MATTEO RENZI, L’APOSTROFO ROSSO TRA UNO SPOT E L’ALTRO

 

 

E’ vero, non avevo di meglio da fare e ho visto Barbara D’Urso che intervistava (forse intervistava è una parola un po’ forte) Matteo Renzi, non me ne vogliate per questo ci sono ben altri motivi semmai…per volermene.

 

Un vero Renzi Show tanto che una D’Urso piaciona e sorniona che dava del tu a un compiaciuto Primo Ministro lo propone come possibile conduttore di un programma nazional-popolare come il suo, ovviamente a fine mandato.

 

Devo ammetterlo, Matteo Renzi in televisione è perfino più piacevole di Berlusconi e si vede benissimo che si rende perfettamente conto che per un leader politico saper comunicare non è un inutile orpello. Come già fece Berlusconi a suo tempo non manca nemmeno l’annuncio “sorpresa” che fa salire l’audience e il giorno dopo sarà titolo dei giornali nazionali. Il mantra degli 80 euro esteso a tutte le mamme che fanno un figlio per tre anni.66

 

Lo fece anche Berlusconi, erano 1000 euro ma una tantum. Qui invece si tratta di quasi 3000 euro spalmati in tre anni. Una cosa che non incentiva le nascite è comunque indubbiamente un aiuto alle famiglie, checché ne dicano i detrattori. Nel 2013 abbiamo toccato il record negativo di natalità e, meno figli, per uno stato significa più spese per gli anziani, la popolazione invecchia e la vita si è allungata e se non nascono italiani ci sono anche meno introiti nel futuro. Sono i conti della serva dove per comprenderli non bisogna nemmeno essere laureati in economia. Lo sapeva perfino Mussolini che poi, in definitiva veniva dalla sinistra essendo stato perfino direttore dell’Avanti nonché esponente di punta dello scomparso Partito Socialista e incentivava economicamente le nascite.

 

Si fa sempre più in salita la strada dei nemici di Renzi, anche se come già avvenne con gli 80 euro, avversati, incredibilmente dall’ala più a sinistra faranno un buco nell’acqua. Va detto che comunque sulle politiche familiari siamo il fanalino di coda. E’ facile del resto riempirsi la bocca, politicamente parlando (ricordate la vecchia Democrazia Cristiana?), con la storia della famiglia, quando si tratta di etica e moralismo da 4 soldi (oddio in questo momento farebbero comodo pure quelli) per poi abbandonarla al suo destino quando si tratta di sostenerla realmente. La Francia stanzia il 5% del suo PIL per le politiche familiari, in Germania il primo figlio “vale” 100 euro e il secondo 164 e fino al diciottesimo anno di età e non ci sono comunisti che mangiano i bambini.

 

Non so voi ma mi domando spesso perche la cifra sia sempre 80 euro (ricorderete che lo era anche la carta per gli anziani di Berlusconi) ma probabilmente la risposta è uno dei tanti misteri del Bel Paese insieme a Ustica, al bacio di Andreotti e al sesso di Amanda Lear.

 

Per gli amanti delle statistiche inutili aggiungo che questa e’ la quarta “ospitata” di Renzi a Mediaset dall’Aprile del 2003, qualsiasi cosa possa significare.

 

Divertenti anche i “siparietti” con la D’Urso sulle interruzioni pubblicitarie dove Matteo Renzi pare diventare l’apostrofo rosso tra uno spot e l’altro ma è evidente che il Primo Ministro segue una particolare strategia che spiazza i suoi avversari, consapevole della sua personale presa sul pubblico cosi detto nazional-popolare e… funziona.

 

Dal mio “osservatorio” trovo perfino divertente l’evidente sgomento dei suoi nemici interni (il peggior nemico del PD, da sempre e’ il PD stesso, indimenticabile la “carica dei 101”)  che però sparano a salve non potendo giocarsi la carta di far cadere questo governo.  Se si andasse a elezioni oggi, Matteo Renzi con ogni probabilità stravincerebbe alle elezioni come nemmeno Berlusconi riuscì a fare mentre i suoi avversari interni avrebbero pochissime possibilità di essere candidati e ancor meno di essere eletti. Quella dell’ex Cavaliere. Lo ricorderete,  era una coalizione. Renzi invece gioca da solo e avrebbe dalla sua un Parlamento renziano senza oppositori interni la qual cosa, oltretutto, non sarebbe un bene per la democrazia.

