VENTITRE, LA DECADENTE COMMISSIONE DI DECADENZA

 

 

E’ di dominio comune, il 23 in questo paese è un numero fortunato che evoca visoni ludiche e scollacciate e chissà che non sia di buon auspicio anche a Berlusconi per quanto i presupposti non ci siano affatto. E’ un teatrino il nostro, divertente e tragico come ogni farsa. Cosi Augello, non è una burlesca invenzione letteraria, si chiama veramente cosi il relatore, fa la diva con i giornalisti che nemmeno suppongono che la segretissima relazione si possa scaricare tranquillamente in rete “sono obbligato alla riservatezza, non posso dire nulla”. Se ne va allora? ma nemmeno per sogno, rimane li e parla, parla, logorroico fin quando non decide di uscire di scena ed imbocca la porta sbagliata. Allora torna indietro ed un piacere poter fare tutto il corridoio tallonato dai cronisti. “Ancora qui?” cinguetta che gli manca solo di sbattere le ciglia. “Guardate che sono sempre io…Non è che ho un lato migliore!”. E in questo non posso che dargli ragione. Andrea Augello da qualsiasi lato lo si voglia guardare, un lato migliore non lo ha veramente.

Una senatrice ostruisce il passaggio. Deve intervenire un commesso per rimuoverla, non è difficile essendo l’alter ego di Brunetta, la piccola ma tosta Pezzopane che in questo bestiario a sciorinare tutti i cognomi dei commissari verrebbe fuori una filastrocca dadaista. C’è perfino chi assomiglia a quel porcellum che a parole tutti odiano e detestano, il senatore Giarrusso del Movimento 5 Stelle. I cronisti corrono. Cosa accade? C’è la soubrette pentastellata, quel Vito Crimi che la rete non perde occasione per metterlo in ridicolo, senza dover fare un grande sforzo, aggiungerei che lui di materiale ne fornisce a iosa.

E’ un fuoco di paglia subito oscurato da Felice Casson con la sua faccia da eterno bambino “il relatore non ha adempiuto al suo dovere di presentare una relazione con proposte pro o contro la decadenza”. Spunta all’orizzonte il senatore Malan del PDL che ha le idee molto chiare. Clima da battaglia chiede un cronista? “A sentire certi toni di prima direi di no. Cioè si. ma vediamo… spero di no”. Il futuro di Berlusconi è in buone mani.

Passa il piacione del Transatlantico Pier Ferdinando Casini, ma è solo per farsi inquadrare. Lui non c’entra nulla, del resto solo in Italia uno con quel cognome può spacciarsi per cattolico osservante e trovare gente che ci crede. Se la Merlin non li avesse chiusi forse…

Enrico Buemi che ha preso il posto di Ignazio Marino parla di quante rondelle d’acciaio faceva quando era operaio e trova perfino il tempo di ricordare Craxi. Un appaluso ma è l’omaggio di un gruppo di turisti al Borromini, l’unica cosa che vale la pena di vedere in quel posto.

Berlusconi? Lui non c’è ovviamente, aleggia che oramai è da per tutto, manca solo sulle figurine Panini ma finché c’è vita c’è speranza. Non è una cosa seria questa storia, direte voi. No, non lo è affatto ma non siamo seri nemmeno noi che li abbiamo eletti questi attori un po’ guitti e un po’ saltimbanchi. Tutto sommato possiamo dire d’essere pari.

4 thoughts on “VENTITRE, LA DECADENTE COMMISSIONE DI DECADENZA

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