UNA SERATA PARTICOLARE

BLULa vita, a me in realtà piace chiamarla esistenza, essendo vita una parola troppo impegnativa e quasi sacrale, la vita dicevo deve sempre riservarti delle sorprese e, possibilmente, sorprenderti. E’ cosi che accade che le strade che si devono incontrare, lo facciano, senza un vero motivo ma solo perché era inevitabile che accadesse.

Il luogo, una periferia romana che forse, oggi non lo è più tanto. Un caffè Letterario, uno di quei posti dove accadono cose. L’occasione un libro. L’ora un  pomeriggio inoltrato. Lui Tinos Andronicus che, quando una persona l’hai frequentata per anni in un modo, non è che all’improvviso puoi cambiargli il nome solo perché all’anagrafe ne ha un altro.

Tinos ha una voce pacata, calma e rilassante e quando parla della sua Palermo ti sembra di vederla quella città anche se non ci hai mai messo piede. Compro il suo libro, perché diventi mio che ogni lettore compone quel mosaico che poi più non appartiene all’autore. Poi, poi siccome è indaffarato ne leggo le prime pagine e queste, queste scorrono come se Tinos nella vita (ora sono sacrale) non avesse fatto altro.

Certo, a modo nostro siamo amici pur non conoscendoci affatto e forse, forse sono di parte, ma non credo. I ben informati su di me dicono che io sia “stronzo”. Si badi bene, lo dicono con affetto o, almeno, a me piace pensarlo. Le donne invece lo dicono con un altro tono ma si sa che quando parlano, intendono sempre qualche altra cosa che a noi uomini sfugge.

Accadono cose in un Caffè Letterario e, la prima che accade, sono due ragazzi (poi saprò che una è la figlia di Tinos) che leggono alcuni dialoghi del libro. Non sono bravi, sono strepitosi, la loro voce conduce e non ti rendi conto se siano loro ad essere, seppur nella loro evidente giovinezza, dei mostri sacri del palcoscenico o il testo ad essere cosi evocativo e divertente.

Accadesse solo questo, già in se la serata sarebbe stata meravigliosa e, questa parola, ora che la leggete, la dovete sillabare nella vostra mente di modo che il suo suono possa dilatarsi e restituirvi veramente il senso. Il fatto è che c’era anche Gianni, Gianni Sarti, solo che io ancora non lo sapevo. Gianni, il folle visionario del biplano che in realtà era una vela da parapendio ma che poi è diventato davvero un biplano.

Sei Massimo, MassimoMariani?. Si, lo ero, lo ero da molto, anche troppo tempo, ma questa è un’altra storia e Gianni meriterebbe un capitolo tutto suo. Il libro che ha incrociato le nostre strade  è “31 e 47 Morto che Parla”, ovviamente scritto da Tinos Andronicus con la pseudonimo di Santino De Luca ed è un giallo, motivo per cui non vi dirò altro,se non che è ambientato nella sua città, Palermo,  sperando di avere stimolato la vostra innata curiosità. Non domandatevi neppure il motivo del titolo, sarebbe la cosa più banale che potreste fare, io a Tinos non gliel’ho chiesto e voi, voi fate altrettanto, nel mentre che io lo leggo.

Per il momento, ancora una volta, buona vita a tutti voi e…a presto se volete sapere chi è l’assassino, semmai ce ne fosse uno.

One thought on “UNA SERATA PARTICOLARE

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