VASI E TRAVASI STORICI E MENO -ovvero di cessi comunicanti e altre storie-

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Esiste una certa differenza tra un politico e il politicante, pur avendo ambedue le parole, la stessa desinenza. In fin dei conti la stessa che c’è tra sinistra e sinistro essendo una sostantivo e l’altra aggettivo per quanto assai poco qualificante. Assai meno invece è la differenza che sussiste tra destra e destro, ed io, culturalmente, non sono propenso a credere al caso.

Se in questo nostro bel paese siamo stati carenti nello sfornare statisti del calibro di un de Gaulle o di un Churchill da consegnare alla Storia nel bene come nel male, non siamo invece stati parchi sul fronte dei politicanti, potendo vantare in questo settore un primato se non internazionale, sicuramente europeo.

Di rivoluzionari poi nemmeno a parlarne che ancora brucia il ricordo di quei trecento  giovani e forti tutti rigorosamente morti, uccisi da quegli stessi contadini che, incautamente, volevano liberare. Figuriamoci se mai nel tempo possa essere venuto in mente a qualcuno di emulare quelle gesta.

 

Ora, considerando che l’argomento di questo mio discorrere amenamente sono i cessi, non è per caso che apprendo da quella stampa di regime “fonte abituale di cazzate” che Beppe Grillo, indiscusso proprietario del M5S è ora disposto a trattare perfino con il PD, meno “L” o più “L” che sia su RAI e reddito di cittadinanza. Peccato che il suo treno sia passato da un pezzo e che come ben sapete tutti voi che avete almeno una volta nella vita perso un’occasione, non passa due volte e che al massimo questa volta volta potranno essere usati come ruota di scorta del PD magari al post di SEL.

Appena dopo le elezioni, il Cantastorie di Genova aveva questo paese in mano. La politica sbigottita per il suo successo gli offriva molto incautamente di concorrere a un governo per provare a cambiare questo paese. Il testimone di Genova preferì invece lo spettacolo o se preferite, la farsa, umiliando sì, l’odiato “Gargamella” di turno in diretta streaming ma gettando i propri voti direttamente nella tazza del cesso.1546145_555269301217900_949084825_n

Si da il caso che il cesso a noi comuni mortali faccia un po’ schifo, tanto che perfino nel lessico comune preferiamo chiamarlo con dei francesismi come “toilette” o gabinetto. Il francese da un tono ed elegante e raffinato perfino a ciò che non lo è affatto. In politica però se “pecunia non olet” (sempre di cessi si parlava), non fètono nemmeno i voti grillini, sempre che siate ben disposti a infilarvi nel cesso, con tutto quello che ne consegue, per tirarli fuori.

In questo suo tardivo ricredersi Beppe Grillo dimentica uno dei principi fondamentali, non tanto della politica, quanto dell’idraulica. Ora non mi fate l’errore di pensare che si tratti del principio di Archimede dove un corpo immerso in un liquido riceve una spinta eguale e contraria ecc ecc… in considerazione del fatto che il Pentastellato Duce, indubbiamente galleggia. Commettereste un errore imperdonabile in quanto si tratta di un principio della Fisica e non già dell’idraulica, sebbene il concetto calzi a pennello. Grillo dimentica che tutti i cessi si basano sul sifone, per cui il fetore inevitabilmente prodotto rimane relegato oltre la bolla d’acqua che si crea all’interno del cesso stesso.

Ora il sifone, questa geniale soluzione applicabile sia in idraulica che in politica, si basa sul principio dei vasi comunicanti. Termine che, casualmente, cade a proposito considerato l’argomento. Per questo principio dell’idraulica politica i voti dati al Movimento 5 Stelle (quanta autoironia nel denominare movimento qualcosa che sta immobile) si stanno ormai travasando a Salvini, un altro “personaggio” della nostra politica che, notoriamente, nei liquami ci sguazza. Le parole d’ordine della Lega sono un miscuglio di ingiurie, offese, turpiloquio e quanto di più triviale ci possa essere nel linguaggio, tanto che seppure ci fosse una qualsivoglia sorta di messaggio politico è comunque sommerso da parole oscene e scurrili. La mia professoressa di latino avrebbe apostrofato il Salvini come “sboccato e linguacciuto”, ma lei era una signora per la quale la massima offesa possibile era: sciocchino.1-10368237_10206551161676620_651467223216911822_n

