LEGGE AD DE LUCAM

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Siamo il paese dei due pesi e delle due misure: Il conflitto d’interesse va bene se tocca Berlusconi ma non va bene se tocca la mia parte politica. Se la magistratura condanna Berlusconi allora per Forza Italia è un covo di comunisti poi se la stessa magistratura lo assolve allora sono dei bravi ragazzi e non c’è più alcun complotto.

Ora si da il caso che un simpaticissimo Vincenzo De Luca (ho avuto modo di apprezzare le sue ironiche esternazioni in rete) vince a sorpresa le primarie del PD in Campania. Si da il caso che ci sia un piccolo quanto insignificante dettaglio, la questione che è condannato in primo grado per abuso d’ufficio e che quella stessa legge Severino che ha estromesso Berlusconi dal Senato prevede, in caso di elezione, la sospensione dall’incarico.

Tutti gli altri paesi della comunità europea la soluzione ce l’hanno già da tempo e nulla ha a che vedere con le diverse leggi vigenti. Nessun partito si sognerebbe mai di candidare qualcuno che sia anche solo indagato, cosa assai lontana dall’essere condannato. Troppo facile, noi in Europa ci siamo entrati solo sulla carta e con il dichiarato scopo di pagare le penali che ogni anno ci costano milioni di euro.

Si fosse trattato di un forza italiota qualsiasi, noi variegato popolo della sinistra non avremmo avuto nulla da recriminare a quella legge, considerato oltretutto che è stato l’unico modo per estromettere dal Parlamento un Silvio Berlusconi che indagato e condannato continuava a essere votato.

Ed ecco allora che il nostro Bersani si fa avanti: “La legge Severino contiene rigidità eccessive, un abuso d’ufficio è una cosa che può succedere a un sindaco”. Ha sicuramente ragione, non solo quello può accadere a un sindaco ma perfino di lasciare la macchina in divieto di sosta e di non voler pagare le multe (giuste o ingiuste che siano non dovrebbe essere lui stesso a deciderlo). Addirittura se governi una regione ti può perfino capitare di fare festini a base di “viados” e coca. Delle autentiche sciocchezze se se un politico, se sei un onesto cittadino invece è giusto che paghi le multe e vieni perseguitato per tutto il resto.

Ora può il buon Fulvio Bonavitacola essere da meno del buon Bersani? Assolutamente no ed infatti è lui, avvocato e deputato del PD e non di Forza Italia come si potrebbe supporre l’autore di una proposta di legge assolutamente “ad personam” per abolire niente popò di meno da quella legge proprio l’abuso d’ufficio. Un caso? Certamente no anche se il Bonavitacola ha dichiarato che lo farebbe per chiunque anche se per Enzo questa battaglia sacrosanta “la combatte con più cuore e passione”.de_luca_striscia-295x150-3-2

Per la cronaca Bonavitacola era bersaniano ma questo quando Bersani era segretario, poi, fiutando l’aria, ha seguito Enzo De Luca nelle sue manovre di avvicinamento a Matteo Renzi. Oggi guai a chi glielo tocca, salvo domani a cambiare ancora cavallo che, come dice un detto tanto caro a Facebook, solo un cretino non cambia mai idea e tutto gli si può imputare, tranne di essere un cretino.

Il buon Pippa Civati dal canto suo sgrana gli occhioni e trasecola: “Cambiare la  Severino? A parti invertite avremmo scatenato una furia omicida. Questa volta devo dargli ragione anche se, il solo pensiero, mi ripugna. Civati riceve subito il disinteressato plauso di un altro personaggio alla sua altezza, Renato Brunetta. “Per De Luca, siamo certi si provvederà. Renzi e Boschi ipocriti.” La botta alla Boschi è fin troppo evidente provenga da una spiccata invidia del pene  al contrario (visto che si tratta di una donna) dell’esponente forza italiota.

All’interno del PD cominciano i soliti distinguo che bisogna essere più realisti del re cosi per Alessia Morani l’operazione Ammazza Severino deve essere “chirurgica, con il bisturi”. Va glielo a spiegare che oggi certe operazioni di precisione si fanno con il laser! Alfredo D’Attorre invece laureato in Filosofia alla normale di Pisa, prima di avere una opinione sue vuole sentire quella di Matteo Renzi:” Il segretario del PD non può non avere una posizione”. Non ha tutti i torti nemmeno lui. Renzi sembra proprio quel tipo di persona che quando vuole un’opinione da te preferisce essere lui a dartene una.  Al D’Attorre basterà uniformarsi. Poco sforzo e grande resa.

Non poteva mancare all’appello Gianni Cuperlo il più inglese dei rappresentati del PD e in fatti ribatte con un francesismo:“ Non si può usare il Parlamento à la carte”. Giuro ha detto proprio cosi ma doveva essere prima di pranzo quando hanno sollecitato la sua opinione in merito Ammazza Severino.

La minoranza del PD pur non essendo nemmeno d’accordo con se stessa ha però un piano, una cosa  da far tremare i polsi. Il piano lo svela Davide Zoggia detto il Golden Boy della politica veneta oggi in fase declinante. Il piano è semplice, fare partire l’iter della riforma alla legge “con calma: Tanto De Luca sarà sospeso e magari reintegrato come accadde a De Magistris”. Ovviamente nessuno ha pensato ad un piano B. Ma non si può avere tutto in una sola volta.

Insomma siamo tutti giustizialisti a corrente alternata dipende da chi tocca. In quella Europa dove non siamo mai entrati ci sono politici che si sono dimessi solo per essere stati sorpresi a fare una spesa di poche decine di euro con la Carta di credito del comune (era però una cassetta porno e il paese era protestante) o per aver millantato una laurea che non avevano. In Giappone invece fanno harakiri, una cosa improponibile nel nostro paese a causa della scarsa disponibilità di katane da poter utilizzare per tutti nostri politici colti in fallo.

 

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