QUASI QUASI JE FACCIO ER CUCCHIAIO

Non sono renziano ma non essendo nemmeno grillino, posso fare libero uso di quel dono prezioso che è il pensiero, per riconoscere che questa volta c’è un solo vincitore, Matteo Renzi. Chi ha voluto snaturare il voto europeo, trasformandolo in un referendum su questo governo ha ricevuto una autentica “tramvata” in faccia, se mi perdonate il francesismo. Da questo punto di vista, quello che dal suo acerrimo avversario era stato definito come “l’ebetino di Firenze”, non è che ha vinto, ha stravinto ben oltre qualsiasi più roseo prognostico e gli altri hanno tutti clamorosamente perso.

Non posso negare di essermi divertito, io che non faccio mai, ad ascoltare un balbettante Travaglio che commentava degli exit pool molto lusinghieri nei confronti del M5S e assai contenuti rispetto a quello che poi sarà il risultato finale di Renzi, mentre su un altro canale un’imbarazzatissima Roberta Lombardi abbandonava la sala stampa allestita per la travolgente vittoria defilandosi con la faccia di chi sta andando a telefonare per chiedere cosa si deve dire in simili circostanze. Non mi pare invece che ci siano notizie di Andrea Scanzi ma persone ben informate riferiscono che pare si stia scansando da solo.

In rete intanto imperversava una ridanciana presa in giro di chi pensava di avere la vittoria in tasca solo perché aveva fatto qualche post sulle piattaforme sociali, #VINCIAMOPOI che surclassava il tormentone grillico di questi mesi #VINCIAMONOI, hastag d’enorme iattura se si fosse trattato di una competizione sportiva e che in effetti, non ha portato bene al suo ideatore.

Del resto, sperare che la rete possa essere il termometro di una nazione è un po’ come credere ai sondaggi italiani. Siamo un popolo di burloni che si diverte a prendere in giro i vari Mannheimer che ti telefonano a casa per chiederti per chi hai votato. Da noi il voto è segreto e fonte d’innumerevoli burle, se ne facciano una ragione anche i grillini e il loro mantra “per chi hai votato” che a dire il vero aveva leggermente sgangherato gli attributi, almeno per chi ce li ha.

Quello di cui i più disattenti forse non si sono resi conto, è il fatto non trascurabile che nel giro di un anno è la seconda volta che gli elettori italiani votano per la speranza, altro che paura come qualcuno a torto sottolinea. Ci avevano provato nel 2013 addirittura, considerata la situazione di allora, consegnando il paese chiavi in mano a un Movimento 5 Stelle che aveva avuto la possibilità di un cambio epocale e travolgente. Una occasione letteralmente gettata nella tazza del cesso dal duo Grillo-Casaleggio, con un disprezzo per quel voto che non si era mai visto nella storia repubblicana. Gli elettori però a quanto pare non si sono arresi, a significare che la voglia di cambiamento è veramente enorme nelle pieghe di questo paese. Questa volta hanno voluto strafare e non solo dal punto di vista delle percentuali che spesso sono uno specchietto per le allodole ma anche dal punto di vista strettamente numerico, di persone che sono materialmente uscite di casa per esprimere il proprio voto, più di 11 milioni di persone hanno votato per il PD di Matteo Renzi con uno straordinario incremento che non si vedeva dai tempi del buonista Veltroni che superò i 12 milioni. Sull’altro versante invece Grillo perde 3 milioni di voti. Ora è chiaro che non ci sono più scuse.

Discorso a parte l’altro sconfitto, una Forza Italia che impotente assiste al declino suo e del suo fondatore, anche se le percentuali non sono disprezzabili considerato che Berlusconi è condannato ai servizi sociali, l’altro socio fondatore sta per essere estradato e il coordinatore vota dal seggio di Regina Coeli. A Craxi andò molto peggio, il suo partito si eclissò e quello che ne restava confluì per l’appunto in Forza Italia insieme con gli eredi del fascismo, quel MSI che mutò in AN, anche questo caso unico nel panorama internazionale. Ma, chi segue la nostra politica sa bene che siamo strani. Infatti nel resto dell’Europa impazza un populismo di destra decisamente anti europeo mentre da noi il M5S, in elezioni che sembravano fatte apposta per un voto di protesta, subisce una sonora sconfitta che difficilmente passerà masticando un Maalox.

Io l’ho ribadito più volte, ormai mi sono ritirato nella mia “torre d’avorio” che questo mondo non mi appartiene eppure con tutta la mia scostumata malizia ora voglio proprio vedere quante e quali saranno le forze politiche che continueranno a chiedere  ad alta voce come prima di andare ad elezioni anticipate. Non so voi ma io non ho mai creduto alle sirene (non quelle marine che lascio ad altri) che fanno coincidere l’interesse del paese con le elezioni, essendo due cose assolutamente distinte.

In questa mia e se volete vostra, dissertazione scostumata e partigiana (di parte sono sicuramente sebbene non riesca bene a comprendere da quale parte io stia), non potevamo dimenticare i nostri “fratelli”, quelli che addirittura si sono fatti prestare il simbolo dalla Fondazione di AN, sebbene lo abbiano avuto  in uso capione solo per un anno. Hanno cercato di emulare raggruppamenti esteri senza avere il loro stesso radicamento, insomma a quanto pare in politica non basta essere solo un po’ fascisti, un po’ razzisti e leggermente xenofobi per attirare i voti di un certo elettorato. Se poi quei voti li devi anche spartire con M5S e Lega la situazione diventa estremamente difficile. Cosi La Russa per mantenere la sua promessa si fa tagliare la barba in diretta televisiva. Niente quorum niente barba, del resto è solo un po’ di pelo che con il berlusconismo ne ha chiesto di più e per tutti anche se, a onor del vero forse si trattava di tutt’altro pelo.

Monti ve lo ricordate? Un tecnico prestato alla politica che non si sarebbe mai candidato e che se ne è andato dal suo stesso partito prima che diventasse un prefisso telefonico, infatti non se lo sono ricordato nemmeno gli elettori.Image00001

Ora accade che in tutto questo disquisire che mi auguro non vi abbia annoiato vi ho fatto perdere di vista il titolo di questo modestissimo pamphlet, perdonatemi di nuovo il francesismo, che alludeva a quegli europei del 2000 in cui Totti qualificò l’Italia segnando con quello sberleffo che è il cucchiaio. Ci sta tutto quel tiro calcistico che è umiliante per chi lo riceve e a maggior ragione se per tutta la campagna elettorale sei stato bersaglio di insulti e di prese in giro e di sfottò dal tuo avversario. Quando segni con un cucchiaio o pallonetto che dir si voglia questo ti ripaga di tutto quello che hai dovuto subire e, l’avversario “rosica”. Rosicare del resto è cosa umana ma far rosicare ha del divino.

Dimenticavo, ovviamente non ho votato per Renzi e il suo PD e con molta probabilità non lo farò mai, troppo distante dalla mia… “torre d’avorio”.

                                                               Comunque abbiate votato buona vita a tutti voi

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