Il processo di travaso dei voti da un cesso all’altro, una volta messo in moto non è più reversibile e a nulla può servire il tentativo di “maquillage” di Beppe Grillo che ormai non suscita più nemmeno l’attenzione dell’odiata stampa di regime. I meno distratti si saranno accorti che il comico è stato ricevuto da un silenzioso Mattarella. “Mattarella mi è sembrato una persona gentile” ha dichiarato il padrone del M5S che come gli accade spesso scopre l’acqua calda e se ne stupisce come fosse l’invenzione del secolo. Del resto ricorderete che aveva esordito con la Biowasball, la palla che doveva lavare i panni senza detersivi. Una “balla” colossale come la maggior parte delle trovate politiche e non del comico genovese.

Disse più o meno la stessa cosa di Napolitano: “incontro piacevole”, salvo poi il giorno dopo ricoprire il Presidente di volgarità e insulti. Del resto è più semplice fare il leone della tastiera dietro un Blog che farlo di persona dicendo in faccia al tuo interlocutore cosa pensi veramente di lui. Grillo del resto non si può dire che non incarni il “grillino medio”, quello che abbiamo visto “esternare” su Facebook e in rete con ogni possibile tipo di volgarità, soggetti notoriamente “senza palle” che con un solo neurone devono “campare” e allo stesso tempo commentare in rete. Una impresa titanica, bisogna dargliene atto.5 (2)

Io, che proprio non riesco ad appassionarmi a questa sorta di divenire che non diviene non posso che sorridere con quella mia aria di sufficienza che tanto indispone. L’effetto di questo travaso non cambierà una virgola della nostra situazione, altro non facendo che spostare un fiume di denaro pubblico dalle tasche di Grillo a quelle di Salvini.

A Roma abbiamo visto i nazifascisti di Casa Pound, sempre attenti loro a dove soffia il vento dei loro interessi di bottega, sfilare a fianco delle camice verdi. Non ci hanno messo molto a scaricare la povera Lombardi del “fascismo buono” e gli altri loro eletti nelle fila del M5S visto che non sono andati molto lontani. Uno stipendio da parlamentare la, un altro qui e il fascista campa. Sono tempi duri anche per loro. Vogliate essere ecumenici ed accettarli, ovviamente non nel senso di riceverli ma in quello più prosaico di usare l’accetta, per quanto solamente verbale in quanto altrimenti incorrereste nel reato di maltrattamento di animali. Una cosa assolutamente disdicevole.126 (4)

Nulla di nuovo sotto il sole della capitale insomma che ne ha viste di ben altre lungo il corso della sua storia. Che ci piaccia o meno (e a me è risaputo non piaccia), oggi è Matteo Renzi che ormai incarna nell’immaginario collettivo quel rinnovamento che aveva portato milioni di voti nel portafoglio dei penta sfigati, ma non solo, Renzi piace anche a quella moltitudine di italiani “moderati”, fondamentalmente orfani della Democrazia Cristiana che avevano visto in Berlusconi un possibile riferimento politico. Un enorme serbatoio di voti in un paese che, non dimentichiamolo mai, non ha mai fatto ne partecipato alla benché minima rivoluzione. Quello stesso paese che sopravvive alla crisi economica “grazie” al lavoro nero e sommerso che ha quell’arte di “arrangiarsi” per cui è meglio non prendere mai una posizione netta nemmeno sulle cose marginali. Siamo il paese cattolico per eccellenza e il perdono è la grandissima “invenzione” che ha consentito alla religione cattolica di espandersi nel mondo. Come diceva Andreotti credere in Dio non costa nulla e hai visto mai che esiste davvero?

Una cosa è certa in questo scheletrico panorama dell’italica politica e non una cosa da poco avere delle certezze in questo momento. Cosi come a Beppe Grillo non interessava governare questo paese, non interessa nemmeno a  Salvini e questo, questo ci mette al riparo, salvo idiozie come l’Aventino di triste memoria, da qualsiasi reale sconvolgimento.

Reggetevi forte, siamo e moriremo democristiani che la cosa ci piaccia o meno (ed è risaputo anche questo che non mi piaccia). La maggioranza degli italiani è profondamente democristiana. Lo era anche quando votò quel fasciamo che vinse le elezioni e poi le abolì. Quella di Mussolini era una coalizione variegata dove i fascisti non erano nemmeno la maggioranza. La sinistra del tempo divisa ed incapace di comprendere appieno il fenomeno tanto che un D’Alema di quei tempi avrebbe potuto tranquillamente dire che il fascismo era una costola della sinistra, ilare affermazione pronunciata a proposito della Lega.

