ANATOMIA DI UN FALLIMENTO

 

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Parafrasando un celebre film con James Stewart (nel caso specifico, si uccide però solo l’intelligenza) vi volevo mostrare uno di quei tanti gruppi che su Facebook abbondano. Anatomia di un delitto 85fu quasi interamente girato in un “luogo chiuso”, l’interno dell’aula di un tribunale e se avrete la bontà di seguire fino in fondo questa mia, l’analogia vi salterà agli occhi allo stesso modo in cui lo fanno al palato i “salti in bocca” di mia nonna, semplice e gustoso piatto della cucina romana. Un’altra di quelle cose che insieme con l’intelligenza vanno scomparendo.86

Nello specifico si tratta di un gruppo di ciane che non avendo altro di più nobile da fare spettegolano su quanto non hanno potuto avere che l’invidia come ebbe a dire Oscar Wilde nasce nello stesso istante in cui si diventa consapevoli del proprio fallimento.87 Un autore che ho sempre amato. Il processo che subì un autentico scontro tra l’intelligenza di quest’uomo e la stupidità del suo tempo,

Come “ebbe” a dire il grande Totò, dobbiamo aprire una “parente”, e in questo caso era “Totò Peppino e la mala femmina” (il cinema è stato un mio grande amore), il che, ancora una volta non è poi cosi tanto fuori luogo come potrebbe apparire a un’analisi superficiale e frettolosa trattandosi di ciane nel senso metaforico e non sessualmente determinate. 88

La ciana, maschio  o femmina che sia, lo è dentro…a prescindere, essendo una condizione dell’animo, che se un tempo sostavano in piazza o sedute sugli scalini delle loro abitazioni paesane oggi Facebook offre una grande piazza per quanto virtuale questa possa essere. Dicevamo di dover aprire una “parente” e quindi andiamola ad aprire senz’altro indugio.

Un gruppo è un sito, virtualmente parlando in termini per cosi dire digitali, chiuso che non solo non circola liberamente in rete ma dove per potervi partecipare bisogna iscriversi oppure venire iscritti da qualcuno che già vi partecipa, anche a vostra assoluta e completa insaputa. Il numero degli iscritti di fatti non è reale e non corrisponde al numero di coloro che partecipano ma serve soltanto per fare un po’ di “effetto civetta”, facendo credere qualcosa che in realtà non è.

Ai “gruppi facebookkiani” si contrappongo (si fa per dire) le pagine che invece sono luoghi, anch’essi virtuali, che si confrontano con il mercato del pensiero, anche questo non necessariamente intelligente. I “like” che vedete sulle pagine sono reali ed esprimono il gradimento delle persone nei confronti di quella pagina che è aperta in rete. Il che significa che tutti vi possono partecipare commentando senza alcun bisogno di iscriversi o di apporre il proprio “like”.

Ma torniamo al gruppo in questione che mi avete gentilmente segnalato. Il gruppo attualmente consta di 185 membri,84 ora non fate della facile ironia sulla parola che, ambigua come molte nella nostra lingua, si presta a molteplici interpretazioni non tutte scevre da turpi significati. In origine era di 124 ma vanno scemando, mano a mano che ci si rende conto di dove si è stati iscritti che anche all’indecenza vi è un limite oltre il quale non tutti vanno. In realtà, motivo per il quale la cosa interessa solo sul piano di una facile e divertente  ironia a spese altrui, si tratta di quattro amici al bar uniti dallo stesso scopo, quello di denigrare quell’uva alla quale nonostante tutti i loro sforzi non possono nemmeno sognare di ambire.

