SESSANTA PERCORSI di Valter Vari

ImmagineA Mentana, nella suggestiva cornice della Galleria Borghese, antico granaio dell’omonimo palazzo recuperato alla pubblica utilizzazione, si distende il percorso di una mostra dell’artista Valter Vari per la settimana dal 20 al 28 novembre.

All’inaugurazione, la storica dell’arte, autrice delle note critiche sul catalogo, Serena Mariani Parmeggiani IMG_1814ha condotto per mano i visitatori spiegando le opere e il loro percorso artistico con una semplicità di linguaggio che è stata estremamente apprezzata, sopratutto da chi, come me, è assolutamente a digiuno di questo tipo di espressione artistica.

Sarete piacevolmente sorpresi perfino dal catalogo della mostra che è anche un calendario, contenuto in una borsa semplice ed elegante allo stesso tempo che a sua volta è un’opera d’arte, ognuna diversa dall’altra realizzate dallo stesso artista che le ha dipinte per voi.

 

 

SESSANTA PERCORSI1

La mostra nel momento in cui si pone come corollario di opere, per l’appunto sessanta, definita nel numero ma mai definitiva a cui l’artista è pervenuto nel corso  degli anni di sperimentazione linguistico formale che lo hanno contraddistinto, sfugge a qualsiasi tipo di quantificazione limitata e limitante e si pone allo sguardo dello spettatore come parte di un tutto.4

Il tema della percorrenza, del transito, dell’attraversamento, nello spazio espositivo di questa mostra, si fa opera esso stesso.IMG_1804

Sessanta percorsi è una mostra in cui ogni singolo lavoro cessa di essere autoreferenziale, per testimoniare un’unica opera e quindi un unico percorso, quello dell’artista Valter Vari, che dalla tela all’istallazione, dal gesto pittorico a quello salvifico di recupero dei materiali agricoli e industriali, ci spinge a recepire l’opera non come manifestazione finale di un processo creativo, bensì come l’epifania di un divenire artistico.

I percorsi sono l’iter creativo,IMG_1799 l’impulso totalizzante dell’autore che si manifesta come frammento nelle singole opere e talvolta nella singola opera  ma sono anche percorsi esistenziali, nel momento in cui l’arte e la vita si confondono in una trama inestricabile, nella quale non ci è dato di distinguere dove inizia una e finisce l’altra.

L’arte quindi come percorso senza meta finale che, attraverso le opere, si attiva nel sentire e nelle coscienze di chi ne fruisce, ramificandosi e spargendosi all’infinito.

Serena Mariani Parmeggiani

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