Nel dopo guerra, visto i risultati nefasti di quel voto la maggioranza degli italiani si è inventata il duopolio DC-PCI, non consegnando mai il paese ne in mano all’uno ne in mano all’altro costringendo ora uno ora l’altra ad allearsi con il PSI che fu l’ago della bilancia di quegli anni. Un capolavoro di quella che venne chiamata la “maggioranza silenziosa”. La quinta essenza dello spirito democristiano è di non scegliere mai, di mediare fino all’impossibile lasciando le decisioni in sospeso, smussando fino all’inverosimile gli spigoli.

Anche le ultime elezioni sono state un capolavoro come se dietro ci fosse quel Grande Vecchio che tira le file tanto caro ai nostri complottasti nostrani. Il paese è stato quasi equamente spartito in quattro. Un quarto al PD, un altro a Forza Italia, un altro ancora al M5S ed infine l’esercito dei non votanti, quelli che non si riconoscono in nessuno dei contendenti. Insomma ancora una volta che tutto cambi perché nulla cambi.

In questo panorama odierno, con una destra che ormai si sfascia da sola senza colpo ferire e un’ala sinistra che rasenta il ridicolo anche se ci sarebbe da piangere e mentre si travasano voti inutili da Grillo a Salvini non è che Matteo Renzi sia bravo o capace (cosa che sarebbe anche possibile), semplicemente non avendo avversari, vince facile e con le stesse ed identiche modalità che portarono Silvio Berlusconi ai vertici del paese per un ventennio. Sarà un caso ma da noi i “fenomeni” politici durano vent’anni, il che farà anche piacere ai miei amici renziani, un po’ meno agli altri.

Del resto da noi sarebbe improponibile un paragone tra la signora Le Pen e il nostrano Salvini sia sul piano intellettuale che su quello ancor più terrificante dell’estetica. Pur non condividendo neppure il colore delle unghie della Le Pen lei da sola vale almeno dieci Salvini con annessi fascisti di Casa Pound ed affini. E’ altrettanto ridicolo sul versante opposto paragonare un Tsipras a quell’inutile peluche di Pippa Civati o a qualche Giovane Turco sterminatore di armeni.1 (3)

Praticamente cambiano i suonatori, al posto di Grillo troveremo Salvini, ma la musica è sempre la stessa, stonata e cacofonica. Una melodia analfabeta che conquisterà i soliti senza fare nuovi adepti. Insomma un cesso di canzone che non offre ne soluzioni ne sbocchi, adatta per quel popolo che grida governo ladro e poi fa la fila davanti alle porte dei politici per ottenerne i favori. Quel popolo che lanciava monetine a Craxi ma solo quando era già in disgrazia e stava per fuggire all’estero, quel popolo che ti manda affanculo ma poi arriva  a Roma e si siede a mangiare come fanno tutti gli altri. Quel popolo che perfino quando “si è fatto tutto da solo” si è fatto “tutto di merda” come cantava Giorgio Gaber ne “L’Odore” in tempi assolutamente non sospetti. Una canzone che se avete voglia di farvi quattro amare risate vi invito a riascoltare insieme alla “Marcia dei Colitici” meglio nota come avanguardia colitica, tanto per non far del torto a nessuno.images

So già a priori che molti di voi mi daranno del renziano, ma in questi anni mi avete dato del berlusconiano e taluni perfino del grillino che, detto tra noi, la mamma degli idioti si rifiuta in modo categorico di prendere la pillola, “atea e nociva, per l’aspirina si gridi evviva”… e questo, perdonatemi la digressione, era Francesco Guccini. Ricordo che qualcuno mi ha dato del comunista una cosa che, non so per quale motivo, non mi ha offeso affatto.

Dispiacere ai più è per me un onore e un vanto, spesso perfino un divertimento, ed accade spesso quando il pensiero non dorme che ad essere catalogato nelle scatolette del pensiero altrui ci vado stretto forse a causa della mia stessa stazza. Quindi, larga la foglia e stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia e…

Buona vita a tutti voi!

 

foto di copertina di Ruggero Ceccarini

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