FENOMENOLOGIA DI UNA SCONFITTA

 

Democratic presidential candidate Hillary Clinton speaks during a campaign stop Friday, Jan. 22, 2016, in Rochester, N.H. (AP Photo/Matt Rourke)

Churchill diceva che quando una bugia ha già fatto il giro del mondo, la verità ancora non si è infilata i pantaloni per iniziare la corsa. Nel rincorrere una bugia ci sentiamo partecipi di una folla al cui sguardo sembriamo intelligenti, belli e perfino colti. La verità invece è sempre difficile da digerire e impossibile da accettare. La bugia unifica, la verità divide. La bugia è semplice mentre la verità è complessa e ha mille sfaccettature diverse. La bugia è da bar dello sport, semplice e spontanea, la verità è ristretta a piccoli gruppi di oscuri e anonimi scienziati.

In sintesi, era molto più semplice credere che fosse il Sole a girare attorno alla Terra perché era quello che vedevano i tuoi occhi che non credere o anche soltanto supporre che fosse esattamente il contrario, come è effettivamente. E’ la cultura, l’istruzione, la conoscenza che ci contraddistingue dagli animali e, quando vengono a mancare queste categorie dell’intelletto ci comportiamo esattamente come  fanno i nostri cugini, gli animali perché altro in fin dei conti non siamo che mammiferi. Siamo animali sociali dove prevale la logica del branco, guidato da un capo e la logica del branco non presuppone nessun ragionamento complesso. Seguiamo un capo perché lui ci dice quello che vogliamo sentirci dire, perché parla il nostro stesso linguaggio e lo capiamo, ci promette esattamente quello che noi vogliamo e tutto è molto più semplice.

Il paradosso è che nonostante quanto tu possa essere colto, quanto tu possa essere istruito e intelligente, oggi c’è un mezzo che fa facilmente breccia in tutto questo, un mezzo che usate tutti i giorni e che è una fonte inesauribile di bugie nelle quali è caduto ciascuno di voi moltissime volte. Questo mezzo è internet e la veridicità di quanto affermo la potete constare voi stessi, ogni volta che avete condiviso, postato o commentato un post che ritenevate vero e che invece era una autentica “bufala”. Vi sarà capitato decine di volte, eppure, se state leggendo questo articolo, è improbabile che siate ignoranti. Semplicemente avete preso quel post o quell’articolo per vero perché collimava perfettamente con un vostro pensiero, una vostra idea e non avete minimamente pensato di andare a controllare.

Nella campagna elettorale di Trump avete sicuramente percepito la sua ossessione per gli immigrati, in un paese, gli USA che è composto solamente da immigrati, considerato che gli unici veri americani sono le popolazioni pellerossa. Un paese che è potuto diventare una potenza grazie a una semplice formuletta, se nasci in America sei americano e li pagherai le tue tasse e manterrai i pensionati. E’ fin troppo evidente che una politica contro gli immigrati è addirittura un controsenso in America ma non è cosi, presuppone un ragionamento, una conoscenza. Quello che appare più evidente perfino all’immigrato che ormai si è sistemato è che arrivano altri immigrati a erode quello che lui si è conquistato, indipendentemente dal fatto che andrà a fare lavori che nessuno vuole più fare e poco tutelati.

Non bisogna mai dimenticare che se io alzo gli occhi al cielo vedo il Sole che gira attorno alla Terra e non il contrario. Che la bugia funzioni e si diffonda rapidamente, da noi in Italia abbiamo degli esempi eclatanti che vanno dall’ormai famoso “milione di posti di lavoro” di Berlusconi a quella del Presidente del Consiglio che non è mai stato eletto, quest’ultima fatta propria da personaggi che di certo non si possono dire ignoranti essendosi laureati nella prestigiosa Bocconi di Milano come Stefano Fassina di Sinistra Italiana e ex ministro o chirurghi come Ignazio Marino già sindaco di Roma, solo per citare i primi due che mi vengono in mente ma la lista è lunghissima, escludendo Salvini, Giorgia Meloni e i grillini perché il paradosso era sulle persone colte e istruite.

