RIFORMA COSTITUZIONALE IN PILLOLE

 

riforma costituzionale in pillole

Il 4 dicembre 2016 saremo chiamati a votare per approvare o respingere la Riforma Costituzionale chiamata anche Legge Boschi, dal nome del Ministro ha firmato la proposta di legge, Maria Elena Boschi. Viene sottoposta alla volontà popolare, su richiesta di cittadini riuniti nei comitati per il Si e di parlamentari, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione.

Non è previsto nessun quorum e il risultato sarà valido indipendentemente dalla partecipazione al voto.

SENATO

E’ la fine del bicameralismo perfetto. Una sola camera approverà le leggi ordinarie, il bilancio e concederà la fiducia ai governi.

Il Senato diventerà il Senato delle Regioni. I senatori da 315 scenderanno a soli 100. Di questi, 95 verranno scelti dai consigli regionali che nomineranno 21 sindaci con il metodo proporzionale (uno per ogni regione, meno il trentino Alto Adige che ne nominerà 2).

Si aggiungeranno 74 consiglieri regionali, sempre con il metodo proporzionale in base alla popolazione e ai voti ottenuti dai partiti e in un numero non minore di due a regione. Questi 95 senatori resteranno in carica per la durata del loro mandato da amministratori locali.

I restanti 5 senatori saranno nominati dal Presidente della Repubblica e resteranno in carica per 7 anni.

Non verranno più nominati senatori a vita, carica che rimarrà solo per gli ex Presidenti della Repubblica. Gli attuali senatori a vita, rimarranno in carica ma non verranno sostituiti.

Il Senato potrà esprimere pareri e proporre modifiche ai progetti di legge approvati dalla Camera entro 30 giorni dalla loro approvazione  ma la Camera non sarà tenuta in alcun modo a tenerne conto.

senato in pillole

 

 

 

 

 

ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Non ci saranno più i delegati regionali e avverrà a camere riunite. Fino al quarto scrutinio sarà necessaria la maggioranza di due terzi, poi basteranno i tre quinti.

 

ABOLIZIONE DEL CNEL

Si tratta di un organo ausiliario previsto in Costituzione, il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro. La Costituzione gli attribuiva anche potere legislativo, sebbene in sessant’anni abbia prodotto solo 14 disegni di legge. Verrà soppresso.

 

TITOLO V

In totale una ventina di materie tornano di competenza esclusiva dello Stato. Tra queste: la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell’energia; le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale e le relative norme di sicurezza; i porti e gli aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale; il commercio con l’estero; l’adozione di disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali, per la sicurezza alimentare e il turismo; la tutela e sicurezza sul lavoro, le politiche attive del lavoro, l’ambiente e l’ecosistema; il sistema nazionale e il coordinamento della protezione civile; il coordinamento dell’uso delle tecnologie digitali nell’amministrazione statale, regionale e locale; il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; l’adozione delle norme sui procedimenti amministrativi per assicurarne l’uniformità sul territorio nazionale.titolo v in pillole

Viene soppressa la”competenza concorrente” ovvero il sovrapporsi di competenze tra Stato e Regioni. Viene introdotta  la “clausola di supremazia” e cioè che gli interessi nazionali dello Stato prevalgono su quelli delle Regioni.

La riforma abolisce anche le province.

REFERENDUM ABROGATIVO E LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE

Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vada a votare il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche, non il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.

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Questi in pillole, gli argomenti su cui verte il Referendum Costituzionale. La legge elettorale detta Italicum che è in vigore dal 1 Luglio 2016, non è oggetto di referendum e regola la sola elezione dei deputati in quanto è stata concepita per questa Riforma Costituzionale.

Il governo stima un risparmio di 490 milioni di euro all’anno derivanti dall’approvazione di questa riforma, 80 milioni dalle indennità parlamentari dei senatori, 70 milioni dal funzionamento delle commissioni e dai rimborsi ai gruppi di palazzo Madama, 320 milioni dal superamento delle province e 20 milioni dalla soppressione del CNEL.

Secondo altri invece il risparmio sarebbe di gran lunga minore, ma le cifre sono talmente distanti tra di loro che non è possibile per  noi semplici cittadini sapere da quale parte stia la ragione in questo caso, quindi ognuno decida per conto suo.

 

Vedi anche “RIFORMA COSTITUZIONALE SI, NO… FORSE”

http://duemmepi.altervista.org/blog/riforma-costituzionale-si-no-forse/

 

 

One thought on “RIFORMA COSTITUZIONALE IN PILLOLE

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