SINISTRA JURASSICA E DESTRA SCRITERIATA

 

Non è difficile un’analisi dei motivi per i quali prendono piede movimenti anti-casta e, allo stesso tempo, anti europeisti. Un tempo l’astensionismo colpiva quasi esclusivamente le destre, dove l’elettorato non era eccessivamente motivato a recarsi alle urne, almeno per quello che concerne l’Italia. Oggi, invece, buona parte degli elettori di sinistra a resta a casa. Tempo addietro, in epoca di scissioni e scismi, quando gli ultimi muri crollavano, nacque un partito che forse qualcuno ancora ricorda, si chiamava Rifondazione Comunista. Sulla carta un’idea ambiziosa, quella di rifondare il pensiero comunista aggiornandolo ai giorni nostri. Rimase, ovviamente, solo sulla carta, le idee ancora ottocentesche e nessuno di quei rifondatori si rese conto che la ”classe operaia” non solo praticamente non esisteva più, ma, fatto fondamentale, non era più al centro del sistema produttivo per cui bloccare una fabbrica come la Fiat, solo per fare un esempio, non era strategico ma limitato soltanto a quell’unica e limitata azienda.

Nel frattempo, senza che ”l’intellighenzia” se ne rendesse conto, i ”proletari” erano diventati operatori di call center, commesse di negozi, lavoratori a progetto, precari della scuola. Situazioni lavorative ”sparpagliate” sul territorio, difficili da contattare fisicamente e unificare su un comune terreno di lotta per i propri diritti. La sinistra più tradizionalmente, quella ”di governo”, per intenderci, spostava invece la sua attenzione verso il cosi detto ”ceto medio” creando al contempo praterie nel suo elettorato e consentendo a destra la nascita di Alleanza Nazionale che si radicava nei quartieri popolari.

Cosi com’è innegabile per chiunque non sia marcatamente di parte e volutamente cieco da negare l’evidenza che quando si presentò sul “mercato” elettorale Forza Italia, abbia avuto una sua attrattiva quasi ”rivoluzionaria” nella mentalità di un comune cittadino. Allo stesso modo di come oggi il tentativo di riesumarla appare quasi patetico, almeno a un osservatore distaccato come posso essere io. Nel suo complesso una sinistra incapace di leggere i reali cambiamenti del paese e lontana da quei bisogni della gente che, teoricamente doveva difendere. Riesce difficile anche al nuovo ”proletario” che serve i clienti dietro un bancone o che risponde al telefono identificarsi oggi con un  D’Alema che va in barca a vela o con una Finocchiaro che va all’IKEA facendo spingere il carrello alla scorta. Più accattivante il mito del successo impersonato da Silvio Berlusconi che, in un immaginario completamente svincolato da una ”lotta di classe” che non esiste più nemmeno nei sogni dei diseredati, ha molto più fascino, tanto che, elettoralmente parlando ha resistito a tutti i possibili e immaginabili scandali, fino a logorarsi anch’essa, deludendo quelle iniziali aspettative di cambiamento con le quali aveva illuso i suoi elettori. Una destra che di fronte alla condanna del suo massimo esponente, quello che a tutti gli effetti li ha “sdoganati” portandoli al governo, si vede costretta a rinunciare a quella sua naturale vocazione verso l’ordine e la giustizia. In questi ultimi vent’anni, sia la destra che la sinistra hanno perso complessivamente milioni di voti, cosa che ovviamente non si evidenzia nelle percentuali che non tengono conto dei singoli elettori, facendo aumentare in modo esponenziale il “partito” del non voto.

Ora è perfino evidente che dopo aver votato tutto quello che era umanamente possibile votare, quelli che ancora ritengono di poter cambiare il mondo con il loro voto provano a farlo verso estremismi che, ragionevolmente all’apparenza, neppure appaiono come tali.

 In una situazione dove la politica ha poca capacità di attrarre a destra come a sinistra (il centro non l’ho mai preso in considerazione in vita mia ritenendolo solo un luogo geometrico tutt’altro che politico) abbastanza normale e tutt’altro che inaspettati i successi francesi del partito di Le Pen, quelli di Alba Dorata in Grecia o quelli del Movimento 5 Stelle nel nostro paese. Sono tutti partiti accomunati dal vedere nell’unione monetaria il male che ha prodotto la crisi negando le identità nazionali, da una spiccata xenofobia nei confronti degli stranieri che ruberebbero lavoro agli autoctoni e da comuni sentimenti contro la casta politica che ha portato i rispettivi paesi vicino al baratro. La miopia politica fa in modo oltretutto che sia destra sia sinistra abbiano atteggiamenti che vanno dal cercare alleanze con loro alla tolleranza per tutta una serie di atteggiamenti perfino violenti che da noi, al momento, sono ancora solo confinati sul piano prettamente virtuale e verbale, differenziandosi il partito di Grillo dagli altri per non essere radicato sul territorio e dall’usare un Blog virtuale per diffondere i suoi proclami.

A mio modesto e ininfluente, parere le colpe vanno piuttosto equamente distribuite tra la destra e la sinistra. La prima, per quello che riguarda il nostro paese per non essere stata capace di svincolarsi dall’egemonia della figura di Silvio Berlusconi, la sinistra per essere rimasta da un lato a concezioni jurassiche di una società che non esiste più, dall’altro per aver lasciato ai suoi antagonisti proprio quei ceti più deboli che erano il suo naturale elettorato in cambio di un altro elettorato. Una mera sostituzione di due parti che non si potevano sommare. Non c’è dato di sapere verso che cosa stiamo andando, la sfera di cristallo di questi tempi è piuttosto annebbiata e avrebbe bisogno di un controllo. Quello che possiamo dare per certo parafrasando uno splendido Ennio Flaiano, che ai nostri tempi si sarebbe sicuramente divertito, è che… il meglio è sicuramente passato!

 

 

 

 

2 thoughts on “SINISTRA JURASSICA E DESTRA SCRITERIATA

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