trattato in quel modo lo ha fatto nel limite delle proprie funzioni. alcuni esempi li possiamo avere nelle file agli uffici postali, alla cassa degli ospedali e in mille altri posti pubblici. spero di non essere stato troppo duro. auguro a te di non avere più simili contrattempi e di avere un futuro migliore del presente che stai vivendo. buona vita!!

Rispondi a duemmepi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.