Ovviamente si dilettano nel fare “post” (ovvero scrivere qualcosa solitamente accompagnato da una immagine che veicola lo scritto)ma con risultati dal punto di vista della comunicazione, assolutamente deludenti.82 In quello che prendiamo ad esempio, nel tentativo maldestro di mettere in cattiva luce, compiono il primo clamoroso errore… linkano. Il link è alla base di tutto il sistema di internet, in inglese significa catena. Cosi facendo fornisco a tutti le coordinate della pagina che vorrebbero denigrare. In realtà le stanno facendo della pubblicità gratuita, tanto che quella pagina sta aumentando i suoi indici di gradimento in rete. Chi prima non la conosceva ora la segue e, logicamente, vi lascia il suo “like”. Altra cosa estremamente divertente soprattutto perché non sono consapevoli di mettersi in ridicolo di fronte a chiunque mastichi appena un pochino di internet è che il loro post è stato “visualizzato” da ben 57 persone del gruppo (ne ho preso uno a caso ma sono tutti simili). C’è di che esserne soddisfatti, peccato che poi di tutte quelle persone sia piaciuto soltanto a due e che venga commentato dai soliti quattro che come si dice, se la cantano e se la suonano da soli e a nulla serve in altri post “taggare”(equivale a chiamare per nome urlando per strada)  i membri del gruppo non accade nulla e commentano i solo e soltanto i soliti.

Anche in un altro post stessa storia,83 in 56 lo “visualizzano” cioè lo aprono per leggerlo ma questa volta il gradimento scende ancora, piace a uno solo di loro. Il che toglie buona parte del divertimento perché in un “gioco” del genere, se ti prendi in giro da solo e ti rendi ridicolo…  non vale!

Questo non significa che ognuno di noi non abbia pecche, e senza scomodare in questo caso il Cristo con la solita parabola della pagliuzza e della trave (sebbene nel caso delle ciane sia come il cacio sui maccheroni), vale la pena invece di citare l’assai meno noto ma decisamente più scurrile poemetto goliardico “Ifigonia in Culide”, composto nel 1928 da uno Hertz De Benedetti, allora astigiano studente di medicina e in seguito medico urologo  che nulla, nemmeno una laurea, avviene per caso. Cosi recita il coro delle vergini:

 

Noi siam le vergini dai candidi manti,

siam rotte di dietro, ma sane davanti…

 

Quale sia il motivo di questa situazione lo lasciamo alla vostra fervida fantasia che il resto non si addice a questo Blog ma è risaputo che alle ciane, siano maschi o femmine, piace ergersi a moralizzatrici, soprattutto quando non sono più in grado di dare il cattivo esempio.

 

Vale la pena di ricordare che Hertz De Benedetti per la sua “encomiabile” opera, ricevette il premio del Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera e per l’occasione volle recitare in pubblico questi versi composti per l’occasione:

« Povera Musa, ci hanno risvegliati
dal lungo sonno e intanto, male o bene,
lo sai, quarantasett’anni son passati.

Povera Musa mia, non ti sovviene?
Dove sono le regge favolose
e i cortigiani del reame pazzo,

Dove le belle principesse estrose
passavan fiere tra le rime in -azzo
pallide e brune per finir nel cesso?

Passaron gli anni… non è più lo stesso
cantore in rima: il freddo catetere,
la suora bianca, il pallido infermiere…

E l’ala appesantita di ogni verso,
che cerca un orizzonte azzurro e terso
con molti sforzi ed infinite pene,
s’arresta al polo superior del rene.

Ma ritorna il bel tempo, come allora,
o dolce Musa della Poesia!
Se fuggì giovinezza, tuttavia

risorge il vecchio spirito goliardo
un poco grigio, con un po’ di lardo,
ma come allora pronto alla tenzone
fiero e fidente nel… testosterone »

Versi con i quali vi lascio, facendoli miei, io che mai confusi la serietà con la tristezza come è spesso solito fare chi serio, non lo è affatto. Ancora una volta e fino alla prossima, buona vita a tutti voi che mi seguite, mentre alle male lingue lancio il mio monito, fate attenzione a non morire del vostro stesso veleno che ci togliereste il divertimento di apparire immensamente più intelligenti di voi, magari non essendolo affatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

One thought on “ANATOMIA DI UN FALLIMENTO

  1. Write more, thats all I have to say. Literally, it seems as though you relied on the video to make your point. You definitely know what youre talking about, why throw away your intelligence on just posting videos to your blog when you could be giving us something enlightening to read?

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