 

La sinistra poi gioca le sue carte con una prospettiva vecchia, fuori dalla storia e senza nessun reale potere contrattuale in una società completamente mutata. I vari D’Alema sperano infatti di logorarlo sulla lunga distanza ma le loro probabilità di successo ancora una sono infinitesimali. Arroganti, supponenti e sgradevoli ogni volta che aprono bocca portano nuovi e più convinti consensi a Renzi, per assurdo dovrebbero stare zitti, un’altra cosa assai improbabile.

 

Non è mancato lo sgambetto anche al povero Beppe Grillo, (una cosa che ha sempre il suo perché) contestato a Genova perfino dai suoi stessi concittadini. Matteo Renzi fa sapere di non essere andato a Genova preso da un senso di rispetto verso quella gente. “Chi è andato a fare campagna elettorale” ha sbagliato. Lui ci andrà quando i lavori saranno partiti. Un’affermazione che lo rende molto simpatico agli antigrillini che poi sono la maggioranza del paese (circa l’85%) e che sono, indistintamente, sia di destra che di sinistra.

 

Quello che appare, non dimentichiamo che in televisione ci si va per quello fin dai tempi della sua nascita altrimenti uno andrebbe alla radio, è un animale politico che sa benissimo gestire la sua immagine, con l’ovvia complicità di una spalla che in questo caso è la D’Urso. Il descamisado Renzi è consapevole che a destra è il deserto e non ha nessun motivo per dover piacere o convincere una piccola e residuale minoranza che oggi è la sinistra…a sinistra. Una sinistra che anche quando è rappresentata da un infaticabile Landini poco dopo su Rai 3, diventa balbettante, continuamente scavalcata o dal Papa o da Renzi stesso che sembra quasi di assistere al tiro al piccione.

 

La proposta del TFR in busta paga, una vecchia richiesta del sindacato quando c’era Cofferati. Difficile spiegare e far capire a chi si ritrova in busta paga altri soldi che su quelli l’aliquota dell’IVA sale al 20% quando prima era del 12%. Landini ci prova e Fabio Fazio scuote la testa. Anche in questo la distanza di una certa sinistra dalle necessità della gente. Se aumentano a vista d’occhio i Compro Oro è perche la gente si sta vendendo tutto quello che ha accumulato negli anni e questo significa che stanno pensando all’oggi che incombe sulle loro spalle come un macigno. Il futuro ormai non è più un pensiero. Molto probabilmente quel futuro per molti neppure esiste.

 

La risposta di lotta del sindacato a rivendicazioni che potrebbero essere perfino giuste… lo sciopero generale ventilato come stessimo nella metà del novecento e in un periodo di boom economico invece che lungo i bordi della recessione. Quei poteri forti che secondo Landini stanno dietro a Renzi possono dormire sonni tranquilli come le mie simpatie nei suoi confronti essendo io tutto sommato di quel novecento di passione, sangue e lotta che ha ragione di esistere solo nei miei ricordi.

 

Lo “scontro” non è di certo tra Renzi e una sinistra residuale il cui elettorato è semmai più attratto dalle posizioni popolareggianti da duri e puri di un Beppe Grillo che però a livello nazionale è completamente fuori dai giochi. Lo scontro semmai è con quello che rimane di Forza Italia e un Berlusconi che non ha nessuna intenzione di uscire di scena. Infatti Caramba che sorpresa! Mentre Renzi sta imperversando sulla rete generalista dell’ex Cavaliere, questo ancora una volta sorprendendo per la sua incredibile capacità di leggere i momenti storici telefona a un’iniziativa di Forza Italia a Civitanova Marche. Gli elettori sono “ormai raggiungibili soltanto attraverso un contatto personale diretto; non li possiamo convincere attraverso la televisione perché non la guardano più” e se lo dice il proprietario di tre reti televisive, potete crederci.

 

Ma chi sta pensando Berlusconi se Matteo Renzi ha conquistato tutti gli spazi televisivi? Semplice a quello cui ha smesso di pensare quella sinistra alternativa ormai rinchiusa anche lei nei salotti televisivi, a quei 24 milioni di italiani che non vanno più a votare. “Avete visto il calo delle trasmissioni di approfondimento politico, gli elettori non seguono più i TG, soprattutto quando arriva il famigerato pastone. E non leggono più nemmeno i giornali”.

