STORIE DI ORDINARIA FOLLIA SU FACEBOOK

000000000000000000000Più che navigare come novelli Argonauti su Facebook sembra di stare di fronte ad un acquario. Un grande e vasto acquario dove a diverse quote galleggiano ammassati patetici personaggi che più ch’essere in cerca di un autore paiono volere soltanto apparire. Ignari millantatori di se stessi.

C’è l’illuso figlio di Anchise che si propone come essere lui e nessun altro l’artefice del 41% di un politico alle europee, sinistro amministratore di improbabili gruppi che se solo il politico in questione sapesse di averlo tra i suoi “fans” inorridirebbe soltanto all’idea. Vagli a spiegare al poveretto che per essere Napoleone non basta infilarsi un dito nell’orecchio a la mano nel bavero della giacca e che per prendere il 41% ci vuole qualcosa di appena di più che un gruppetto di qualche migliaia di persone su un’utenza di oltre 30 milioni. Peggio di un tipo del genere solo i suoi “seguaci”. Eh si, per quanto possa sembrare inverosimile alle persone “normali” ha anche chi lo segue. Ce n’è di gente strana su Facebook.

Un altro genere che va per la maggiore è la giovane ignorante illetterata che accusa la tastiera di sbagliare a coniugare verbi e il correttore di togliergli continuamente l’acca che lei giura ci avrebbe messo. Inneggia a qualsiasi cosa abbia a che vedere con la sua parte politica con enfasi e trasporto, tanto trasporto che si perde le vocali per strada Non ha più vent’anni ma scrive come un quindicenne di borgata il sabato sera dopo che ha bevuto una decina di birre. Abbrevia le parole e si mormora che si sia pagata le vacanze con quanto ha risparmiato nello scrivere la “x” al posto del “per”. I suoi difensori la scusano. E’ giovane e i giovani scrivono così. Non solo quali giovani siano abituati a frequentare questi signori che le sbavano dietro io sono sfortunato e ne conosco soltanto di quelli che scrivono normalmente senza sbagliare i verbi anche quando abbreviano le loro effusioni con TVB o TVMB che vi posso assicurare non si tratta di particolari forme di perversioni sessuali, quello è BDSM.

Nell’acquario non manca l’alcolista noto (lui al contrario dell’illetterata beve davvero) che se hai la sventura di averlo come “amico”, in chat sproloquia anche da solo fino a notte fonda che tu hai perfino il terrore di avvicinarti al PC…il computer, naturalmente, non il compianto partito che ogni tanto qualcuno cerca di riesumare con improbabili formule. Possibile? Direte voi, si possibile anche questo che Facebook non smetterà mai di stupirvi. Fate molta attenzione all’alcolista noto, cercherà di impietosirvi con la sua storia di emigrante, di solito in Germania, che fa più effetto e mette tristezza.  Non ci cascate, potrebbe essere perfino il vostro vicino di casa sotto mentite spoglie. In rete tutto è possibile, perfino che voi siate… voi stessi.

Almeno un “guru” lo avrete incontrato anche voi, salvo non averlo riconosciuto, ma questo è praticamente impossibile. Il “guru” si fa riconoscere anche se voi non volete. Lui non parlerà mai direttamente con voi, non si può abbassare a tanto. Il “guru” usa le sue ancelle, di solito un tantino passate d’età e leggermente sfrante dagli anni ma fedeli. Fedeli come solo donne che non hanno nulla da fare tutto il santo giorno possono essere. Voi direte ma due corna no? Insomma, ci vorrebbe del fegato più del coraggio anche se ho visto cose che voi umani non avete mai visto. Uomini in grado di congiungersi carnalmente anche con dei termosifoni ma erano d’epoca anche quelli, in ghisa a elementi distanziati e, spero per loro, spenti. Ma questa è un’altra storia e sto divagando. Il “guru” ha un’idea, la sua, punto e basta. Se hai l’ardire di frequentarlo, virtualmente parlando, andare d’accordo con lui è semplice. Qualsiasi cosa lui scriva tu la commenti benignamente anche se si tratta di una ormai mitica e fantozziana “cagata pazzesca”. Il “mi piace” è d’obbligo, altrimenti, non vi preoccupate,  saranno le sue ancelle a ricordarvelo.

Se anche avete avuto soltanto il benché minimo pensiero, toglietevi dalla testa che  questi personaggi immersi nell’acquario di Facebook galleggino a causa del ben noto principio di Archimede. Essi galleggiano per la loro intrinseca natura e, non si tratta di una sfida alla scienza. Si tratta soltanto di aria. Lo so che voi maligni avete subito pensato ad altra e ben più sudicia cosa, anche se poi non siete andati cosi lontano, essendo anche in quel caso la quantità di aria a farla galleggiare. Si danno delle arie, questi personaggi, gonfi e quanto più vuoti, tronfi del nulla. Si danno delle arie e per questo…galleggiano.