Pochissimi ricordano gli esordi di Donald Trump che arrivò sulla scena politica 6 anni orsono con una colossale “bufala” davanti alla quale quella già citata del “non eletto presidente del consiglio” impallidisce, quella che Obama non poteva essere un presidente legittimo in quanto nato fuori dagli USA, e alzando gli occhi su Obama quello che tutti potevano vedere è che di certo non era bianco. Nessuno stupore infatti quando sostenne che se non vinceva voleva dire che c’erano stati brogli, cosa che probabilmente vi ricorderà qualcuno anche da noi.

Quello a cui abbiamo assistito in America durante la campagna elettorale tra Trump e la Clinton è esso stesso un paradosso perché abbiamo assistito a uno scontro tra due anziani signori, dove Trump sembrava però il figlio della Clinton, lenta, passiva e sempre a doversi difendere dagli attacchi a giustificarsi a rincorrere e costruire la battuta che invece a Trump veniva spontanea, scurrile e immediata. In realtà erano due candidati impresentabili. Come direbbe Marx, togliendo tutte le sovrastrutture alla Clinton, sotto avremmo trovato Trump.

A onor del vero sono stato tra i pochi che fin dall’inizio ha sostenuto che la Clinton non avrebbe vinto, una spocchiosa e antipatica signora che non aveva saputo cacciare di casa un inutile marito bugiardo e fedifrago che aveva sostenuto fino alla morte (sua) politica che una fellatio non poteva essere considerata un rapporto sessuale facendo ridere il mondo intero.

In politica fin dalla notte dei tempi contano le suggestioni, la capacità di far sognare e sperare e la verità, se ci pensate bene, non ha mai avuto molta importanza sogni. Se per un attimo pensate ai due grandi movimenti che hanno cambiato il mondo del passato, il cristianesimo e il comunismo ve ne rendete conto da soli. Decine e decine di milioni di persone hanno rincorso da una parte un sogno di vita eterna, dall’altro una impossibile dittatura del proletariato, e questo a prescindere se potessero essere veri o meno, possibili o non possibili.

Non so a voi ma a me le possibilità che aveva la Clinton di far sognare mi sembravano pochine. Non stanno perdendo il posto di lavoro solo quelli che lavorano nelle fonderie o nella verniciatura dove i robot la fanno da padroni ma anche i colletti bianchi e i posti in ufficio sostituiti dai pc e questi sono corsi da Trump non dalla Clinton. Ora questa sale sulle barricate, accusa l’FBI che forse invece le ha portato qualche voto, le tesi dei complotti premiano sia l’uno che l’altra, l’America scende in piazza ma ormai i buoi sono scappati con buona pace di quei radical chic che per chi sa quale oscuro motivo pensavano di avere la vittoria in tasca e invece, forse devono rivedere le loro analisi. Una situazione che per certi versi ricorda una campagna elettorale nostrana quando si pensava di avere la vittoria in tasca e poi invece il giaguaro non si fece smacchiare. Ve lo ricordate? E non solo, siamo stati noi i primi ad eleggere un miliardario puttaniere e bugiardo con il parrucchino e, una volta tanto, sono gli americani che stanno copiando noi. Certo una magra consolazione ma non si può sempre avere tutto.

Ora, semmai,  serve una proposta politica per il dopo Trump che possa affrontare le nuove diseguaglianze politiche che stanno nascendo in America come nel resto del mondo, una candidatura che alle prossime elezioni possa evitare un Trump bis. Una candidatura che non rappresenti il vecchio, e magari innovativa e di rottura. Una candidatura che non sia spocchiosa ma addirittura simpatica e alla mano.  Una candidatura che possa far sognare e mobilitare le persone, magari donna, si e nera. Vi viene in mente nessuno?

 

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