COSA BOLLE IN PENTOLA?

Lunedì 13 è convocata la Direzione dl PD, si vocifera di una imminente scissione se la maggioranza non si piegherà ai voleri di una minoranza che si ritiene sacrale custode di una sinistra che però hanno contribuito a distruggere ogni qual volta è salita al governo. D’Alema vagheggia un 10%, Bersani cambia giaguaro da smacchiare e Speranza spera. L’Emiliano di Puglia si sente già segretario in pectore forte di un altro 10% come se la matematica fosse una opinione.

In realtà diciamocelo, noi che il PCI lo abbiamo frequentato, puntano al congresso per la conta delle candidature e delle poltrone che nel passato sono sempre toccate in quota alle minoranze, frutto di una idea democratica alquanto balzana per cui alla fine chi perde debba contare quanto se non di più di chi ha vinto.

Ognuno con la sua verità che a sinistra è sempre meglio di quella del vicino essendo inevitabile che si a sempre e comunque uno più a sinistra di te e poi uno ancora più a sinistra perfino se questo è come Stefano Fassina un laureato alla Bocconi di Milano, “prestigiosa” Università del Capitalismo italiano, ma si sa che al peggio non c’è mai fine, visto che il meglio come diceva Flaiano è già passato.

Ora una domanda viene spontanea, e se tutti avessero fatto i conti senza l’oste che poi è quello che decide se il conto sarà salato o meno? Matteo Renzi e il suo progetto d’Italia è stato sconfitto al Referendum Costituzionale e lui si è dimesso. Non era accaduto nella storia della Repubblica che un Primo Ministro si dimettesse pur avendo una maggioranza in Parlamento che lo sosteneva.

Matteo Renzi ha perso, è vero ma è pur vero che al suo progetto ha creduto il 40% degli italiani ed è altrettanto vero che in quel 40% non c’era né la minoranza dem che ha votato no, né la “sinistra” più a sinistra di qualsiasi cosa a sinistra che ha votato anch’essa no.

Ora si ricorderà che non è la prima volta che il PD di Renzi raggiunge il 40%, lo ha fatto anche alle passate europee e non era mai riuscito a nessun altro. Non è mai riuscito a D’Alema, non è mai riuscito a Bersani che semmai è riuscito nell’opposto, perdere delle elezioni vinte in partenza.

E’ dalla sconfitta del Referendum che i “renziani” attendono che accada qualcosa, “Matteo se ci sei batti un colpo” sembra essere l’idea di tanti che lo hanno seguito come mai era successo prima a un leader della sinistra italiana che in tutti i paesi europei e ci si aspetta qualcosa almeno da questa direzione perché fino ad adesso è stato un silenzio assordante bucato soltanto dalla nascita di un Blog che non è di certo tra i migliori in rete e qualche esternazione che forse era perfino meglio non fare avendo lasciato sgomenti perfino “renziani di ferro” quelli della prima ora che non lo hanno mai abbandonato.

Sono in molti ad aspettarsi una sorpresa dalla riunione di lunedì, un colpo di coda, un qualcosa che possa scuotere il “popolo” renziano da un torpore al quale non è abituato. Insomma riuscirà ancora una volta a stupirci quel “rottamatore” che aveva suscitato tanti entusiasmi, scombinando ancora una volta le carte dei suoi avversari? Cosa bolle realmente nella pentola di Matteo Renzi, il solito minestrone all’italiana o uno di quei piatti raffinati, gustosi e spettacolari che ultimamente abbondano sui teleschermi italiani?

Molte domande, vero e poche risposte, anche se…

Comunque la pensiate, buona vita a tutti voi.

 

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