In questo panorama di “sfigati” a vario titolo poteva mancare il libero professionista che millanta inesistenti successi creati sulle solide spalle della fortuna del padre? Non poteva mancare infatti. Come dicono al nord lui “ha i sacchi” perché solitamente risiede ben  oltre la linea di Orte, immaginaria linea che divide le due italie. Ha i soldi ma di suo veramente non ha nemmeno le mutande che porta. Deve al padre perfino l’aria che respira, tanto che qualcuno pensa si tratti di un consumatore abusivo di ossigeno. Se è mediamente ricco, gli manca però tutto il resto. Gli manca una cultura enciclopedica per fare colpo sulle donne al di fuori di Facebook dove Wikipedi non ti può aiutare e non hai tempo di fare finta di consultare le chiamate sul cellulare per connetterti. Chi l’ha detto che la cultura non serve a nulla? Ha fatto più vittime “la Notte” di Dino Campana che tutti quelli che postano  “A Silvia” messi insieme nei due continenti. Che poi risulta incomprensibile come si possa credere di riuscire nell’impresa che vide soccombere lo stesso Leopardi. E’ noto a tutti che Silvia non si è mai congiunta con il poeta tanto che disperato arrivò a scrivere “l’infinito”, vedendo cose oltre una siepe. Al povero libero professionista manca totalmente anche il fascino, quella cosa indistinta che viene al mondo nello stesso momento del tuo primo vagito per cui l’ostetrica già ti guarda con un altro occhio rispetto al bambino accanto. Il fascino è una di quelle cose che non si compra che signori, in un certo qual senso…si nasce. Qualora siate in vendita sappiate però che è disposto a compravi sempre se il prezzo è buono che, nonostante tutto ha le “braccine corte”, insomma è tirchio e  tirerà sul prezzo.

C’è poi l’uomo quattro stagioni che non è una pizza ma quello che è d’accordo con voi ma anche con quello che dice il contrario e quello che inverosimilmente riesce a sostenere il contrario del contrario. E’  quello che non prende mai una posizione nemmeno se lo paghi…oddio se lo paghi forse potrebbe perfino prenderla, anche se su questo la scienza sta ancora discutendo. Sul suo profilo ha una foto di vent’anni prima che sembra quella che si trova sulle lapidi al Verano. Il Verano per chi non lo sapesse è il cimitero monumentale di Roma. Io ci andavo a studiare ai tempi dell’università. E’ un posto tranquillo dove nessuno vi rompe le scatole o vi fa domande inopportune, si tengono tutti sottotraccia. Ha una sua particolare perversione l’uomo 4 stagioni, vi contatta in chat ma non per fare del sesso virtuale, assolutamente no. Lui è molto cortese e vi chiederà soltanto se potete mettere il vostro “mi piace” a un suo post… suo nel senso che ha fatto un copia incolla di cose altrui,lui di suo non sarebbe capace nemmeno di scrivere un menù. Dovete sapere che questo genere dell’acquario di Facebook attraversa l’esistenza come un pesce fuori dall’acqua. Non è al corrente di nulla, non sa nulla oltre allo stretto necessario per sopravvivere e se cedete alle sue lusinghe e vi invita a cena in un ristorante di lusso per fare colpo su di voi, mi raccomando, non ordinate nulla che lui vi raccomanda e tanto meno la sua stessa pietanza. I camerieri lo adorano e gli rifilano qualsiasi fondo di frigorifero spacciandolo per sofisticata primizia che lui immancabilmente elogerà con un apposito post su Facebook. Ricordatevi di mettere il “mi piace” altrimenti poi ve lo ritrovate in chat.

Ultimo ma non ultimo l’amicone. Quello che se voi siete di Roma lui è di Roma ma se siete di Milano lui è di Milano. Quello che voi siete i migliori, quello che tutto quello che fate vi mette “mi piace” senza nemmeno doverlo chiedere. Quello che se voi fate un peto, non lo avete fatto voi ma lo ha fatto lui. Per l’amicone voi siete un mito e nessuno può essere più bravo. L’amicone vi fa quasi sentire in imbarazzo perché voi nel vostro intimo lo sapete di non essere proprio cosi eccezionali come lui vi dipinge. L’amicone è quello che alla prima occasione vi sodomizzerà senza nemmeno usarvi la gentilezza della vaselina. In realtà era invidioso di qualsiasi cosa voi facevate e perfino di quelle che nemmeno vi sognavate di fare. Essendo un “sotto traccia” in tutto il tempo della vostra presenta amicizia virtuale ha lavorato nelle chat insinuando il dubbio su di voi. Con lui avrete la stessa sensazione che avete avuto svegliandovi accanto a vostra moglie. Quel giorno che l’avete guardata per la prima volta e vi siete chiesti: “ma chi è questa che dorme nel mio letto?”.  Solo che in quel caso ancora non sapevate che il letto non era vostro e nemmeno la casa di cui avevate pagato il mutuo. Ma questa, ancora una volta è un’altra storia.

Ora, se malauguratamente vi siete riconosciuti in qualcuno di questi soggetti, non me ne vogliate, non eravate voi ma l’amico o l’amica accanto. Di questo ne sono assolutamente sicuro!

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