PRIMA DI USCIRE DALL’EUROPA DOVREMMO ALMENO ENTRACI…

 

PRIMA DI USCIRE DALL’EUROPA DOVREMMO ALMENO ENTRACI…

 

Prendi il treno a Roma alle sei di mattina e ti rendi conto di come siano infondate, sciocche e pretestuose le posizioni di quei politicanti che ci vogliono condurre fuori dall’Europa. Noi, in Europa non ci siamo mai entrati.

Tutti i negozi sono chiusi. E’ chiuso anche il giornalaio e l’unico bar aperto non riesce a star dietro alle richieste. Il treno però è una Freccia, anche se solo nelle divertite intenzioni di chi ha voluto creare una sorta di discrasia tra il nome e la realtà. Del resto nel campo ferroviario abbiamo sempre avuto uno spiccato senso per l’ironia se non per una vera e propria “presa per il culo” dei passeggeri. I più “datati” ricorderanno che il treno in assoluto più lento di tutti dell’altro millennio era “l’accelerato”.

Nel desolato panorama della stazione Termini un’unica certezza che ti riconcilia con l’esistenza. Il treno è in ritardo e sapere che ci sono cose che nel tempo permangono immutate da un piacevole senso di sicurezza.trenitalia-multa-ritardo-treno Non è dato invece di sapere su quale binario arriverà il treno e questo nonostante il biglietto sia costato una piccola fortuna ma il mistero e l’imprevisto sono elementi fondamentali per uscire da un quotidiano divenire che può risultare monotono e nel caso dei matrimoni portare perfino al loro termine. Con questa divagazione non pensiate che il nome Termini dato alla stazione abbia a che vedere con la fine dei matrimoni o della speranza di prendere quel treno che, prima o poi arriverà su uno qualsiasi dei tanti binari.

Nell’attesa troverete sicuramente  simpatica e divertente la pubblicità di Trenitalia, anche questa concepita come derisione degli incauti passeggeri. “Chi può darti di più?”, ora considerato che l’azienda praticamente agisce in una situazione di monopolio la risposta è  di una semplicità disarmante. Nessuno! Ai vertici dell’azienda, è fin troppo evidente, piace vincere facile.

Con buona pace del povero Altiero Spinelli credo che quando ci siamo presentati allo sportello accettazione dell’Europa questa avrebbe dovuto risponderci: “Guardate, siete simpatici, la pizza è buonissima anche se di mandolini non se ne vedono in giro più molti ma se non vi dispiace al posto vostro prendiamo la Turchia”.

Devo dire che almeno un tempo la locomotiva entrando in stazione fischiava. Era il suo modo per dire “ok ragazzi sono arrivata”. “Locomotiva” è femminile (lo sono quasi tutti i mezzi di trasporto) e all’altra metà del cielo noi maschietti siamo soliti perdonare perfino…l’imperdonabile attesa. Quello che arriva in ritardo è invece un locomotore che ha l’aspetto di un siluro, ma è solo questione di carrozzeria. Dentro è appena decente e non troverete posto per le vostre valigie se avete portato, per il vostro viaggio, appena di più che lo stretto necessario.

I messaggi ai passeggeri non sono registrati, motivo per cui vi potrà capitare di entrare nel privato del capo treno ed essere intrattenuti da una conversazione che non vi riguarda. Un modo carino per solleticare le vostre perversioni voyeuristiche. Per il sado-maso invece basterà attendere che la solita voce di prima vi ricordi che al centro del convoglio esiste il Bar. Bar è un termine eufemistico per intendere un angoletto spoglio in una carrozza vuota che se attraversate velocemente vi sfuggirà del tutto. Il Bar è spoglio, spartano e privo di qualsiasi attrattiva. Si percepisce benissimo che il locale è stato progettato da un “vetero comunista” che odia la globalizzazione  e il consumismo. Se come me siete dei “materialisti storici” apprezzerete sicuramente il fatto che i comunisti non sono scomparsi e hanno trovato lavoro come progettisti di Trenitalia. In una situazione di crisi come questa un dato oggettivamente positivo. Nonostante l’esercizio abbia gli stessi costi di Rosati a Piazza del Popolo a Roma, se volete prendere un caffè dovete munirvi di spiccioli, altrimenti dovete rinunciare al piacere di poterlo degustare in bicchiere di cartone.le-coincidenze-non-esistono

Per il resto l’Italia vista dal finestrino del treno sfilerà sotto il palpito del vostro sguardo veloce e rapida. Un continuo senza interruzione di case e cimiteri. I circhi e le torri bianche e fasciste degli orologi. L’invalido in carrozzina e i panni stesi. Le mutande e i casermoni delle periferie. Le fermate non previste e le scuse di Trenitalia, queste invece registrate. Tranquilli, arriverete come sempre in ritardo ma… molto più velocemente di un tempo. E’ questo il senso dei nostri tempi.

 

 

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