 

Il sogno di Berlusconi è lo stesso di Renzi, vincere le elezioni con una larghissima maggioranza e senza dover contare sul fardello degli alleati. Lui gli elettori vuole andare a contattarli uno a uno a casa loro, una cosa assolutamente possibile per un personaggio con una potenza economica non indifferente. Non sarà di certo difficile, in un momento di crisi come questo arruolare un esercito di “venditori di immagine” porta a porta. Una cosa che invece non si può permettere né la sinistra “istituzionale” né quella alternativa considerato che su quel versante è finita da un tempo quella passione per cui le “cose” si facevano gratis solo perché uno “ci credeva”.

 

 

A sorpresa, il cantante preferito del primo ministro è Francesco Guccini. Mi 70perdoneranno gli amici renziani se su questo ho i miei dubbi, l’affermazione ha tutta l’aria di essere un vistoso sgambetto mediatico ai Civati che se, nel mio immaginario mi sembrano quegli intellettuali messi in ridicolo da Giorgio Gaber in tempi non sospetti, posso solo immaginare come vengano percepiti dal pubblico meno smaliziato, politicamente parlando, della Barbara D’Urso che, con ogni probabilità nemmeno lo conosce. Un po’ come si mandano i messaggi su Facebook quando si vuol far sapere qualcosa a qualcuno senza prendersi la briga di dirglielo in faccia.

 

Le Regioni? Uno dei tanti “nemici” del Primo Ministro come i sindacati e i magistrati. Difficile dare torto a Renzi anche su questo campo, i tagli alla sanità interessano solo il 2% della spesa dove una Asl paga le siringhe il doppio di un’altra e basterebbe eliminare gli stipendi di qualcuno esageratamente pagato. Indubbiamente a Renzi piace vincere facile. Si vede che A Renzi piace vincere facile.

 

Se mi avete seguito fin qui, l’ultima coltellata Probabilmente vi sarà sfuggito ma Renzi ha incontrato Oprah Winfrey, 71un’icona della TV pop americana, considerato il depositario del “sapere comune, e, anche in quel caso, è scattata “l’identificazione fiduciaria” che tradotta in termini più semplici è quando intervistato e intervistatrice sembrano “pappa e ciccia” e il carisma di uno per osmosi si trasmette all’altro suscitando la complicità del pubblico che abitualmente segue il programma.

 

Insomma, non sappiamo se riuscirà ad aggiustare il “giocattolo” Italia, ovviamente se ci riesce non posso che esserne contento, ma dal punto di vista mediatico Matteo Renzi funziona benissimo e attira consensi e, se non ve ne siete accorti, siamo nell’era dove apparire è essere.

 

Comunque la pensiate, buona vita a tutti voi.

3 thoughts on “MATTEO RENZI, L’APOSTROFO ROSSO TRA UNO SPOT E L’ALTRO

  1. l’abilite0 politica di qulcauno non significa riconoscergli valore da statista.Per esempio considero Berlusconi uno dei pif9 abili politici degli ultimi 30 anni e nello stesso momento il meno statista di tutti.Se il paradosso non ti e8 accessibile ti faccio un disegnino e poi la barchetta ce la fai con quello quando avrai finito di interpretarlo.E in ogni caso Ti basta poco per impressionarti detto da uno che ogni giorno scrive almeno 32 volte Renzi bello tutti gli altri brutti brutti e8 un paradosso che immagino esserti persino pif9 inaccessibile di quello sopra.Stai diventando una quotidiana certezza quasi quanto Lubianka, che se gli chiedi se ha da accendere ti risponde che i comunisti a Praga non accendevano mai e oggi si puf2 accendere perche9 c’e8 liberte0 dai comunisti che a Praga non accendevano mai.Poi ci sei tu, che se uno contesta Renzi arrivi col tempo di reazione di un airbag.Secondo me e8 anche questo che fa del Post un luogo di ritrovo, sai chi ci trovi, c’e8 la serenite0 della sicurezza, ti da delle certezze che in tempi come questi hanno il loro bel teporino da plaid in una serata di dicembre.

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