LA SOLITUDINE DEL PADRONE

la solitudine del padrone

 

La gente è con noi dice Beppe Grillo, comico prestato alla politica ma in piazza fuori del parlamento c’erano solo duecento persone il che significa, se la matematica non è un’opinione,  che gli altri 59 milioni e 630 mila sono rimasti a casa. Sperava in un bagno di folla e invece pochissimi giovani, molti anziani come lui e qualche curioso, che un conto è fare il leone da tastiera e un altro è metterci la faccia. Inesorabilmente i padroni restano soli.

Grillo è con Rocco Casalino, ex concorrente televisivo del Grande Fratello elevato al rango di Responsabile della Comunicazione per il Gruppo Parlamentare del Movimento 5 Stelle e si che quella edizione del Grande Fratello, nemmeno la vinse. Visto lo sparuto gruppetto di fuori deve aver comunicato male anche con gli oltre 7 milioni di cittadini che hanno votato cinque stelle alle passate elezioni.

I due sono calati a Roma per l’ultima trovata pubblicitaria dell’unico movimento della storia che sta fermo, la proposta di legge per dimezzare l’indennità lorda dei parlamentari che passerebbe dagli oltre 10 mila euro a 5 mila. Prima firmataria la Roberta Lombardi, quella del fascismo buono per chi ancora ha memoria.

Non essendo un parlamentare, sebbene abbia tutte condanne in regola per esserlo, compreso un omicidio, Beppe Grillo e il suo talebano possono assistere alla seduta parlamentare solo dalla tribunetta riservata al pubblico, dove viene accompagnato lungo i corridoi del Parlamento. Si siede con accanto Rocco.  Intorno ha una decina di simpatizzanti che sono riusciti a farsi invitare ma, sedendosi, non li degnerà nemmeno di uno sguardo o di un saluto, come farebbe qualsiasi padrone con i suoi schiavi. Anzi li guarda quasi infastidito e disgustato. Ha l’aria di uno che vorrebbe stare da un’altra parte e che fa qualcosa per forza come un clistere ordinato dal medico.6697154-kBD-U43240172110393diF-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443

La storia della seduta è già scritta, trattandosi solo di una farsa a beneficio del cittadino grillino, il solo che ancora crede ciecamente a queste buffonate. La proposta di legge arriva in aula per una forzatura del M5S  senza avere un relatore e senza che la commissione Affari Costituzionali abbia discusso gli emendamenti alla proposta, in pratica con tutte le carte in regola per non essere discussa. I grillini lo sanno benissimo che per questi motivi verrà rinviata alla commissione. E’ solo la solita sceneggiata da rivendere in rete, nei bar, dal parrucchiere, con la speranza che tutti non si sveglino d’un tratto mandoli a casa che la festa è finita. Non è politica ma il trionfo della sciampista.

Uscendo dalla tribunetta le parole storiche di Grillo saranno: “E’andata benissimo” il che potrebbe sembare una scemenza ma non lo è. Dal suo punto di vista ha perfettamente ragione. Era solo una farsa e la rappresentazione  ha seguito il suo corso.  Sapeva benissimo che la proposta non si poteva votare e quindi spara la frase accuratamente prepara prima a beneficio dei “giornalisti” (le virgolette in Italia sono d’obbligo)  “Difendono lo stipendione, sono attaccati al denaro… Ora la gente lo sa, è ufficiale: hanno affossato la nostra proposta”.

In realtà non hanno ancora affossato nulla, non si è potuto discuterla e per colpa proprio del M5S ma questo il grillino medio non lo sa e se lo sa fa finta di niente. Il gioco è fin troppo semplice, fai una proposta che è solo uno specchietto per le allodole e poi fai in modo tu stesso che non possa passare utilizzando una serie di cavilli. Del resto che i grillini restituiscono metà dell’indennità è una bufala che può perfino essere controllata sui loro stessi siti dove rendicontano. In pratica ritengono i loro elettori talmente idioti che sono sicuri che nessuno di loro vada effettivamente a controllare.

La gente è con noi, è andata benissimo, però Beppe Grillo filerà via in sordina con lo scondinzolante Casalino che lo segue in silenzio, evitando la piazza vuota. La grillina Maria Edera Spadoni avvinta nell’italico vessillo  tricolore esclama:”Vado a salutare i militati!” che però non ci sono. Dibba se ne frega se non ci sono e afferrato il primo megafono che trova si mette ad arringare i quattro pensionati che sono rimasti mentre Sergio Puglia lo manda in diretta su Facebook.

Che tristezza, a me tutto questo ricorda una vecchissima canzone di Roberto Carlos presentata a un Festival di San Remo insieme a Sergio Endrigo… La festa appena cominciata è già finita, il cielo non è più con noi… era il 1968 e ben altro movimento scuoteva il mondo.

2 thoughts on “LA SOLITUDINE DEL PADRONE

  1. Ma come è possibile che in tutte le manifestazioni e chiamate alle armi (La Marsigliese però e una cosa seria) si presentino solo 4 gatti mentre nei sondaggi svettino a cifre stratosferiche con qualcuno che li dà sopra il PD(cfr. Masia per la Setta – Telegrillo).C’è qualcuno che può spiegare o essendo dogma di fede e quindi,inspiegabile,è per me non credente del tutto incomprensibile?

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